E fu la luce
Vista la semi-cronica assenza di persone che potrebbero distogliermi con estrema facilità dalla prima azione quotidiana, sono contento di annunciare che anche oggi ho svolto con solerzia il mio compito. Mia nonna era dolcissima quando lo faceva in mia vece, la sentivo passare con passo cadenzato di fronte ai piedi del letto fino a quando, contemporaneamente all’atto, si decideva a dare fiato a quell’accento veneto stranamente soffice: “Sveglia mulinaio che è giorno, il dovere ti chiama!”.
Stamattina è successo lo stesso, Nonna Edvige non c’è più ormai, ma ogni volta che rinnovo quel gesto è come se il sole entri ugualmente, prescindendo dal fatto di essere o meno coperto dalle nuvole.
Sì insomma, anche oggi ho aperto la finestra.
3 commenti:
Ho provato molta tenerezza leggendo queste parole. Belle :)
Dea
perdona....
ma la tenerezza non trova posto nel mio cuore peloso.
così ho ricordato mia madre che alle 7.30 apriva la porta di una cameretta nella quale erano stipati i suoi tre figliuoli e al suona roboante di una scorreggia ci intimava la sveglia...
inutile dirti che, allora, anch'io aprivo la finestra...
vaccamobile
riconosco quella visuale...e vorrei vedere, siamo dirimpettai, vicini di casa, compagni di squadra..
cia
fredo
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