Assassino di bussole
Mi guardi, mi guardi da vicino, ogni volta più vicino e allora giochiamo al ciclope, ci guardiamo ogni volta più da vicino e gli occhi ingrandiscono, si avvicinano fra loro, si sovrappongono e i ciclopi si guardano, respirando confusi, le bocche si incontrano e lottano tepidamente, mordendosi con le labbra, appoggiando appena la lingua sui denti, giocando nei loro recinti dove un’aria pesante va e viene con un profumo vecchio e un silenzio. Allora le mie mani cercano di affondare nei tuoi capelli, carezzare lentamente la profondità dei tuoi capelli mentre ci baciamo come se avessimo la bocca piena di fiori o di pesci, di movimenti vivi, di fragranza oscura. E se ci mordiamo il dolore è dolce, se soffochiamo in un breve e terribile assorbire simultaneo del respiro, questa istantanea morte è bella. E c’è una sola saliva e un solo sapore di frutta matura, e io ti sento tremare stretta a me come una luna nell’acqua.
(Il gioco del mondo - Julio Cortazar, 1966)
2 commenti:
Caro Cirello, stavolta la citazione era troppo erudita per non lasciarci, tuoi incolti (senza offesa per nessuno, eh?) fedeli lettori, in un silenzio un po' ebete.
Io ho cercato di metterci 'na pezza andandomi a scovare il libro in biblioteca: ora mi farà compagnia lungo la strada per Peccara.
In fondo, credo che la "missione" letteraria del tuo post possa dirsi compiuta, no?
certo.
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