Double B
Il fatto è che si dorebbe parlare solo della promozione dei biancazzurri, che dopo tre anni tornano nel "calcio che conta", frase tuttora incomprensibile allo scrivente.
Poi succede che tutto passa inevitabilmente in secondo piano quando, a sera, ti rendi conto di trovarti sul serio di fronte ad una leggenda, letteralmente. Senza scomodare l'abusivismo di Gianni Minà.
La band - ad occhio e croce tutti fenomeni ben prima della sopraggiunta vecchiaia - lo aspetta passandosi la palla al volo, per dieci minuti buoni, spesso di tacco. E poi arriva lui, con l'andatura in-decisa di chi a 85 anni ne ha viste parecchie, dai campi di cotone fino ad influenzare praticamente chiunque grazie alla sua Lucille.
E non so, del papa non me ne può fregare di meno, ma la sensazione è quella di essere in mezzo a piazza san pietro nella remota possibilità che si avveri la profezia dei Pitura Freska.
E da seduto le gambe non servono più. Bastano le mani. E avanzano.
In realtà finisce che suoni più la band di lui ma poco importa, perché ogni fraseggio pare un cuscino.
E chissà, forse il primo a dire che "i neri hanno il ritmo nel sangue", l'ha fatto dopo aver visto un concerto di B.B. King.
2 commenti:
cazzo, doppia B poteva pure esse British Bulldog...io preferisco lui!
quello con la schiacciata accompagnata più potente della wwf
montelli, il solito materialista
Ma non ti piaceva il raviolo?
Sor moderno (castiga la straniera e va a letto con Zartolin)
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