sabato 30 giugno 2012

Non mi uccise la morte

E' giunta alla fine la tristissima storia di Federico Aldrovandi. Con tutto quello che si portano dietro queste vicende. E le rispettive conclusioni. Col loro bel miscuglio di sfiducia, rabbia, spalle che scendono e piedi nervosi, mani che prudono e occhi sudati. E un po' di speranza, che se non ce la buttiamo dentro, si finisce strozzati dall'abbraccio della nostra inutilità e dal pensiero fisso, inchiodato come le cicatrici del sole, che l'homo sapiens, in fondo, ha fallito.

Allora cedo ancora una volta la parola alla moltitudine rappresentata da Spinoza. Coi sorrisi sempre più avari di zucchero.

1 commento:

una testa calda ha detto...

visto che siamo in tema e giusto per rinfrescarci un pò la memoria che co'sto cardo non fa mai male....


http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/07/03/news/titolo_tabella-38453853/?ref=HREC1-1