lunedì 27 giugno 2011

Era meglio, altrove?

Se gli avesse detto "vieni" l'avrebbe seguita, dimenticandosi di tutto il male che gli aveva fatto. Sì, l'avrebbe perdonata. Si può odiare continuando ad amare. Era una cosa che non aveva mai capito, che non avrebbe capito mai.


Izzo è disarmante.
Come la disperazione che ti ficca dentro. Senza difese, come nei sogni. Né riscatto. Che non sia la speranza di un amore già finito.

E' terminato con Il sole dei morenti (Jean-Claude Izzo, 1999) il mio tipico periodo di blocco del lettore. Con un pianto trattenuto a stento seduto al 21A. Finestrino.

Con l'oceano stampato fisso negli occhi e il ricordo della risacca a rimboccare le coperte (con le ultime spiagge). Funziona così con Izzo. Almeno nelle parentesi di vita in cui si vorrebbe scrivere come lui. Con i dubbi sputati fuori da sentenze. E la sicurezza del ritrovarsi. Perduti. Sempre. Nel sentirsi dire cose che non si sapeva di sapere. Allora zitti.

Non rimane altro che prendere la matita mangiucchiata tra le labbra e sottolineare. Tipo l'ideale risposta al post di qualche tempo fa:

"Sai, la felicità ti fa sentire a casa."

Leggetelo.

domenica 19 giugno 2011

L'idea dell'amore

Certe donne non lasciano intendere se si interessano all'amore. Altre, invece, lo portano scritto sul viso.

(da L'uomo che amava le donne - Francois Truffaut, 1977)

Non è proprio la giornata giusta per scrivere recensioni, cioè, in realtà lo sarebbe. O almeno una volta era così. Ma non è che sia tutto così chiaro. Forse il momento giusto era ieri notte, pedalando attraverso posti che non ritroverò mai (è la bellezza dell'essere "bussola", d'altronde) e neanche mezza stella a punzecchiare il blu plumbeo del soffitto.

Senza contare poi che l'ho visto oggi pomeriggio su di un lenzuolo bollente già al quarto minuto, mica potevo scriverne un giorno prima.

Così mi basta dire che manca davvero tanto qualcuno capace di soffiare con così intima leggerezza.

Altro che 3d, thx, dolby digital surround EX, motion capture, full hd e amenità varie.

Insomma, se vi manca ancora, vedetelo.

martedì 7 giugno 2011

Voglio annegare

I passi delle onde che danzavano sul mare a piedi nudi
come un sogno di follie venduto all'asta

(Sfiorivano le viole - Rino Gaetano, 1976)


Mare, esterno giorno. Dopo aver recuperato da una serata particolarmente impegnativa, il giovane Cirello esordisce in spiaggia con un pallone da gonfiare sotto braccio.

- Ciz (facendo ciao da venti metri sulla sinistra): “Ciiiiiiiiiiiii!”

- Cirello (appena raggiunta, con i piedi gaudenti): “Ciao Ciz!”

[smack]

- Ciz (in sollievo): “Che fai?”
 
- Cirello (in astinenza): “E’ il mio primo giorno di mare serio.”

- Ciz (che di mare - e di me - ne sa): “Va bene, vai.”

Proseguendo verso est, adocchio quattro manzi pallidi sulla riva, in particolare il Barone e il Tenente che si scambiano palla di prima. Allora saluto al volo le lucertole e poggio tutto rapido sotto la 3b, mi involo, invoco palla e chiedo triangolo a La Signora che lo chiude preciso sul mio sinistro in corsa a giro con tuffo incorporato, troppo morbido per impensierire seriamente Chiodo, appostato dieci metri dentro l’acqua, che si allunga sulla destra e respinge facilmente.

E insomma, dopo un po’ di silenzio e visto che nel mondo non sta succedendo niente, mi sembrava una notizia interessante.