Mi serve un polverizzatore Thompson (7)
- Prosegue senza sosta la lenta agonia del giornalismo televisivo italiano ormai sempre più asservito ai voleri di quello che non controlla la maggioranza dei mezzi di comunicazione e che, al contrario, li ha tutti contro. Cosa facilmente intuibile in questo periodo, visto che non vedo né sento cenni sull’inchiesta del giorno (presunto giro di appalti milionari e squillo che l'imprenditore Gianpaolo Tarantini avrebbe organizzato lungo la rotta Bari-Roma-Porto Cervo).
1) Al Tg1, forse, avevano fatto di meglio il giorno prima, quando, invece di parlare delle migliaia di aquilani (un lupo, un orso marsicano e una pecora per la questura) in protesta sotto a Montecitorio, hanno pensato bene di aprire con un servizio sulla casa dello studente de L'Aquila che verrà ricostruita con in fondi della regione Lombardia, con tanto di collegamento con la Graziadei e intervista a Formigoni nel ruolo del pavone.
Domenica invece, il buon Minzolini ci aveva intrattenuto per quasi un minuto e mezzo sulla cena del premier a Portofino con l’inevitabile seguito di ospiti a quanto pare famosi che gli stringono la mano e “lo esortano ad andare avanti”.
2) Il one man show su rete 4 è tutto un programma, la faccia da tragedia di Emile Faith è di quelle che non si dimenticano: hai fatto bene a non dire nulla, noi abbiamo capito tutto.
3) Il Tg2 di qualche giorno fa risponde da par suo, mettendo el partido del siglo Spagna-Nuova Zelanda prima di un servizio di dieci secondi sul prossimo referendum.
4) Capolavoro del Tg5 e di Gioacchino Bonsignore (4, l’aria da bravo ragazzo non m’è mai piaciuta) durante le elezioni europee. Un fuori onda che fa intendere molte cose, semmai ce ne fosse ancora bisogno, con il suddetto che cerca di capire se il padrone abbia perso rispetto alle politiche e poi no “no, era per capire… mica lo dico in onda eh, per capire com’è andato berlusconi… il popolo della libertà…ah, non c’era il popolo della libertà?”.
5) Di Studio Aperto non parlo se non altro perché ha avuto il buon gusto (o mio Dio, sto associando il buon gusto a Studio Aperto) di decidere di non chiamarsi telegiornale.
6) Da questa lista manca il Tg3 ma solo perché non lo vedo. Ho voglia di comicità in questi giorni, non di tragedia. Ok, lo ammetto, le sopracciglia di Maria Cuffaro (5, a me le donne piacciono non truccate) meritano una segnalazione.
Proporrei una cosa a questo punto, mettere l’acronimo Tg sotto protezione, sotto tutela: solo i notiziari che rispondono a determinati criteri potranno fregiarsi del marchio, una sorta di corrispettivo del marchio DOP per gli alimenti. Primo criterio: un Tg deve dare le notizie. Non farsele dare.
- Rimanendo in tema, rischia di salire sul podio 2009 la prima pagina di Libero di martedì 16 giugno, : “Obama a Silvio: aiutami.”
- Potrebbe essere interessante notare, visto che pochi l’hanno segnalato, (per i motivi accenati in precedenza) che l’aiutante di cui sopra, ha ricevuto il più basso numero di preferenze personali dal 1994. Vuoi vedere che dopo 15 anni la casalinga di Voghera inizia a capire che uno degli uomini più ricchi d’europa, uno che si presentò dicendo di voler fare l’Italia come il Milan (sigh), uno con interessi economici enormi in qualsiasi campo, uno che si preoccupa di Noemi quando ha l'ennesimo processo per corruzione in corso (se solo si potesse processare), uno che si vanta di avere un vulcano finto nel giardino di casa (doppio sigh), in fondo, non è proprio il prototipo di “uomo del popolo”?
- Per la rubrica, “evviva il mondo dalle facce-tette-gambe-anime-culi finti”, ho riletto col ghigno beffardo di un disilluso una frase di Anna Magnani, rivolta ad un truccatore che, prima del ciak, stava per coprirle le rughe sul volto: “Lasciamele tutte. C’ho messo una vita a farmele.”
- L’immaginifico salvatore (maledetta mela e fottutissimo serpente) di Obama (siamo gli unici, tra l’altro, con le isole Bermuda, a prenderci prigionieri di Guantanamo) continua con la sua personalissima teoria: "Bisogna consumare, è logico che se qualcuno fa previsioni pessimistiche, queste si avverano. Il problema della crisi e' soprattutto psicologico".
Allora non si può non pensare che O.B., 63 anni, divorziato anni fa e con un figlio a carico, ha recentemente perso il lavoro. Ora, trovalo un lavoro, a quell’età, col figlio che vuole il gelato e la causa di sfratto in arrivo perché non riesci più a pagare l’affitto, che pressa, ti logora, ti rosicchia come un amore perduto.
Così succede che i muscoli si sfibrino e prima di annientarsi si riservino per un ultimo gesto: O.B. si è ucciso il 9 giugno scorso a Milano, lanciandosi nel vuoto dal terrazzo di casa. Un biglietto prima del salto: "Dalle visite avrei il cuore di un ventenne. Se possibile donatelo, ma non credo che lo sia".
Eccola lì, l’unica cosa che, forse, aveva ancora da consumare.
- Spettacolare iniziativa di Gaetano Saya e del nascente partito nazionalista italiano: pronte a debuttare le ronde della “Guardia Nazionale Italiana” presentate il 6 giugno durante il primo convegno nazionale dell’Msi – Destra italiana. Pur dubitando che le ronde siano “un’iniziativa apolitica”, non si può fare a meno di notare che la divisa di questi fenomeni (eccezion fatta per l’aquila imperiale romana sul basco) è tale e quale a quella vista nei Blues Brothers. Che lo spirito di John Belushi sia sempre con noi: “Io li odio i nazisti dell’Illinois!” (min 1:39)
- Al solito ho avuto il rispetto di non premere play. E parlo del rom suonatore di fisarmonica ammazzato per sbaglio a Napoli. Però ho letto dell’indifferenza della gente, ho visto i fotogrammi della moglie sola che piange, della gente che passa il biglietto per entrare, di chi parla al telefonino senza probabilmente chiamare le ambulanze. Insomma, una marea di tristezza. Allora che dire:
Uomini senza fallo, semidei
che vivete in castelli inargentati
che di gloria toccaste gli apogei
noi che invochiam pietà siamo i drogati
Dell'inumano varcando il confine
conoscemmo anzitempo la carogna
che ad ogni ambito sogno mette fine:
che la pietà non vi sia di vergogna.
(da Recitativo e Corale, in Tutti morimmo a stento – Fabrizio De Andrè, 1968)
- Così poco tempo fa, giravo per Roma sul mio cavallo d’acciaio (per dirla con il signor Ricci, quello che riuscì a mettermi 3 in pagella sotto la colonnina “orale” in corrispondenza della riga “Educazione fisica”), quando in lontananza vedo un manifesto con un volto di tre quarti, l’occhiale fume’, la faccia abbronzata e con in basso una scritta avente a che fare con il mediterraneo, una roba del tipo “dialoghi con”, “rapporti con” e via dicendo. Incuriosito da un’eventuale concerto di Bennato durante i prossimi giochi del mediterraneo in terra abruzzese, mi sono avvicinato. E ho capito: non era Bennato, nessuno dei due. Era Gheddafi.
- Hasta la Victoria. La nipotina del Che nuda per gli animali. (Tgcom)
- Cronaca locale: dopo anni di gloriosa attività su Piazzale Prenestino angolo circonvallazione casilina, chiude i battenti (al suo posto una gelateria) lo storico Bar Paperino. Chi non ha mai avuto il piacere di gustarsi un cappuccino e cornetto - pessimi, ma ad 1,10 euro – con vista sullo scaffale della carta igienica, non sa cosa si è perso.