Ma la voce
Se ne parlava tra le olive, ed ecco che ieri ho avuto finalmente chiaro il significato di serendipità:
- s. f. (non com.) lo scoprire qualcosa di inatteso e importante che non ha nulla a vedere con quanto ci si proponeva di trovare o con i presupposti teorici sui quali ci si basava | l'attitudine a fare scoperte fortunate e impreviste.
Cercavo tutt'altro nell'infinità della rete, non certo l'eco di una voce senza volto, una vibrazione che negli anni - e che anni - ha accompagnato minuti, ore, a volte pomeriggi interi di una vita che si sogna.
Il Conte Dracula di Carletto, principe dei mostri, Roberto Sedinho di Holly e Benjii, La Morte ne I Griffin, Benny il taxi in Chi ha incastrato Roger Rabbit, fino ad arrivare al Massimo Ciavarro di Sorbole...che romagnola! (Alfredo Rizzo, 1976).
Poteva cambiare la tonalità, il timbro, l'inflessione dialettale e tutte quelle sfumature che contribuiscono a plasmare un personaggio, ma la voce d'origine no, era sempre la stessa: quella di Roberto Del Giudice, passato a dare un senso in più al fiato degli angeli il 26 novembre scorso.
Non me la sono sentita di cercarne un'immagine, semplicemente perché preferisco ricordarlo - quale che sia il colore della giacca - con una Gitanes Corporal tra le labbra e una Walther P38 stretta in pugno, mentre scappa sul cinquino gridando "Ciao Zazza'!".