Continuare a giocare
Sopra le tombe d'altri mondi
nascono fiori che non so
ma fra i capelli di altri amori
muoiono fiori che non ho
(Secondo Intermezzo, in Tutti morimmo a stento - Fabrizio De Andrè, 1968)
L’urlo di Allison. Dawn è lì, dentro la culla. Supina. Con la bocca aperta, quasi sorridente. Maglietta e pannolino bianchi. Minuscola, stesa tra le pieghe di una coperta turchese, azzurra, verde mare. Boh, non che interessi granché. E un elefante rosa di pezza ai suoi piedi.
“Questi sono tutti problemi a cui non devi neppure pensare quando hai una sana ed onesta tossicodipendenza”, diceva Renton.
Infatti erano tutti insieme, allungati per terra nell’altra stanza, lui e Spud, la “madre superiora” e Tommy. Occupati a farsi. Nessuno si era accorto che Dawn fosse morta, forse di stenti, non ci è dato saperlo. Compreso Sick Boy, per la prima volta conscio di essere padre. L’aveva lasciata lì, sola in mezzo a tutti gli altri, che adesso sapevano: sua figlia.
Non so perché, ma ho pensato a questa scena leggendo di un bambino di tre anni che non vede più la mamma prima di trovarla in bagno, per terra. Morta. Probabilmente per la caduta dopo uno svenimento causa diabete. Allora sì, potremmo fare una bella sorpresa a mamma quando si sveglia. Il vicino di casa lo ha trovato lì, per terra anche lui, sereno. Si era portato i giochi dietro, sul pavimento del bagno. Sparpagliati in ordine come solo i bimbi sanno fare. E chissà che succede quando capisci che se esiste la vita esiste anche il suo contrario, quando si mescolano - diventando inevitabilmente senza senso - tutte le parole che identificano le stagioni dell'esistenza: nascita, infanzia, pubertà, preadolescenza, adolescenza, maturità. E poi adulti. Poi ancora vecchi.
E allora ripensandoci, ha ragione papà a dire che si è sempre giovani quando i genitori sono ancora lì, a rimboccarti le coperte. E a ricordarti il fazzoletto.
8 commenti:
e a passatte li sòrdi
caro anonimo, grazie per avermi fatto venire in mente 'sta cosa che segue. Mi piace sempre raccontarla, magari c'è ancora qualcuno che non la conosce.
non ricordo esattamente come andò, ma la scena fu più o meno questa:
Mazzone in panchina, credo fosse a Brescia, in tuta d'ordinanza e solita maschera alla Gargamella. Viene fischiato un fuori gioco contro un suo giocatore e carletto, ovviamente, non è d'accordo. Il quarto uomo (o lo stesso guardalinee, non ricordo) cerca di calmarlo dicendo che sì, aveva visto bene, era fuori gioco netto e non aveva motivo di lamentarsi. Mazzone lo interrompe con la voce che sappiamo noi e gli fa: "te voi scommette sordi?!?"
cy
secondo me l'anonimo è sandro bondi. Noto poeta.
Secondo me l'anonimo sono io.
a proposito di san martino dovevo dire una cosa, il classico aneddoto della serata, ma putroppo me lo sono dimenticato!
cazzo!
montelli
e quindi, caro montelli, anche questa sera eri da abbattere...
cy
eh buon cirello...io lo dico sempre, ad una certa ora, qualcuno mi riporti a casa, che cazzo!
montelli
Levateglie er vino!
Sor moderato (e cerchiobottista)
Posta un commento