lunedì 25 giugno 2007

Per la stessa ragione del viaggio

Ore disperate (Michael Cimino, 1990) tra scogli e sabbia e vongole veraci e teste troppo confuse per capire quello che realmente succede in questi giorni.
E’ un post senza significato apparente perché non si manifesta neanche allo scrivente. Allora via, vi lascio un po’ di tempo per svelarmi il senso di tutto questo. Del vento (idiota, ora e sempre) caldo non prodotto dal culo, della demenzialità che fa ridere, del mare che cancella, di bambini dormienti e mamme vomitanti, spalle ardenti e grandangoli mancanti, le feste come diversivo per occupare spazi sinaptici. E poi la notte, terreno di lucciole e grilli e canti luminosi.
E di spifferi dai vetri:

Fenesta co’ ‘sta nova gelosia
tutta lucente
de centrella d’oro
tu m’annasconne
Nennerella bella mia
lassamela vedè
sinnò me moro.


(Canzone tradizionale della fine del XVIII secolo di autore ignoto. Va bene la versione di De Andrè in Le Nuvole, ma ascoltate la voce struggente di Murolo. Poi magari ne riparleremo.)

Torno presto comunque, semmai qualcuno avesse intenzione di chiamare Chi l’ha visto? solo perchè Telefono Giallo non c'è più.

sabato 23 giugno 2007

Avanti il prossimo

Vista la particolarità del giorno appena (stranamente) trascorso, la consueta rubrica del sabato lascia spazio ad immortali uragani interiori:

Così in America quando il sole va giù e io siedo sul vecchio diroccato molo sul fiume a guardare i lunghi, lunghissimi cieli sopra il New Jersey e avverto tutta quella terra nuda che si svolge in un'unica incredibile enorme massa fino alla costa occidentale, e tutta quella strada che va, tutta la gente che sogna nell'immensità di essa, e so che nello Jowa a quell'ora i bambini stanno certo piangendo nella terra in cui lasciano piangere i bambini, e che stanotte usciranno le stelle e non sapete che Dio è l'Orsa Maggiore?, e la Stella della sera deve stare tramontando e spargendo il suo fioco scintillio sulla prateria, il che avviene proprio prima dell'arrivo della notte completa che benedice la terra, oscura tutti i fiumi, avvolge i picchi e rimbocca le ultime spiagge, e nessuno, nessuno sa quel che succederà di nessun altro se non il desolato stillicidio del diventar vecchi, allora penso a Dean Moriarty, penso persino al vecchio Dean Moriarty, il padre che mai trovammo, penso a Dean Moriarty.

(Sulla strada - Jack Kerouac, 1957)

venerdì 22 giugno 2007

Il figlio dagli occhi azzurri

Fort Collins, il 23 maggio '76. Lì, da qualsiasi parte. Il regalo che vorrei.

giovedì 21 giugno 2007

Io c'ero

Tutto pronto per il concerto di Enrico Sbriccoli, meglio conosciuto come Jimmi Fontana, un uomo di 72 anni con la faccia di Luca Brasi e i capelli di Kirk Douglas.
Tavoli gremiti al limite della capienza (108 paganti: 40 euro, cena+concerto), temperatura elevata ma ammorbidita da un delizioso alitare di vento, terreno in perfette condizioni, e vorrei vedere, visto che il “maestoso” palco era montato a ridosso del green della buca numero 9.
Jimmi, in completo nero e girocollo nero (stile Giorgio Armani per intenderci), prova subito a scaldare la platea un po’ freddina (eufemismo gigantesco) con uno dei suoi grandi classici (La nostra favola, 1978, “Mai, mai, mai ti lascio, mai, mai, mai da sola”), che da questo momento in poi verranno presentati sempre alla stessa maniera: “Visto che siamo quasi sul green vi canto un evergreen”…
Primi applausi.
Seguono canzoni da me sconosciute in cui il nostro non perde occasione per autocelebrarsi (“Ma chi li scrive più testi così? Chi?") e raccontare della sua carriera ancora al top (“Sono appena tornato da un concerto a Bruxelles, sono l’ambasciatore nel mondo dei marchigiani nel mondo”).
Si arriva finalmente al momento che tutti, compreso lo scrivente, aspettavano, quello che pensavo, ingenuo pischelletto, fosse il clou della serata: accompagnato da una big band di ben due elementi, Jimmi dimostra ancora di avere la tonalità di un tempo, cantando Il mondo (1965) con lo stesso arrangiamento di 40 anni fa. E non per mera vanità, ma per confidarci il nome dell’arrangiatore dell’epoca: "Il premio Oscar Ennio Morricone".
Il pubblico, età media sessantacinque, comincia a risvegliare emozioni sopite, alcuni si alzano in piedi.
Il clou.
“Visibilmente” emozionato, Jimmi confessa ai fan in adorazione il suo più grande rimpianto, datato 1971: visto che ne era l’autore, avrebbe voluto esser lui e non i Ricchi e Poveri, a cantarla sul palco dell’Ariston.
“Paese mio che stai sulla collina…”, ovazione che si tramuta in tripudio al momento del ritornello (“Che sarà, che sarà, che sarààààààààààà”), non volevo crederci, scatta la panolada in stile Santiago Bernabeu, tutti ad agitare tovaglioli solo per lui: Enrico Sbriccoli, meglio conosciuto come Jimmi Fontana.
Dentro di me sentimenti contrastanti: da una parte la gioia insita nella consapevolezza di vivere una scena irripetibile; dall'altra la delusione per non avere potuto goderne appieno. Sì, perchè invece di essere tra i tavoli, a sventolare il mio personalissimo bandierone, ero in piedi col sorriso inebetito, in disparte, vestito di nero. Cameriere.

mercoledì 20 giugno 2007

In cerca di Kay

I loro sguardi si incrociarono. C’era qualcosa di mutato, in lei, ma Combe non riusciva a capire cosa fosse. Il volto, la massa dei capelli non erano più gli stessi. La sua pelle era fresca, senza ombra di trucco; aveva viaggiato tutto il giorno, eppure aveva i lineamenti distesi.
Gli andava incontro sorridendo, un sorriso ancora un po’ timido e come impacciato, e lui ebbe l’impressione quasi sacrilega di assistere alla nascita della felicità.


(Tre camere a Manhattan - Georges Simenon, 1946)

martedì 19 giugno 2007

Cogli la prima mela

L'interfaccia grafica GUI (Graphical User Interface) è un paradigma di sviluppo che mira a consentire all'utente di interagire col calcolatore manipolando graficamente degli oggetti, svincolandolo dall'obbligo di imparare una serie di comandi da impartire con la tastiera come invece avviene con le interfacce testuali Command Line Interface (CLI). È lo strato di un'applicazione software che si occupa del dialogo con l'utente del sistema utilizzando un ambiente grafico.

Tale ambiente di lavoro, in cui si opera attraverso il puntatore comandato con il mouse, è stato concettualizzato nei laboratori Xerox e implementato (in bianco e nero, la versione a colori venne introdotta da Commodore con l'Amiga, nel 1985) per la prima volta da Apple con il suo rivoluzionario personal computer Macintosh.
L'Apple Macintosh venne presentato al mondo nel 1984, con uno spot pubblicitario capolavoro, andato in onda durante il XVIII Superbowl.

Evidentemente, il nostro modo di relazionarci con un computer, non sarebbe più stato lo stesso.

domenica 17 giugno 2007

Nuit sur les Champs Elysées

Mi siedo. Vediamo cosa mi viene da scrivere. Al solito inserisco un cd, l'alito di vento per i polpastrelli, stavolta no. Le dita si fermano, anche loro, mute. Ad ascoltare.

Leggenda vuole che Miles Davis abbia improvvisato gli assoli durante la registrazione. Vero o non vero, la musica che accompagna il bianco e nero di Ascensore per il patibolo (Louis Malle, 1957) rimane una delle migliori colonne sonore originali mai sentite.

sabato 16 giugno 2007

Alcuni nomi collettivi

- un gregge di pecore
- un branco di cefali
- una madria di mucche
- una raccolta di figurine
- un manipolo di benpensanti
- un drappello di eroi
- un cumulo di stracci
- una stirpe di eletti
- una fungaia di porcini
- un'accozzaglia di parole
- un filare di viti
- una mandria di mucche
- una nube di moscerini
- una foresta di sempreverdi

giovedì 14 giugno 2007

"Benvenuto nel mondo della tecnologia"

A volte basta un piccolo gesto per entrare nella storia. In altri casi non serve neanche quello, bisogna solo indovinare l’espressione giusta. E qui, in tre righe, ce ne sono addirittura due:

"Potevamo stupirvi con effetti speciali e colori ultravivaci…Ok, basta così. Ma noi siamo scienza, non fantascienza; del resto il Pal Color l’abbiamo inventato noi.
Noi siamo Telefunken, la nostra filosofia è…una Qualità. Costante. Nel Tempo."


Assolutamente leggendaria.

mercoledì 13 giugno 2007

You don't six (Non ci sei)

Ho la fortuna di avere tuttora parecchi amici cazzari. E il fatto che siano miei amici la dice lunga sul livello d'imbecillità dello scrivente.

Ci sono due modi per tradurre un nome o una frase da una lingua all’altra. Prenderò in esame la lingua inglese.

1.
Il primo sistema è applicabile solo con i nomi (anche se sarebbe più corretto dire “con i cognomi”) intraducibili, italianizzandoli fino a sentire nelle orecchie un suono familiare.
Solo così Eddy Vedder può diventare Edoardo Vedderi, Chris Cornell Cristiano Cornelio, John Cusack Giovanni Cusaco e Jim Connors Giacomo Connorsi.
Provate a giocarci con i vostri nipotini mentre degustate un succo di mirtillo. Ne vedrete delle belle!

2.
Il secondo è il metodo classico (potreste dirmi: “ma allora è il metodo numero uno!”, no, è il numero due) utilizzabile sia per i nomi di persona che per proposizioni più o meno lunghe.
Consiste nel tradurre letteralmente ogni singola parola anche se composta, con la facoltà - nel caso di frasi - di utilizzare a proprio piacimento le regole grammaticali e di sintassi.

2.1 – Nomi
Utilizzando questo criterio non sorprende che Evander Holyfield si reincarni in Evaristo Camposanto, che Larry Bird si trasformi in Lorenzo Uccello, Micheal Ironside in Michele Latodiferro, Man Ray in Uomo Raggio, Christian Bale in Cristiano Balla, Raymond Carver in Raimondo Scultore, Bill Gates in Guglielmo Cancelli, Tom Cruise in Tommaso Crociera, Neil Diamond in Nello Diamante, Jimmy Page e Robert Plant, rispettivamente in Giacomino Pagina e Roberto Pianta, Kate Moss in Caterina Muschio, David Beckham in Davide Ruscelloprosciutto, Johnny Cash in Giovanni Contante, fino ad arrivare addirittura a quelli col doppio cognome come John Woodcock, indistintamente Giovanni GallodiLegno piuttosto che Cazzodilegno.

2.2 – Frasi
In genere si prendono in considerazione testi di canzoni:
ad esempio, l’inizio di Clear Sunrise potrebbe essere "You breath softly ‘cause you don’t wanna make noise…", quello di Blue sarà qualcosa come "I find the summer all the year and that’s why I’m here…", And the moon knocked comincerà dicendo And the moon knocked on dark's room: 'Let me enter!' and he replyed 'No!'..." e via saltellando sulla spiaggia a piedi nudi.
Si possono fare innumerevoli esempi. Provate a farlo a casa con i vostri amici o con la vostra fidanzata, magari sorseggiando un bicchiere di cedrata Tassoni. Ci sarà da ridere a crepapelle!

martedì 12 giugno 2007

Il chirurgo

Il gatto che guarda nel vuoto, ma era meglio Kelly o Brenda? Penso mai al calcetto durante una giornata? Il cane de La storia infinita. I calzini col fungo con l'anima da orso che a sinistra dorme e a destra (forse) danza storto. Twin Peaks non era per tredicenni. Certo che IL limoncello rinfresca come fosse una maglia con lana fuori e cotone dentro, sì, insomma, un frescolana (ma sono davvero la stessa cosa?). In assoluto, è più facile che venga fuori un buon film dall'accoppiata ottima regia/pessima sceneggiatura, o viceversa? Co 'sti funghi non ce poi fa niente. Basta un'inquadratura. Che ore sono?

- "Per me le due e un mezza",
- "Per me le 2 e 54"
- "Le quattro e 16?!!??"
- "Noooooo, non ci credo!"

domenica 10 giugno 2007

Bottiglie volanti

La cosa che più mi dà fastidio in questo triste rituale del tafferuglio di piazza, è che la maggior parte dei coglioni siano ragazzini. Ometti sbarbati o di fiera peluria che tirano pietre e bottiglie e cartelli stradali fino ad arrivare a videocamere precedentemente divelte dai muri.
Le spalle strette, la statura spesso irrisoria, le scarpe enormi a contornare fragili caviglie, teste vuote e incappucciate, scatole craniche convinte di contenere delle idee, e con loro, la maniera più stupida per portarle avanti.
La prepotenza e la piccolezza, l’arroganza e la paura, l’incoscienza e la vuotezza, abbracciate tutte insieme in questo ballo mascherato da distruzione, dove la finta ribellione, diventa come una rivoluzione senza cuore: un atto di violenza. Nulla più.

sabato 9 giugno 2007

I viaggi di Gulliver

Lemuel Gulliver viaggiò a Lilliput, a Brobdingnag, a Laputa, a Balnibarbi, a Luggnagg, a Glubbdubdrif, in Giappone e nelle terre dei Houyhnhnms.

mercoledì 6 giugno 2007

Pescara

Dentro l'acqua di questo torrente
così limpida e veloce scenderò,
fino a quando la mia montagna,
fino a dove questa montagna
si farà pianura,
molto lontano da questo cielo
così vicino che lo puoi toccare,
fino al punto esatto,
fino al punto dove
il fiume accarezza il mare,
ma chissà
dove il fiume incontra il mare.


(Il viaggio, in Il valzer di un giorno - Gianmaria Testa, 2000)

domenica 3 giugno 2007

Concorso Una poesia per Cirello (premiazione)

In data 6 febbraio 2007 il titolare della Festicciola ebbe la bella idea di istituire un concorso di poesia per i lettori.
Dopo 4 mesi di estenuante attesa e di feroci e stimolanti dibattiti, la giuria ha raggiunto l'unanimità, subito dopo essersi dovuta rassegnare al fatto di aver ricevuto solo tre componimenti, allegati qui di seguito in rigoroso ordine di spedizione.
Visto il fallimento dell'operazione, il comitato giudicante ha ritenuto opportuno risparmiare sull'entità del premio, che verrà consegnato ai tre partecipanti (primi ex aequo) nelle sedi più opportune. In compenso - e per motivi identici - lo stesso comitato si guarderà bene dall'operare una ritenuta del 25% sul valore del premio (Art. 4 del bando).

Insomma, Gallit e Tom, vi offrirò 'sta birra al Fanfulla 101. Però bisogna brindare insieme.
Sor Vichi, a lei dico solo una cosa: "Mitt' fore..."

Miseria e nobità (Gallit, 7 febbraio 2007, ore 20.34)

Nel vuoto desolato delle mie tasche,
il miracolo di una moneta solitaria
mi regala un sorriso.
Quello che basta per un bicchiere,
di buon vino.
Null'altro tengo adesso,
ne altro voglio.
Esiste al mondo un principe o un re
più felici di me?
Non credo,
e quel che resta,
me lo bevo.


CINQUE TRENI IN FONDO AL MARE (Tommaso, 9 febbraio 2007, ore 12.38)

Abbiamo con noi parole
tonde
e ottuse.
Bianche, sullo sfondo,
non vogliono sedersi.

Come pezzi di vento
appoggiati
su un’alfa trentatrè
o come sandali stanchi
di appartenere al sole.
Finestre che abbaiano sul mare.

Solo un lamento
di luce
ci salva.

E anche oggi
sappiamo di andare.


CAPELLI (Sor Vichi, 15 febbraio 2007, ore 14.03)

Forse non c'è granchè da dire
su un mancato quasi amore
Andato
senza lasciare
che capelli sul cuscino
per poterlo ricordare.

sabato 2 giugno 2007

Letteratura dinamitarda

Il Premio Nobel per la Letteratura viene assegnato dal 1901 all'autore dell'opera letteraria più rappresentativa, dalla fondazione (Nobelstitelsen) istituita per volere di Alfred Nobel, attraverso la Reale Accademia delle Scienze di Svezia. La cerimonia di premiazione si tiene il 10 dicembre.

Nessun Premio Nobel per la Letteratura venne assegnato negli anni 1914, 1918, 1935, 1940-43, L'iscrizione presente sulla medaglia per la Letteratura recita: Inventas vitam juvat excoluisse per artes, una cui traduzione potrebbe essere, "Le invenzioni aiutano la vita, resa più bella dall'arte".

venerdì 1 giugno 2007

Menzogne e cicorie

Carta Canta, la quotidiana rubrica online di Marco Travaglio, sarebbe da far leggere ai bambini in fasce. Così, giusto per evitare facili illusioni future e pensare magari un po' di più, il Nano converrà con me, alla cara e vecchia (scusate il neologismo) faiga:

"Tra i due (il ministro Visco e il generale Speciale della Guardia di Finanza, ndr), uno se ne deve andare perché ha mentito. E noi difenderemo Speciale, perché vi pare possibile che un generale possa dire il falso mentre parla sotto giuramento di fronte a un magistrato? E' inaccettabile che Visco menta in modo così spudorato. Mentire non è consentito. Pensate a che sarebbe successo se qualcuno dei miei avesse fatto una cosa simile...".
(Silvio Berlusconi, La Stampa, 25 maggio 2007).

"Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato Berlusconi Silvio (sulla sua iscrizione alla loggia P2, ndr) non rispondano a verità (...), smentite dalle risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese del prevenuto avanti al giudice istruttore di Milano, e mai contestate (...). Ne consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso (...) con dichiarazioni menzognere e (...) compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza (...). Il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia". (Corte d'appello di Venezia, 22 ottobre 1990).

E' partita la par condicio:

"La mossa disperata di Berlusconi di annunciare un comico taglio dell'Ici, ovvero la bancarotta di tutti i comuni italiani, è la conclusione naturale di un governo che ha sfasciato l'Italia".
(Francesco Rutelli, leader della Margherita, 3 aprile 2006).

"Chiediamo a Prodi di abolire l'Ici sulla prima casa". (Francesco Rutelli, vicepresidente del Consiglio, 27 aprile 2007).