A Geneva Hilliker Ellroy
"Che avete messo a fare ‘sti lampioni?
se c’è la luna pe’ illuminazioni!"
(da Qua si campa d'aria - Otello Profazio, 1974)
Come se possa realmente interessare, mi ostino - saltuariamente c'è da dire - ad aggiornarvi sulle mie letture.
Non ho dovuto faticare molto per trovare le righe da far maritare all'atmosfera tipica dell'untuosa raccolta, al tepore circoscritto delle stufe, ai viaggi notturni nel treno che sferraglia, al vento che schiaffeggia le foglie e alla luce che sfoca lo sfondo scontornando le figure.
E' bastato il primo capoverso, come piace a me, come piace ai golosi:
Non l'ho mai conosciuta da viva. Lei, per me, esiste solo attraverso gli altri, nell'evidenza delle loro reazioni alla sua morte. Scavando a ritroso e attenendomi ai fatti posso dire che era una ragazza triste e una puttana. Nella migliore delle ipotesi era una fallita, un'etichetta che, del resto, potrei applicare a me stesso. L'avrei consegnata volentieri a una fine anonima, poche righe su un rapporto della Omicidi, una copia carbone per l'ufficio del magistrato, i formulari per la fossa comune. Ma lei non avrebbe approvato questa conclusione: avrebbe preferito rendere manifesta la sua storia in tutta la sua brutalità. Le devo molto e poiché io solo conosco i fatti per intero, tocca a me mettere per iscritto queste righe.
(Dalia Nera - James Ellroy, 1987)
5 commenti:
Tutto quello che avevo già detto e che volevo aggiungere sul caso in questione: Corona prosciolto.
cy
"NON SI manda in galera il cattivo gusto. E difatti non c'è dubbio che solo grazie al suo insperato "talent scout" di Potenza, al giudice John Woodcock, Fabrizio Corona, che ha sopportato da giovane "vecchia volpe" una galera che non gli spettava, è oggi una vittima ammirata con tanto di certificato di proscioglimento, una specie di Silvio Pellico delle commesse, il Che Guevara delle sciammannate, il Giuseppe Garibaldi degli "scooppisti".
Adesso dunque che Corona è stato prosciolto, speriamo che anche il giudice Woodcock capisca che infilare il diritto nel cattivo gusto non solo sporca il diritto, ma trasforma la volgarità in bellezza. E dunque ora che, molto saggiamente, il gip romano Tommaso Picazio ha stabilito che Corona - almeno nel caso del capitano della Roma Francesco Totti e della showgirl Flavia Vento - faceva il fotografo e non l'estortore bisognerebbe che l'intero Csm in seduta pubblica riflettesse su come la sofferenza della galera e l'abuso del diritto riescano a vestire di buon gusto anche il cattivo gusto.
E i giudici dovrebbero interrogarsi proprio per evitare che finisca come a Roma, dove l'abuso di un'eccezione da parte del comandante dei vigili urbani rischia ora di disonorare tutto il corpo dei vigili urbani. Nessuno può infatti negare che l'oscuro Corona, il quale svolgeva uno dei tanti lavori da immondezzaio post moderno, era un signor nessuno prima che l'inchiesta di Potenza ne trasmutasse l'essenza: da fotografo in fotografato, da paparazzo in paparazzato, dalle stalle alle stelle.
Perciò bisogna dirlo e ripeterlo: è al giudice di Potenza che dobbiamo il mostruoso fenomeno Corona, che non è solo il banale e bel maschietto palestrato e tatuato che offre in dono le sue mutande gettandole dalla finestra alle ragazze adoranti, ed è invidiato da tanti giovani. Il punto grave è che Corona è anche un'idea del lavoro. Un'idea che è diventata vincente. Corona lavora sulle cose sporche. Si mimetizza dentro l'immondizia. E probabilmente c'è sempre stato un Corona appostato dietro ogni debolezza umana, pronto a sfruttarla.
Ma una volta, prima dell'era Woodcock, noi tutti pensavamo che solo nell'ombra potessero acquattarsi i Corona, e che per fare quel lavoro ci volesse stomaco. Ora invece molti ragazzi italiani pensano che quel lavoro è una figata pazzesca, un professione nobile, molto meglio che studiare come un pirla e poi finire a fare l'architetto come direbbe quel sapientone di Celentano. Incarcerato e prosciolto, Corona è infatti un eroe da fumetto gotico, una specie di salame di Jacovitti, una truculenza che è diventata cara a una parte degli italiani.
Eppure nessun chirurgo esibisce la faccia soddisfatta dopo un'operazione di emorroidi o il taglio di un'appendice, perché sa di avere messo le mani nel sangue e nelle viscere. E invece genialmente Corona, che a differenza dei medici non salva le vite, è tutto tronfio di poter mettere un occhio lascivo e sadico nell'immondizia umana, e l'altro occhio, avido e contabile, nel portafoglio della vittima.
Leonardo Sciascia negli ultimi anni della sua vita si inquietava perché molti giudici italiani troppo spesso usavano male il loro potere straordinario. I giudici infatti possono privare gli uomini della libertà. E usare male questo immenso potere, pensava Sciascia, può solo generare disastri individuali e sociali. Ebbene, questa dolorosa, grave considerazione trionfa oggi nella vicenda di Corona, laureatosi in galera angelo diabolico dell'Italia più triviale.
Si sa che a ferire e ad allarmare Sciascia fu il caso Tortora. Ecco a distanza di tanti anni il cammino che abbiamo fatto, lo stesso che trasforma la tragedia in farsa. Mai Sciascia avrebbe immaginato che un giorno sarebbe stato rovesciato il caso Tortora. Lì la cecità del diritto aveva fatto di un uomo per bene un galeotto, qui la cecità del diritto ha fatto di un galeotto un uomo per bene."
(Francesco Merlo, 28 novembre 2007)
Il signor Merlo ha trovato unqa quadratura del cerchio che financo il sottoscritto, pluricandidato Nobèl per il nullismo in endecasillabi sciolti, riserverebbe solo alle proprie più spericolate polluzioni diurne. "Uno dei tanti lavori da immondezzaio postmoderno" , poi, vale - mi si passi l'incurabile fuga nell'ovvietà - il classico biglietto. Unico appunto, giustoper mantenere oliati i ferri dell'onanistico mestiere, la citazione di Sciascia. Solo perchè - personalissime schizofrenie, ci mancherebbe - dopo L'affaire Moro mi cadde cordialmente in culo.
Ma senza rancore alcuno, buonanima.
Sor
Buon Cirello Dorfles,
grazie mille per le tue sempre preziose dritte letterarie! Vago solo da poche ore nel Purgatorio degli Angeli e già rimpiango di non poter puntare qualche dollaro sul buon Bleichert..
Cito Travaglio:
"[...]L’altro giorno i giudici di Roma, tanto per cambiare, hanno archiviato l’inchiesta – nata dal lavoro dei loro colleghi di Potenza – a carico di Fabrizio Corona per la presunta estorsione ai danni di Francesco Totti. Se l’informazione fosse una cosa seria, avrebbe ricordato che per Corona hanno chiesto il rinvio a giudizio per una decina di estorsioni le Procure di Torino e di Milano, mentre il reuccio dei paparazzi resta indagato a Potenza per associazione per delinquere. E per questo reato, non per il caso Totti, era stato arrestato. Invece quel sapientone di Francesco Merlo, che vive a Parigi e ammira molto Giuliano Ferrara, scrive su Repubblica che Corona, a causa del pm Woodcock, subì “una galera che non gli spettava” (Merlo ignora che gli arresti li dispongono i gip, non i pm), ragion per cui ora il Csm dovrebbe “riflettere in seduta pubblica su come la sofferenza della galera e l’abuso del diritto riescano a vestire di buon gusto anche il cattivo gusto”. Parole in libertà di un giornalista disinformato sui fatti, che non potranno non condizionare i magistrati (altro che le fiction sulla mafia!) quando dovranno pronunciarsi sulle altre accuse a Corona: se archivieranno, verranno elogiati dal Merlo di turno come “molto saggi”; se rinvieranno a giudizio o condanneranno, saranno complici dei pm manettari che abusano della galera per “vestire di buon gusto anche il cattivo gusto”.
Davvero era proprio tutto?
L.
è l'abuso della carcerazione preventiva rimane.
sulla storia totti non credo ci fossero dubbi sulla sentenza finale, per le altre si vedrà, anche se credo che provare l'estorsione sia molto difficile in un caso del genere e nelle modalità di cui siamo a conoscenza (io ti faccio le foto e ti chiedo di darmi soldi, se non me li dai va bene uguale, prenderò i soldi dal giornale e cui le venderò. credo sia lo stesso meccanismo di vallettopoli - sigh -)
secondo me verrà assolto anche da tutte le altre accuse.
spiace pronosticarlo,
c.
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