martedì 3 aprile 2007

Segnalibro

Se ne sono alternati molti tra le pagine calde delle mie letture di turno: biglietti del treno e di concerti, cartine, petali di fiori appassiti, semplici pezzi di carta o matite, poche volte con il risvolto della copertina, molte con flyer trovati dove capitava.

Sono due quelli a cui sono più affezionato:
il primo non ha bisogno di presentazioni, è della City Lights Bookstore - A Literary Meetingplace since 1953 di San Francisco (261 Columbus Avenue), certo, avrebbe più valore se a consegnarmelo fosse stato Ferlinghetti in persona anzichè quello sfiammato di commesso, ma l'odore di quei corridoi angusti delimitati da vecchi scaffali in legno colmi di libri accatastati si sente. Eccome;
il secondo lo trovai in un negozio di dischi qui a Roma, era la riproduzione della classica icona del Sacro Cuore Immacolato di Gesù, solo che al posto della faccia del figlio di Giuseppe e Maria c'era quella di Elvis Presley accompagnata dalla seguente scritta: "In rock'n'roll we trust".

In questi primi brividi di primavera, a far compagnia alle righe, invece, è il biglietto da visita della bottega "Il Tamburello", di Biagio Panico, artigiano di Torre Paduli. Se volete fate un capatina in via San Rocco. Lui sarà lì, almeno spero.

6 commenti:

Sor Vichi ha detto...

Un classico post nel tuo miglior stile, Cirè!
Sarò un maniaco depressivo cronico, ma una venatura di melanconia mi piace scovarcela sempre, tra le tue righe. Nonchè, in questo caso, un bel po' d'invidia per il segnalibro della City Lights.
Io per anni ho adottato uno storico biglietto ferroviario pescara-bologna 1997: la mia prima sortita sotto le torri per il test a scienze della comunicazione. Magari tra i corridoi di ingegneria ci saremo pure incrociati, chissà...

joecanasta ha detto...

il mio fondamentale segnalibro, che se lo perdo cado in depressione, è un biglietto di una mostra del MoMA di New York a Berlino. Cioè ero a Berlino e c'era il MoMA che aveva portato un pò di robaccia alla Neue Nationalgalerie (le solite schifezze: dalì, matisse, modigliani ecc.ecc.). Comprai, per meritatissimi 6 euri, il biglietto n. 056576 e ne sono molto ma molto orgoglioso perchè è bellissimo, un rettangolo tutto viola con un occhio magrittiano nella parte dietro.
Chi era con me, in quelle giornate piacevolmente calde di fine maggio,entrò in quella mostra aggratise sventolando il suo tesserino da giornalista e questo fa sì che tuttora invidi il mio stupendo biglietto da comune mortale pagante.

Tempo dopo , in viaggio in treno col signor cyrus verso una raccolta d'olive in Puglia, rischiai di perdere il mio prezioso segnalibro, insieme al libro di cui segnava le pagine.Con incredibili peripezie riuscimmo a recuperarlo e il mio senno rimase sulla terra.Ma questa,
è un'altra storia.

Anonimo ha detto...

...ultimamente come segna libro usavo delle vecchie fotografie di famiglia...precisamente quelle "uscite male"...la smorfia antecedente il sorriso di mia madre, la bruciatura della luce sul volto di mio fratello o gli occhi chiusi di mia nonna....ho dovuto smettere e tornare ai foglietti volanti....non leggevo piu'le righe....gli occhi rimanevano incollati sui difetti.

Anonimo ha detto...

divago un pò...
citando un nostro concittadino: "lu quattr brillant ha rott lu cazz a tutti quant"...in effetti in riva all'adriatico piove pure sto giro, maledetto 4 brillante!
Sign

Sor Vichi ha detto...

Io ti rispondo così:
Li popp' nnnì è mai tropp'!!!

Fre ha detto...

Io ho due tipi di segnalibro: uno più serio, che danno in omaggio con i libri comprati alla libreria l'Almanacco di Acireale (con frase tratta da poesia); e un altro meno serio, cioè biglietti del treno, che a volte poi sfumano.