martedì 7 settembre 2010

Di nuovo

Pare sempre difficile lasciarsi il mare alle spalle, soprattutto quando c’hai passato così tanto tempo insieme e di fila, senza pause e dormendo poco, con la sabbia nel ruolo di lenzuolo. Ma alla fine succede, a settembre. E’ da un po’ che non si scappa da questa consuetudine. Dalle mie parti sono sei anni. Un’estate che diventa sinonimo di agosto. Pure da sei anni. In cui ci si continua a prendere per il culo dicendosi di ripartire, ben sapendo che per farlo dovresti essere per lo meno partito.

Non me ne volete male dai, è normale un po’ di malinconia adesso, ora che mi chiedo senza risposta cosa mi facciano gli odori e i colori di questo primo periodo di brividi ai piedi, se l’effetto di Madame George di Van Morrison o di Movin’ Cruisin’ dei fratelli Carmelo e Michelangelo La Bionda.

In ogni caso è stato difficile andare avanti senza cd, chissà come saranno stati tutti da soli, con la sola luce a filtrare dalla serranda. Senza illuminare alcun corpo che balla.
Però gli amici sono stati qui per tutto il tempo, a parte il pingue andato via troppo presto perché il lavoro, come spesso accade, invece di nobilitare, allontana e basta.
La prima estate senza Lorenzino sotto la palma 3b ma con la capitaneria sempre presente. Anche se solo all’orizzonte. Come un fantasma che spaventa i bambini con la palla. Bello scambio di merda. Infame. Tipico della vita, direi.
Un’estate di birra e di sabbioni incredibilmente sempre vinti, e da noto difensore fabbro, senza mai segnare, conscio da tempo che no, non è vero un cazzo che un gol salvato equivale ad uno fatto. O meglio, per me lo è. Ma vallo a spiegare agli altri.

Un’estate che, al solito, mette le ali ai pensieri. E di riflesso insegna.
Tipo che portare rancore è solo una perdita di tempo.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

tipo, cirello, che potresti scrivere un libro, fatto solo con i post e i commenti di questo tuo blog. nell'attuale congiuntura del mercato editoriale, cronicamente condannato alla leggerezza ma sempre instabilmente alla ricerca di qualcosa che rompa. vista la così densa alternanza di serio e faceto. di denuncia e cazzeggio. di malinconia e allegria. di nostalgia e entusiasmo. col sottofondo di roma e del resto dei luoghi attraversati. treni, strade e autostrade. con la provincia e la capitale. con in controluce la malferma esistenza dei giovani d'oggi, delle loro case, dei loro cani, dei loro balconi, delle loro tapparelle, della luce che da esse traspare. delle ombre che insistono nelle penombre, ah. con la musica. con berlusconi. con il mare d'estate e la neve d'inverno. dico sul serio.
sta a te cercare l'architettura: una selezione dei post e dei commenti? brevi soglie introduttive? una trama narrativa che intercala gli uni e gli altri? con un romanzo inventato di sana pianta, che prende i post come suoi pezzi e li collega come i punti del vecchio gioco enigmistico che era l'unico che sapevamo fare da bambini? vedi te.
secondo me funzionerebbe, altro che docu-fiction.

Anonimo ha detto...

si chiamava (anzi, si chiama), la "pista cifrata". il gioco enigmistico dico. e che goduria la prima volta che riuscii a completare lo schema di "parole crociate facilitate" nella pagina di fianco. pareva di essere già grandi. e chi lo sapeva che sarebbe stata (quasi, dai) tutta una fregatura.

cy

Anonimo ha detto...

E' malinconico lasciare il mondo di mare, sole, amici, serene cazzate e tutto quello che l'estate porta. E che in qualche modo, devi contribuire a costruire; ho visto tanti che all'estate rinunciano, in maniera più o meno consapevole, ma di certo sono colpevoli, credo, dei loro dolori durante il resto dell'anno, che siano fisici o mentali.
Ne ho visti troppi aspettare, rimandare, con il rischio di scordare che un'estate buona vale mille stipendi e 100 anni di ufficio; il lavoro spesso non nobilita, abbrutisce.
E allora mi sono fatto una larga porzione di estate da disoccupato prima di cominciare il lavoro nuovo, felice come immaginavo che sarei stato. I bagni e alcuni viaggi nella campagna vicina al mare mi hanno reso soddisfatto e certo che, sempre, l'estate mi terra' ben vivo.
fredo

Anonimo ha detto...

a me la docufiction, senza trattino di divisione, piace, nella sostanza.
certo, si potrebbe chiamare con nomi più belli, o anche solo italiani, ad esempio, cinema del reale.

un anonimo facilmente rintracciabile

Anonimo ha detto...

eh caro fredo, so bene quanto tu sia un fuoriclasse di questa stagione. anche se le malelingue potrebbero obiettare che sì, va bene, ma so boni tutti con quei posti che ti ritrovi di fianco a casa!

fatta la cozzata? l'ha cucinata lucha? e la tessera delle cozze, completata? e lo spada - e il resto - alla griglia? e i campi de la foca (giusto?) sono stati solcati?

e poi mi chiedevo, dove sei adesso? ogni tanto leggo brussels e beh, sappi che in belgio non sono mai stato.

cy

@anonimo#2: e se scrivessimo docu/fiction? meglio docu_fiction? e se ci inventassimo un nuovo segno tra docu e fiction?

Anonimo ha detto...

e comunque lasciatemelo dire quant'è dolce quando madame George si alza in piedi e fa "ehi amore, hai dimenticato i guanti." (min 50:5)

e insomma.

Anonimo ha detto...

5e05 naturalmente (50 minuti di pezzo sarebbero francamente troppi...)

Anonimo ha detto...

maledette malelingue...
Fatto tutto: cozze (lucha), aguglia imperiale, sgombri, pauri e la new entry, alici marinate (io).
La foca ci ha ospitato per un match, non vittorioso purtroppo; si attende la rivincita natalizia.

Bruxelles offre ottime cozze: ho fatto la pepata appena arrivato. La camera degli ospiti ti aspetta cire' (tom, l'invito è anche per te ovviamente), cosi come le birre trappiste da andare a scovare nei conventi delle fiandre.

p.s. si prevede una discreta festa il 23 ottobre a bruxelles - la casa non puo' offrire un letto per quella data ma birra si, a volonta'.
fredo

Anonimo ha detto...

caro primo anonimo, potresti proporti come manager!

Anonimo ha detto...

Caro Alfredo,
quest'estate ho solcato pur'io, anche solo per un giorno, la pietra nera della Timpa.
E a proposito di Timpa e di cibarie varie, la miglior granita da me provata in quei 10 giorni in Sicilia, ma di gran lunga sopra tutte le altre (Catania, Siracusa, Noto, Modica, Scicli, Sampieri, Messina), è stata quella a 1 euro dal Bar "La Timpa" a Santa Maria della Scala. La nonna Graziella, secondo me centenaria imbalsamata fuori la porta del bar, la figlia, logicamente ottantenne, a riempirmi un bicchiere di plastica da compleanno di questa meraviglia di ghiaccio, logicamente alla mandorla.
Una rivelazione.
Gallit

Anonimo ha detto...

Gallit, figliolo,
che soddisfazioni che mi dai.
Saperti al bar della signora a Santa Maria la Scala mi fa pensare che tutte le storie raccontate sulla Sicilia siano davvero servite a qualcosa.
E pur tuttavia, caro Gallit, sulla granita e sui posti che la producono come iddio comanda ci sarebbe tanto da discutere: dovessi tornare dalle nostre parti, ti inviterò ad assaggiarla in altri posti imperdibili (Condorelli e Cannavò su tutti, ad Acireale).
Un abbraccio, a presto.
fredo