Latitanza
Eccoci qui, come ogni anno inevitabilmente tutti più buoni.
Pescara non dona collegamenti all'etere come la calda capitale e così, su due piedi piuttosto che su due mani, suppongo che il gap tecnologico in casa mia rimarrà tale nonostante le avvertenze della signorina nella London Underground ("Mind the gap, please").
Don Gino e la Signora Marfisia sprizzano felicità e robusta costituzione da tutte le brocche, ed è proprio merito loro, delle brocche colorate di rosso dico, se la mia prosa risulta ancor più farraginosa del solito in questa mattina di falangi ghiacciate.
Comunqe buone feste a tutti, a chi crede che davvero una vergine partorì in una grotta il salvatore degli uomini, un tipo carino con gli occhi azzurri, fisico asciutto e la barba alla Cirello e a chi se ne sbatte ma non per questo squarta e uccide. Alla fine per terra o in cielo saremo tutti uguali, "in posizione orizzontale, possibilmente freddi." (El Indio, in Per qualche dollaro in più - Sergio Leone, 1966).
Ci vediamo quando posso. Senza applausi o fischi.
2 commenti:
"...E ognuno costruisce il suo sistema di piccoli rancori irrazionali,di cosmi personali..scordando che poi infine tutti avremo due metri di terreno."
(Con un monito di sdegno che è,in primis,morale:Brutte puttane!!)
Sor Vichi
Lascio un commento pochi minuti prima di imprigionarmi su un auto per almeno 5 ore. Partenza a un passo dalla Casa Bianca, da li' svolta a destra su New York Avenue in direzione Est. Poi sempre dritto sulla 95, attraverso il piatto Maryland, un'ora di verde Delaware, e l'invasione oceanica della la baia di Chesapeeke. Finalmente il New Jersey e poi ancora una volta come ricompensa lo sky line familiare e ferito di Manhattan. Il pensiero va a voi tra Pescara, Roma, Sarzana e Napoli con cui vorrei abbracciare il nuovo anno. E a un certo amaro in bocca per l'assassinio di quell'assassino di Saddam. Chissa' se sara' ancora vivo alla fine del mio viaggio. Non riesco ad accettare la condanna a morte neppure per il piu' terribile dei malviventi. Ieri per la prima volta ho visto il Caimano di Moretti: visionario, complesso, squilibrato nei suoi strati come una Sacher il cui cuoco non ha voluto bilanciare il rapporto tra marmellata e cioccolata. Per chi di voi lo ha visto mi ha ricordato il film piu' geniale e sbagliato di Moretti: Sogni D'oro. Buona indigestione al lupo mannaro che e' in voi
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