martedì 30 novembre 2010

Come fosse mea culpa

"Quanno se scherza, bisogna esse' seri!"
  
(da Il Marchese del Grillo, 1981)


In definitiva non è che riesca a parlare così bene. Il fatto è che mi distraggo e penso ad altro oppure penso a quella cosa che mi è stata appena detta, ma ci penso così tanto (in rapporto ai tempi di una normale conversazione, intendo) che a quel punto, vista l'inevitabile evoluzione del dialogo, ha più senso starsene zitti. Inoltre, storicamente, sono un disastro, non nel senso che sono un disastro io ripercorrendo la storia della mia vita, ma proprio nella storia del mondo e degli uomini, così finisce che non riesco a contestualizzare alcunchè con conseguente perdita di credibilità. 
Dev'essere per questo che quella volta una mi diede ripetutamente dell’ottuso. Ottuso, capite? Mica stronzo, coglione, puttaniere, idiota, traditore e simili, no, ottuso (è evidente che solo le persone che adori possono schiantarti in questa maniera): “notevolmente limitato nelle capacità intuitive, intellettive, sensoriali”. Notevolmente. Ok, è solo il suo "collezionismo di parole complicate", però poi mi disse altre cose e io - cosa mai successa né ripetuta - presi cappotto e sciarpa e andai via di casa (che, per dovere di cronaca, era la sua) ma sto divagando.
Era per dire quanto sia insopportabile quel senso di impotenza, quel non riuscire a trovare le parole giuste eccezion fatta per qualche offesa generica. E poi mi capita pure di sbagliare questa meraviglia che sono i congiuntivi ogni tanto. Così, spesse volte me la cavo con il silenzio, perché ai miei interlocutori certo non posso chiedere di aspettare qualche minuto mentre caco, dormo, suono, pedalo, cucino, fisso il soffitto o qualunque altro punto nello spazio, mi massaggio le tempie, salgo le scale, mi spremo i punti neri, sorseggio dal bicchiere, leggo (col tipico risultato di dover tornare indietro di varie pagine perché gli occhi sono andati avanti ma la testa no e allora cosa diavolo vuoi capire), insomma, tutte quelle situazioni in cui i pochi neuroni rimasti si mettono in moto e ricordano discussioni pendenti solo nella mia testa per poi riuscire - in ovvio e clamoroso ritardo - a trovare risposte e argomenti almeno decenti.

Successe la stessa cosa un paio di anni fa, a casa dei miei, in attesa del caffè dopo pranzo. Credo fosse all’interno della rubrica settimanale a cura di Vincenzo "è tutto bello e imperdibile" Mollica, in coda al Tg1:

- Papà (di stima verso la condizione fisica): “Come sta bene, o no? Ma quanti anni ha?"
- Cirello (sciolto): “Credo sicuramente più di novanta”
- Mamma (la sentenza del nord produttivo): “Ci credo che sta bene, guardagli le mani, quello è uno che non ha mai lavorato!”
- Cirello: “…”

Mia madre, cavolo, quella dolcezza di mia madre. 
Rimasi zitto per un po’ con quella frase agghiacciante che martellava contro la mia idea di mondo e delle cose per cui si vive: “Mario Monicelli non ha mai lavorato, Mario Monicelli non ha mai lavorato, Mario Monicelli non ha mai lavorato…”.
Di nuovo nella situazione di cui sopra. E neanche quella volta riuscii ad argomentare alla Umberto Eco, per dire:

ma poi mi rendo conto che il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare (gnosticamente) che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità; ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità, e pertanto la sola presenza degli stupidi nel Cosmo potrebbe testimoniare della Morte di Dio.

Né, che so, come Paperino:

sapete bene che è il momento dei miei dieci minuti di ginnastica.

Così, presi (a ragione) la frase di mamma come un attacco frontale alla mia laurea e a tutto quel mondo che scrive, dipinge, scolpisce, compone, studia, ricerca, suona, legge, dirige, fotografa. In poche parole, le persone che non si spaccano la schiena nei campi, che quindi (chiudiamo semplicemente il cerchio) “non hanno mai lavorato.”
Poi pensai a quella puntata dei Simpson in cui la famiglia deve decidere dove andare per la consueta gita domenicale e alla fine - tra la proposta splatter di Bart, quella crepuscolare di Marge e quella relativa a fiere mangerecce o mostre di cose imbecilli tipica di Homer - vinse l’ala culturale, quella di Lisa: la fiera del libro.
Ora, potete immaginarvi le lacrime e la tragedia personale di Homer, con già in testa qualche ettolitro di birra o un viaggio sul dirigibile della Duff, ma la maggioranza, a volte, vince anche a Spingfield, allora tocca accettare: 
“Ma a cosa diavolo servono i libri? Io ne ho letto uno solo, La capanna dello zio Tom e mi ha solamente insegnato che non si giudica un uomo dal colore della pelle. A che diavolo servono i libri? Buaaaaaaaaaah! Buaaaaaaah!”

Ecco, fu questa la mia risposta. Ma non credo andò a segno.

Niente funerali né estrema unzione (come vorrei io peraltro, con l’aggiunta della cremazione, giusto montè?), in stile col personaggio, così come il salto dal quinto piano: “zingaro” fino alla fine

E mi raccomando, "Un po' di rispetto, è un cadavere morto!" (da Totò e Carolina, 1955)


lunedì 29 novembre 2010

Ci salva l'aviatore

- Cindy: “Come capirò il segnale?”
- Colonnello John Matrix: “Perché vedrai saltare in aria la terra.”

(da Commando - Mark L. Lester, 1985)

Non che ci credessi molto. E poi ero un sacco distratto. Pieno di cinghiale per giunta. Però almeno un paio di minuscoli granelli di sabbia credevo di togliermeli. E invece.

Va bene che sono un giovane ingenuotto sensibile al fascino del complotto, ma mica pensavo al ritrovamento del Santo Graal o a chi fosse il datore di lavoro di Lee Oswald, a perché morì Jimi Hendrix, a chi c’è dietro Ustica e Piazza Fontana e Della Loggia, l’Italicus e la stazione di Bologna, a Mattei, De Mauro e Pasolini, a dove diavolo si trovava Atlantide, alle armi di distruzione di massa in Iraq, al perché non ci sono più Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a chi ha suicidato Sergio Castellari e Giuseppe Pinelli, ci mancherebbe, non mi aspettavo tutto questo né altre risposte.
E sì che ce ne sarebbero di domande da fare: cioè, per dire, ma ci sono andati sul serio sulla luna o stavano davvero dentro agli Universal Studios? Chi ha rubato la mia prima copia di Sulla Strada durante la festa di capodanno 2000? Salvatore Giuliano era lui o suo fratello? E il mostro di Loch Ness, esiste sul serio? Ditemelo una volta per tutti, La Gioconda, chi è? Sarà forse un alieno? Cosa diavolo c’è nell’area 51? Sti diavolo di cerchi nel grano, come li fanno? E quelle tre guardie svizzere morte nel ‘98, ci diranno mai cosa succede in Vaticano? Ad esempio, perché De Pedis a Sant’Apollinare? E Emaunela Orlandi? E Calvi? E Sindona? E Papa Luciani? Paul McCartney, è lui o un sosia? Le fogne di New York, oltre che di topi, sono davvero piene di alligatori giganti? Perché fu messo in atto e fatto fallire il golpe Borghese? Chi ha fatto fuori, Fabrizio Fabrizi “l’avvocato dei carabinieri”, lì dietro al mercato coperto? E quei 140 della Moby Prince? Perché Arresti Riina dopo 25 anni di latitanza e invece di perquisire casa, levi la sorveglianza per poi ritrovartela qualche giorno dopo - la casa, non la sorveglianza – pulita e ritinteggiata, davvero sono così maldestramente geniali? Dove cazzo è il tesoro dei Templari? E quell’1-1 col Camerun al mondiale ’82?
Davvero si spiega tutto con il 61 collegi a zero per La casa delle libertà (non ancora trasformatasi in popolo) nelle politiche siciliane nel 2001 (mica due a uno in zona cesarini, no, proprio 61 a zero. Sessantuno)?
Ma soprattutto, Monica Lewinsky, ha ingoiato?

Niente di tutto questo dicevo, niente crollo del mondo, niente supersegretimisteriosiincredibilmente svelati. No, sì va bene, un paio di passaggi di armi e navi e bombette varie per poi svelarci che Erdogan è una “minaccia islamica”, che Gheddafi "usa il botulino", che Kim Jong-il è “vecchio e flaccido” che Merkel è “poco creativa” e via deliziando, senza dimenticare la vera rivelazione, quella che definisce Berlusconi come "incapace, vanitoso e inefficace”.

A farla breve e senza troppe pippe, si potrebbe pensare che se il governo italiano è morto a seguito di una cubista minorenne e non per tutto il resto dello schifo, allora una bella terza guerra mondiale (così faccio il mio esordio dietro le barricate, “Cirello: senza uno straccio di arma – eccezion fatta per mani e piedi - prova a mettere ordine dietro i cassonetti con la consueta sagacia tattica. Viene falciato immeritatamente da una sventagliata di mitra al terzo minuto prima ancora di riuscire a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Non Giudicabile.) potrà pure venir fuori da un paio di pettegolezzi da bar. O da social network. Meno male che mi tengo alla larga. Mica dai bar, s'intende.

venerdì 26 novembre 2010

...and rattle your walls

Capita spesso di essere d’accordo con le cose che si leggono e in chi le scrive. Anche perché c'è una sorta di sottile soddisfazione nel trovarsi di fronte a quel che si pensa e si vorrebbe dire ma (lo confesso senza bisogno di assoluzioni) scritto molto meglio. E poi perché sono convinto che leggere pensieri altrui sia un buon mezzo per formarsene uno proprio. Di pensiero, intendo.
Michele Serra è tra questi, uno a volte persino più retorico di me (motivo per il quale ho quasi smesso di seguire Crosetti), ma che riesce spesso ad intercettare i miei umori.
Pensavo a questo durante la lettura de L'Amaca dello scorso 25 novembre. Insieme però, pensavo anche che io non ho 56 anni.
E scriverlo mentre dalle casse esce una rivalutata versione di The Times They Are a-Changin' (in Mtv Unplugged - Bob Dylan, 1994), insinua ulteriore ansia e consapevolezza di non starci a capire granché. Nel ramo vita, dico.


L'AMACA - da La Repubblica, 25 novembre 2010

venerdì 19 novembre 2010

Mafioso a chi?

Ci avevo passato le dita sopra. Avevo anche chiuso gli occhi. Facevo scivolare il polpastrello dell'indice sull'intera superficie. Dall'alto in basso. Poi quando passavo sul buco, mezza unghia si arenava. Lo facevo su tutte le vetrine. A volte nei fori entrava l'intero polpastrello, a volte mezzo. Poi aumentai la velocità, percorrevo la superficie liscia in modo disordinato come se il mio dito fosse una sorta di verme impazzito che entrava e usciva dai buchi, superava gli avvallamenti, scorrazzando sul vetro. Sin quando il polpastrello mi si tagliò di netto. Continuai a strisciarlo lungo la vetrina lasciando un alone acquoso rosso porpora. Aprii gli occhi. Un dolore sottile, immediato. Il buco si era riempito di sangue. Smisi di fare l'idiota e iniziai a succhiare la ferita.
I fori del kalashnikov sono perfetti.


(da Gomorra - Roberto Saviano, 2006)

Il Giornale, a margine di un povero e sconfortante editoriale del direttore Vittorio Feltri, propone una raccolta firme contro Roberto Saviano, reo di dare del mafioso al Nord, con la maiuscola (che poi non ha detto questo, ma va beh).

Ora, senza stare a tirar fuori i decennali rapporti dell'Antimafia su questi fatti (quello che fa Saviano, per intenderci), basterebbe ricordare che "la primula rossa di Corleone" Luciano Leggio (o Liggio, potere dei dattilografi, come per Andolini che diventò Corleone) fu arrestato per la seconda volta - anche lui, come Iovine e Lo Nigro e tanti altri, sorridente verso i fotografi - in via Ripamonti, a Milano. Nel 1974.
Oppure, se proprio non vogliamo andare così indietro, che il 29 ottobre scorso, il camorrista Raffaele Guarino, è stato assassinato con tre colpi di pistola in faccia. A casa sua. A Medesano, provincia di Parma.

Insomma, più che da Feltri, andrei a bussare - e firmare - da Articolo 21: "per Roberto Saviano (che dà del mafioso ai mafiosi)".

lunedì 15 novembre 2010

Cadenze di liuto

E' sempre ua figata tornare a trafficare con la pellicola, sì, va beh, per digitalizzarla, ma non è questo il punto.
Allora si accumulano cd sopra il tavolino e dopo il Requiem di Verdi (mica cazzi) mi sono fermato qui, mentre passava il fotogramma 17A (1Z per la questura):

Ophelia, la seta e le ombre nere ti avvolgono leggere,
ma dormi ormai e sentirai cadenze di liuto...
Ophelia non puoi sapere quante vicende ha visto il mondo,
ma forse sai e lo dirai con magiche parole...
Ophelia le tue parole al vento si perdono nel tempo,
ma chi vorrà le troverà in tintinnii corrosi...


(da Ophelia, in Due anni dopo - Francesco Guccini, 1970)

domenica 14 novembre 2010

Prova su strada

E' che era appena partita lu rusciu de lu mare e non avevo voglia di fermarmi per la benzina, girare la chiave e spegnere la macchina. Quindi la radio. E il canto.
Allora, anche se - giustamente - non ve ne può fregare di meno, dichiaro che ad una media di circa novanta chilometri orari, la riserva della brizzolata (con due persone a bordo) garantisce almeno 52 chilometri.

mercoledì 10 novembre 2010

Continuare a giocare

Sopra le tombe d'altri mondi
nascono fiori che non so
ma fra i capelli di altri amori
muoiono fiori che non ho


(Secondo Intermezzo, in Tutti morimmo a stento - Fabrizio De Andrè, 1968)

L’urlo di Allison. Dawn è lì, dentro la culla. Supina. Con la bocca aperta, quasi sorridente. Maglietta e pannolino bianchi. Minuscola, stesa tra le pieghe di una coperta turchese, azzurra, verde mare. Boh, non che interessi granché. E un elefante rosa di pezza ai suoi piedi.
“Questi sono tutti problemi a cui non devi neppure pensare quando hai una sana ed onesta tossicodipendenza”, diceva Renton.
Infatti erano tutti insieme, allungati per terra nell’altra stanza, lui e Spud, la “madre superiora” e Tommy. Occupati a farsi. Nessuno si era accorto che Dawn fosse morta, forse di stenti, non ci è dato saperlo. Compreso Sick Boy, per la prima volta conscio di essere padre. L’aveva lasciata lì, sola in mezzo a tutti gli altri, che adesso sapevano: sua figlia.

Non so perché, ma ho pensato a questa scena leggendo di un bambino di tre anni che non vede più la mamma prima di trovarla in bagno, per terra. Morta. Probabilmente per la caduta dopo uno svenimento causa diabete. Allora sì, potremmo fare una bella sorpresa a mamma quando si sveglia. Il vicino di casa lo ha trovato lì, per terra anche lui, sereno. Si era portato i giochi dietro, sul pavimento del bagno. Sparpagliati in ordine come solo i bimbi sanno fare. E chissà che succede quando capisci che se esiste la vita esiste anche il suo contrario, quando si mescolano - diventando inevitabilmente senza senso - tutte le parole che identificano le stagioni dell'esistenza: nascita, infanzia, pubertà, preadolescenza, adolescenza, maturità. E poi adulti. Poi ancora vecchi.
E allora ripensandoci, ha ragione papà a dire che si è sempre giovani quando i genitori sono ancora lì, a rimboccarti le coperte. E a ricordarti il fazzoletto.

mercoledì 3 novembre 2010

Mi serve un polverizzatore Thompson (11)

- Per la gioia di tutti è iniziata le centoseiesima edizione del Grande Fratello, al solito piena di casi umani che nelle intenzioni dovrebbero rappresentare l’Italia tutta e non solo centri d’igiene mentale chiusi con troppa frettolosità. Do un’occhiate alle schede:

C’è Nando, che partecipa per far morire d’invidia la sua ex che invece, suppongo, nel frattempo, se ne sta sbattendo alla grande. Di cosa o chi non ci è dato saperlo. Però con invidia.

Rosa, la cui ambizione è entrare in magistratura ma son il sogno nel cassetto di diventare attrice di teatro. Brava Rosa, la strada, visti i tempi, mi sembra quella giusta.

Giuliano, che di mestiere fa “l’accompagnatore di signore”. E credo sia giusto fermarsi qui.

Il bell’uomo della stagione dovrebbe essere Davide, direttamente dai Grandi Alberghi di Montesilvano, uno che, stimolato a dovere, non dovrebbe aver problemi ad andare di lingua, come dicono a Parigi, in curriculum vanta la conoscenza di italiano (ma questo lo scopriremo presto), olandese, inglese, francese, spagnolo, tedesco (e questo, forse, non lo scopriremo mai).

Guendalina “non potrebbe mai rinunciare ad andare al parrucchiere”, e dalla foto avrei dei dubbi, se non altro sulle qualità del parrucchiere.

Il violinista, arrangiatore, producer e modello Alessandro, si dichiara appassionato di filosofie orientali e – ma va? – tra i suoi libri preferiti c’è Siddharta. Ma questo avrei potuto dirvelo pure io. Allora non vado avanti.

In attesa delle prime tette, scopate, bestemmie, risse, culi, cazzi, rutti, scorregge, “il mestruo, la pipì e la pupù”, che ogni quotidiano farà a gara per mostrarci. Per solo senso del dovere, intendiamoci.

- La notizia del mese arriva dalla dottoressa Lesley Walzer (voto 7,5 all’idea di ricerca) del Cancer Research UK (a breve documentario BBC): "Sesso orale (10) e tumore (0) alla bocca. Esiste un collegamento." Non so quale sia il rimedio della dottoressa però mi piacerebbe (non per spirito laido, intendiamoci) vederla con il suo uomo. Già m’immagino una situazione del genere:
Lei (mentre lui scompare con la testa fra le sue gambe): “No caro no, te l’ho già detto due ore fa che potrebbe venirti un tumore alla go…alla gola…hai capito?...alla go…la…sì…no…sì…”.
Lei (in situazione opposta, con lui in posizione di inequivocabile invito): “No caro, te l’ho già detto due ore fa, potrebbe venirmi un tum….”
Lui: “Sì, sì…”
Non so voi, ma vista l’incidenza, un tumore me lo rischio volentieri. E credo di poter farmi portavoce di tutte le (perlomeno “mie”) donne. Presenti, passate e future.

- “Dopo l’Addaura Emanuele mi disse: in quell’attentato c’entra la Polizia.”, a parlare, dopo 21 anni di paura, è Gianmarco Piazza, fratello di Emanuele, collaboratore del Sisde, scomparso nel 1990, qualche mese dopo aver contribuito a sventare l’attentato contro Falcone e famiglia, lì a sud della spiaggia di Mondello.
Chissà se si saprà mai chi c’è dietro questa verità che si porta dietro poliziotti morti, probabilmente ammazzati da altri poliziotti.
Allora, ancora una volta, mi tornano alla mente le parole di Giuseppe Ayala, che sintetizzò così il dialogo con Falcone all’indomani del fallito attentato:
“Ci guardammo senza parlare e ci venne in mente la stessa cosa a tutti e due: ma questa, solo mafia è?”

- Piuttosto incomprensibilmente, Ciro Ferrara (7,5, da difensore) è il nuovo ct under 21: “Non sono lippiano”. Apprezzo la presa di posizione ma avrei preferito un outing (si dice così no?) più deciso, che so, del tipo: “Non sono un allenatore”.

- Torna sugli scudi Rocco Buttiglione: “Essere gay è oggettivamente sbagliato”. Chissà se saprà di essere oggettivamente un coglione.

- Alessandra Mussolini s’incazza e ricorda: “Meglio fascista che frocio!”

- Berlusconi para e affonda di fioretto: “Meglio appassionato di belle ragazze che gay.”

- Il Giornale: "Il bunga bunga di Fini" (e relativa vignetta con Berlusconi che corre dietro a Fini, entrambi nudi, con il secondo che urla “no, il bunga bunga no!!”)

- Famiglia Cristiana: "E' malato."

- Libero: "L’elisir di bunga vita. Il premier si sveglia: a Bruxelles risolve i conti, a Napoli i rifiuti."

- Il Manifesto: "Uragano Ruby"

- Mick Jagger: "Goodbye, Ruby Tuesday / Who could hang a name on you? / When you change with every new day / Still I'm gonna miss you..."

- Kaiser Chiefs: "Ruby, Ruby, Ruby, Ruby
Do you, do you, do you, do you
Know what you're doing, doing, to me
Ruby, Ruby, Ruby, Ruby

Due to lack of interest
Tomorrow is canceled
Let the clocks be reset
And the pendulums held"


- Nel frattempo, Cirello, in viaggio con Dylan (min 6:14) e De Andrè (4:40) sulla A24, attende il giorno in cui questo Casanova da basso impero venga violentato sulla via da lui stesso creata. Quella della Povertà (e qui di fianco metteteci quello che vi pare).

- E niente, fermo restando la miseria di tutto ciò, mi son tornate in mente le parole di quella che, per qualche istante, è stata leader dell’opposizione: “Non posso stare con un uomo che frequenta minorenni […]. Figure di vergini che si offrono per rincorrere il successo” (Veronica Lario, 3 maggio 2009).

- Bruno Vespa, al solito sempre sul pezzo, dirige una puntata promozionale con i protagonisti di Benvenuti al Sud (uscito al cinema proprio in questi giorni, il primo di ottobre…). Incredulo e spaesato che si attendeva un plastico della questura di Milano.

- In tutta questa tristezza da difensori del “sono affari suoi”, penso a come sia difficile avere una figlia di una età che boh, decida chi genitore lo è già, e cercare di farle capire che no, le virtù sono altre.
Sempre sperando che non ci risponda citando la classe di Immanuel Casto: “Ma perchè devo imparare il congiuntivo se sono così brava ad aprire il culo?”

- Dopo 84 anni e 40 milioni di auto prodotte è ufficialmente morta la Pontiac, anche lei fagocitata dalla General Motors senza manco un rutto di soddisfazione finale. Al limite una conveniente scorreggia (perché si sa, come si diceva - per evidenti motivi - in camper verso la baviera: “se la loffa è una litigata, la scorreggia è una risata”) in un consiglio d’amministrazione. Niente più eredi, l’albero genealogico si chiude qui. Una cosa contro natura. Come i genitori che sopravvivono ai propri figli. Ma il rombo e quella silhoutte da mangia asfalto li ricorderò anche se di macchine e motori non me n’è mai fregato alcunché. Ma delle cose belle, sì. Allora, in un certo senso, basterà poco, sarà sufficiente riguardare la Pontiac Le Mans del 1971 di Gene Hackman (Il braccio violento della legge - William Friedkin, 1971), la Pontiac Trans Am en Grand Prix del 1979 nell’ultima recita di Steve McQueen (Il cacciatore di taglie – Buzz Kulik, 1980), la Trans Am del 1973 rubata da Jeff Bridges (Una calibro venti per lo specialista – Michael Cimino, 1974), e poi va beh, sì, la Pontiac Firebird TransAm del 1982 guidata da Michael Knight (vero nome, ricordiamolo, Michael Long).

- "Valeria Marini come Anita Ekberg. A Fontana di Trevi rivive la dolce vita" (TgCom). Bene così, continuiamo a mentirci.

- Alessandro, tempo fa, rispondendo a chi gli chiedeva cosa facesse in qualità di ingegnere del suono: “Cerco di abbattere il rumore.”

- Allora passo alla cronaca locale: brindisi e risa di giubilo in camera di Cirello, dove finalmente (ringraziando il Mono per la consulenza e Fiorenzo per la malattia) si potrà ascoltare musica in maniera decente (perché spesso le cose vecchie risultano sistematicamente più belle?), senza fruscii apprezzabili.

Fino a questo momento, mentre suona The Great Gig in the Sky, superati alcuni attimi iniziali di timore dovuti a collegamenti sbagliati sulla cassa di destra, ecco la scaletta:

Da brividi:
- Everything in Its Right Place (da Kid A – Radiohead, 2000)

Per gasarsi:
- Kashmir (da Physical Graffiti – Led Zeppelin, 1975)

Prima del sonno, con i libri e i pensieri:
- Nebraska (tutto l'album - Bruce Springsteen, 1982)

Dalla chiusura del libro, a cullare i pensieri rimasti a cavallo del buio:
- Pat Garrett & Billy the Kid (tutto l'album - Bob Dylan, 1973)

Primi occhi aperti, col latte in caldo e i piatti da lavare:
- Nona sinfonia in Re minore (Ludwig van Beethoven, 1824)

Vediamo come va con un suono più sporco:
- The Complete Recordings (tutto - Robert Johnson, 1936/1937)

Per strillare:
- Thunder Road (da In Concert MTV Plugged – Bruce Springsteen, 1993)

Va beh, vediamo se suona bene sul serio:
- In the court of the crimson king (tutto - King Crimson, 1969)

E sì, in attesa che mi lancino il componente finale, direi che ci siamo.