sabato 30 aprile 2011

Previsioni

Ok, è una notizia vecchia. Quella della proposta di legge dell'onorevole (...) Carlucci per valutare l'imparzialità dei testi scolastici, dico. E non è che ci si voglia far del male a priori, però, in risposta a queste cialtronerie, la lettura del testo qui sotto riesce nel difficile compito di farti sentire orfano e meno solo insieme.

Gabriella Carlucci. Cioè, Gabriella Carlucci. Ma tu pensa.

Insomma, non chiedo siano tutti Pietro Calamandrei, però forse meritiamo qualcosa di meglio di un manipolo di labbra (diventate) gonfie acquistate dall'impresario. O di Mariastella "meritocrazia" Gelmini.

Era il 1950:

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. 

Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... 

Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. 

E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico."

(Pietro Calamandrei, III Congresso a difesa della scuola pubblica - Roma, 11 febbraio 1950)

martedì 5 aprile 2011

Proprio lei

Al rientro dopo un vuoto informativo di due giorni, accendo il computer e vengo subito investito dalle miserie di cui l’uomo è capace. E fare un elenco al volo (dodicenne partorisce in gita, il papà è il padre; proposta l’abolizione dell’articolo che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista; otto anni di abusi su di un disabile, tredici arresti; Caterina Balivo: “Se vince il Napoli farò uno strip, ma elegante”; Giappone: iodio radioattivo in mare 7,5 milioni di volte oltre la norma; marito uccide moglie incinta e mostra il cadavere via web al padre; Emanuele Filiberto sbarca all’isola dei famosi; padre spara alla figlia pugile: non combatterà più) lascia addosso una colata di melma sconsolata.

Poi però, leggo le liste della felicità (ne parlavo qualche post fa) scelte da Saviano tra quelle inviate dai lettori e mi soffermo sul punto 8 di tal Andrea C.: una cosa semplice semplice (come dovrebbe essere la felicità) che, se si è vissuta almeno una volta, scuote a mani basse le oche in letargo sulla pelle. E leggerla - tra l’altro scritta esattamente come avrei fatto io - è, al solito, un’iniezione di consapevolezza che fa spuntare dalla schiena un paio di gigantesche ali supplementari:

“Svegliarsi la mattina, aprire gli occhi e scoprire che lei, proprio lei, ti stava già guardando.”

venerdì 1 aprile 2011

Speriamo sia un pesce

Uno degli infiniti amanti della primavera, mi segnala questa nuova iniziativa del nostro Giovanni detto Gianni. Ossia un motivo in più per farci prendere per il culo dagli spagnoli tutti e da qualsiasi abitante di ogni altra - cosiddetta - grande città.
Dalle 23, in primavera, con le donnine appena svestite, non si potrà più bere in mezzo alla strada. Iniziò tutto con il bicchiere di plastica, perchè il vetro è pericoloso e la gente si prende a bottigliate. Ora manco più quello.
Dalle 23.
Cioè, in pratica mi impediscono di uscire a bere fuori da un locale quando ancora non sono arrivato al locale.
Dalle 23.
Non ci posso credere.
Così si fa a cazzotti dentro i locali. Però è pericoloso fare a cazzotti, ci si può far male. Allora la prossima ordinanza potrebbe essere il divieto totale di biveri ma poi, giustamente, uno sarà ancora più incazzato e teso, senza manco una birretta defatigante. E potrebbe diventare pericoloso. Allora si provvederà a tagliare mani e braccia per evitare scazzottate. Poi anche i piedi. Per finire con la testa (ché anche le teste rompono nasi). Finire. Appunto.
Ma tu pensa, chi l'avrebbe mai detto che mi sarebbe toccato rimpiangere gli americani e le loro bottiglie foderate da buste per il pane.
Daje Alema', ce l'hai quasi fatta. Poi però ti toccherà un processo per omicidio.


Roma, 1 aprile – L’alcol sta diventando il problema numero uno delle notti romane, come dimostra il pestaggio di un ventunenne a Campo de’ Fiori domenica scorsa. Il Campidoglio prende contromisure e rilancia l’ordinanza anti-alcol in versione “hard”, con regole più severe rispetto agli anni scorsi: stavolta lo stop non riguarda solo la vendita ma anche il consumo su aree pubbliche. In altri termini, dal 1° aprile fino al 30 giugno, movida sì ma sobria: chi si attacca alla bottiglia o alla lattina sulla pubblica via è passibile di multa.

Il sindaco Gianni Alemanno ha predisposto un’ordinanza, in vigore dal 1° aprile al 30 giugno, che impone, nelle zone di Roma dove si fanno le ore piccole, due divieti: per chi gestisce i locali, divieto di vendita e somministrazione di alcolici “per l’asporto o il consumo al di fuori del locale e delle relative superfici attrezzate, pubbliche o private, di pertinenza del locale medesimo”, dalle 23 fino alla chiusura degli esercizi.


Come detto, poi, per i clienti c’è il divieto di consumare alcolici “nelle strade pubbliche o aperte al pubblico transito”, dalle 23 alle 6 del mattino.


L’ordinanza indica nel dettaglio, strada per strada, le zone su cui si applica la nuova disciplina: centro storico, Trastevere, Testaccio, Monti, San Lorenzo-Tiburtina-piazza Bologna, Pigneto e Torpignattara, Ostiense-Circonvallazione Ostiense-Garbatella, Saxa Rubra-Prima Porta-Giustiniana, Ponte Milvio e Farnesina.


Il Sindaco ha trasmesso l’ordinanza al Prefetto con una lettera in cui chiede, per tutelare al meglio la sicurezza dei cittadini nelle ore della movida, il rilancio del coordinamento tra Campidoglio e forze dell’ordine e l’intensificazione dei controlli.