sabato 30 dicembre 2006

Viva la libertà

...Lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono.
(Fabrizio De Andrè, da Il testamento di Tito, in La buona novella, 1970)

Il presidente della "più grande democrazia del mondo" George Walker Bush, lo stesso che chiude praticamenti tutti i suoi discorsi con quel rassicurante e sentito "God bless America" (con il sottoscritto che non riesce a non pensare sistematicamente allo struggente e beffardo finale de Il cacciatore - Michael Cimino, 1978), sostiene come la morte per impiccagione di Saddam Hussein sia "un tappa fondamentale per il ripristino dello stato di diritto e della democrazia in Iraq".
Io penso a tutti quelli (e ne sono tanti, anche di molto vicini) pronti ad alzare le braccia al cielo che neanche dopo un oro olimpico sentendo placata la sete di vendetta piuttosto che di vittoria.
Odio con odio morte con morte, ogni volta, ogni cazzo di volta, credo davvero che non riusciremo più a venirne fuori. Intendo vivi.

3 commenti:

  1. "Dove tutti o quasi tutti sono colpevoli, nessuno lo é.
    Questa é in verità un'idea molto comune, ma noi non siamo disposti ad accettarla. E se tu non comprendi le nostre obiezioni, vorremmo ricordarti la storia di Sodoma e Gomorra." Hannah Arendt

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  2. Passegiavo due estati fa fuori dal ristorante "da Rosa" a Tarsogno, tra Parma e Spezia. Ottimi funghi, i porcini migliori d'Italia, e il risotto che ne consegue lo lascio alla vostra immaginazione. Viene servito nelle terrine ancora bollente e non c'è modo per evitare l'ustione a palato e lingua. Il suo profumo è peggio del canto delle sirene d'Ulisse.
    Sottobraccio a Paolino (Commandante "Andrea", da un libro di Gorkj), sentivo leggero il peso dei suoi 93 anni. Mi disse che avrebbe voluto rivivere tutto. Il carcere, i sopprusi, l'emarginazione che aveva subito durante il ventennio. Il freddo pungente nelle notti d'inverno sui monti di Sarzana durante la Resistenza. La gamba trafitta dai proiettili che ancora gli fa male. Tutto aveva vissuto per il suo ideale. Non c'entrava il comunismo o la lotta per gli altri. Era un discorso egoistico. Lui voleva rivivere tutto perchè era stato bene. "Inseguire la libertà rende liberi Maurizio, anche con il giogo al collo si vede la differenza tra il bue che non alza più la testa e quello che guarda oltre al fosso, oltre alle canne, oltre al bastone che lo percuote".
    Vi lascio a una poesia di Eloard:


    LIBERTA'.


    Sui miei quaderni di scolaro
    sui miei banchi e sugli alberi
    sulla sabbia e sulla neve
    io scrivo il tuo nome
    su tutte le pagine lette
    su tutte le pagine bianche
    pietra sangue carta cenere
    io scrivo il tuo nome
    sulle dorate immagini
    sulle armi dei guerrieri
    sulla corona dei re
    io scrivo il tuo nome
    sulla giungla e sul deserto
    sui nidi delle ginestre
    sull'eco della mia infanzia
    io scrivo il tuo nome
    sui prodigi della notte
    sul pane bianco dei giorni
    sulle stagioni promesse
    io scrivo il tuo nome
    su tutti i miei squarci d'azzurro
    sullo stagno sole disfatto
    sul lago luna viva
    io scrivo il tuo nome
    sui campi dell'orizzonte
    sulle ali degli uccelli
    sul mulino delle ombre
    io scrivo il tuo nome
    su ogni soffio d'aurora
    sul mare delle barche
    sulla montagna demente
    io scrivo il tuo nome
    sulla schiuma delle nuvole
    sui sudori dell'urugano
    sulla pioggia fitta e smorta
    io scrivo il tuo nome
    sulle forme scintillanti
    sulle campane dei colori
    sulla verità fisica
    io scrivo il tuo nome
    sui sentieri ridestati
    sulle strade aperte
    sulle piazze dilaganti
    io scrivo il tuo nome
    sul lume che s'accende
    sul lume che si spegne
    sulle mie case raccolte
    io scrivo il tuo nome
    sul frutto spaccato in due
    dello specchio e della mia stanza
    sul mio letto conchiglia vuota
    io scrivo il tuo nome
    sul mio cane goloso e tenero
    sulle sue orecchie ritte
    sulla sua zampa maldestra
    io scrivo il tuo nome
    sul trampolino della mia porta
    sugli oggetti di famiglia
    sull'onda del fuoco benedetto
    io scrivo il tuo nome
    su ogni carne consentita
    sulla fronte dei miei amici
    su ogni mano che si tende
    io scrivo il tuo nome
    sui vetri degli stupori
    sulle labbra intente
    al di sopra del silenzio
    io scrivo il tuo nome
    su ogni mio infranto rifugio
    su ogni mio crollato faro
    sui muri della mia noia
    io scrivo il tuo nome
    sull'assenza che non desidera
    sulla nuda solitudine
    sui sentieri della morte
    io scrivo il tuo nome
    sul rinnovato vigore
    sullo scomparso pericolo
    sulla speranza senza ricordo
    io scrivo il tuo nome
    e per la forza di una parola
    io ricomincio la mia vita
    sono nato per conoscerti
    per nominarti
    libertà

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