venerdì 25 settembre 2009

Valdanito

Ci sono delle persone che nascono per fare qualcosa. Giocare a pallone e fare l'attaccante per esempio.
E se è vero che essere un attaccante puro vuol dire essere una punta, un centravanti, è anche vero che per essere una punta, di quelle vere, devi fare gol.
E per fare gol devi capire dove va il pallone in anticipo, specie sul tuo marcatore, senza bisogno di fare finte, cambi di direzione o quant'altro: la punta fa gol perché arriva prima. Punto.
Altrimenti gente che a malapena riesce a stoppare la palla e mai a saltare l'uomo - à la Inzaghi per intenderci - starebbe facendo tutt'altro mestiere, invece di buttarla dentro.

Detto questo, c'è una cosa che un difensore non può sopportare, e non parlo di tunnel, rulete, sombreri o doppi passi subiti, ma della frustrazione derivante dall'essere anticipati sotto porta, la tua porta, la porta che dovresti barricare.
E il fastidio, l'odio verso gli dei del pallone diventano massimi quando tutto questo accade in seguito ad un movimento che non ha un nome preciso, ma si può riassumere nella capacità che il numero 9 - quello di una volta - sente sua più dei coglioni: attaccare il primo palo.

E a me, che attaccante non sono, i gol che arrivano da questo taglio fantastico e candido insieme, questi gesti di meraviglioso dinamismo - magari dopo una mezza luna appena dentro l'area ad evitare il fuorigioco, prima di fiondarsi dal dischetto in direzione del fondo, perché sì, la palla arriverà lì - fanno riconciliare con 'sto sport che ci vogliono far odiare, perché sono gesti che non arrivano dopo briefing, businness plan, turn over, week end, salary cap e democratic party e transition strategy. Vengono così, come le canzoni, come i fiori. Come i sogni.

Signori, Hernan Crespo. Giù il cappello.

mercoledì 23 settembre 2009

Stick around!

Consiglio vivamente - soprattutto a chi non ha trovato niente di sconcertante nell'ennesimo atto, per l'occasione a reti unificate, del Berlusconi/Vespa show - di vedere l'intervista di David Letterman a Barack Obama (ieri sera). E magari pensare anche al senso di frustrazione immenso che ne consegue, una sorta di ansia da prestazione già passata in giudicato.

Niente che rimanga nella storia della tv, intendiamoci, ma se ti sintonizzi su Ballarò subito dopo (ospiti Fassino, Urso, Lupi, Di Pietro), rischi di morire ingoiato da una serie di mostri dalla gola mai secca armati di nullismo.

FERMO IMMAGINE: Letterman invita Obama a parlare della riforma più importante e spinosa del suo mandato, quella sulla sanità: "Presidente, cos'è che non capisco?"

lunedì 21 settembre 2009

Dei professionisti

Va bene che oramai ci pigliano per il culo tutti, va bene che al prossimo giro ci faranno probabilmente il culo pure a pallone, va bene che non v'invidieremo mai fish&chips però...niente, però un cazzo. Grandissimi Muse!

La beffa dei Muse alla Ventura
I componenti del gruppo ospite a «Quelli che il calcio» si sono scambiati i ruoli. La conduttrice non se ne accorge.

MILANO — Incredibile beffa dei Muse ieri pomeriggio ai danni di Simona Ventura. Il gruppo era ospite di «Quelli che il calcio» dove ha eseguito il brano in promozione dell’ultimo album. Se non che il trio inglese si è presentato a ruoli invertiti. Il cantante Bellamy alla batteria (eseguendo di proposito dei movimenti assurdi senza assolutamente andare a tempo visto che non è il suo mestiere), il batterista Howard nella parte del cantante e Wolstenholme (bassista) alla chitarra.

Naturalmente sul piano sonoro andava tutto bene visto che trattavasi di playback totale. La Ventura (e quel che è peggio gli autori) non si accorge di nulla e alla fine dell’esibizione è convinta di parlare con il cantante dei Muse (mentre in realtà è il batterista che continua imperterrito a mascherare il suo vero ruolo). Un gioco degli equivoci assolutamente esilarante e un infortunio non male per una «esperta» di musica come la Ventura.
(da www.corriere.it)

sabato 19 settembre 2009

SPQR

Come preannunciato nel "polverizzatore" del 19 giugno, per la soddisfazione di Gaetano Saya, ieri si è svolta la prima uscita ufficiale della Guardia Nazionale Italiana, simpatici gruppetti conosciuti col nome di "ronde nere".
Ora, fermo restando che basterebbe guardare queste foto per essere colti da un profondo senso di tristezza o da un più generale sentimento di mortificazione, viene da dire, come nello scritto precedente, che questa volta mai avrei pensato di essere d'accordo con Gianni "la mia croce celtica è solo un simbolo religioso" Alemanno, che ha chiesto a prefetto e questore di

"intervenire per evitare che la nostra città venga segnata da una vergognosa pagliacciata."

E comunque, ancora una volta, vorrei dirvi che "io li odio i nazisti dell'Illinosis!"

giovedì 17 settembre 2009

Sono alla frutta

Inevitabilmente, lo dice la vita, capita di sostenere conversazioni che non si vorrebbero fare, che ci si trovi da una parte o l’altra della barricata.
In ogni caso, si giunge sempre - almeno – ad una conclusione: la formula esatta non c’è, non esiste. Un po’ come il moto perpetuo. O le matite che non si spuntano.
Succede allora che non posso non scrivere una cosa che porta dritto e senza fallo al titolo di questo post, perché davvero non avrei mai creduto di dover citare, soprattutto in questo spazio, una delle scoperte di Maurizio Costanzo (forse prima ancora di Pierangelo Bertoli): Luciano Ligabue, proprio lui, il rocker di Correggio.

Ma tant’è, l’altro giorno è successo, per filo e per segno. Maledetta Lifegate Radio (per Neil Young, s’intende):

“Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei.”

(da Certe Notti, in Buon Compleanno Elvis – Luciano Ligabue, 1995)

domenica 6 settembre 2009

E' un fenomeno

"Mi contraddico? E va beh, mi contraddico. Io sono vasto, contengo moltitudini."

Walt Whitman

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"Per coloro che vogliono provare nuove possibilità di vita e lavoro occorre aumentare la possibilità di entrare legalmente in Italia e negli altri paesi europei.
E poi bisogna dire che gli italiani sono stati un popolo che ha lasciato l'Italia e che è emigrato in altri paesei soprattutto in quelli americani.
Ciò ci impone il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con una totale apertura di cuore e di dare a coloro che vengono in Italia la possibilità di un lavoro, di una casa, di una scuola per i figli e la possibilità di un benessere che significa anche la salute e l'apertura di tutti i nostri ospedali alle loro necessità. Questa è la politica del mio governo."


Chi l'ha detto?

giovedì 3 settembre 2009

E poi, va bè...

E poi che devi dire in mezzo a tutto il ciarpame di cui sotto quando ti ricordano che 20 anni fa moriva Scirea?

Magari solo ricordarlo.
Perché mai come oggi mancano quelle persone che davano il più classico e mai anacronistico "buon esempio".
Quegli uomini come lui, che "per firmare gli autografi si fermava vicino alle cabine per non infastidire i vicini di ombrellone."

Che cosa guardate stupiti?

In realtà ci sarebbe da parlare del caos nel mondo dell'informazione, di quelli che bloccano il trailer di un film perché parla semplicemente dell'Italia e di come si è arrivati a vedere nei telegiornali cani scondinzolanti tra una tetta, un culo e un controesodo, prima di arrivare alle "ultime sui vip"; di quello che denuncia tutti solo perché gli fanno delle domande, di quello che no "risolverò il conflitto di interessi come prima cosa" e di quegli altri, baffo in testa, che "risolveremo il conflitto di interessi come prima cosa".

Invece eccolo qui, bello che vivo e vegeto, in tutte le sue dimensioni. Forse anche i più disperati adulatori, dopo 15 anni, se ne stanno accorgendo. Ma in tutta probabilità è solo perché gli criptano il segnale Rai su piattaforma Sky proprio durante la partita di pallone senza un motivo logico. E invece, il motivo, è sempre lui.

In ogni caso, una ragione per farci 4 risate ci sarà sempre. E magari un giorno, finalmente ci seppelliremo sotto quelle risate, pazienza se quelle risate, al tempo, dovevano essere di tutt'altra pasta:

"[...] hanno leso anche la identità personale presentando l’on. Berlusconi come soggetto che di certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione."

(Avv. Nicolò Ghedini, nell'atto di citazione contro L'Unità)