Avanti il prossimo
Vista la particolarità del giorno appena (stranamente) trascorso, la consueta rubrica del sabato lascia spazio ad immortali uragani interiori:
Così in America quando il sole va giù e io siedo sul vecchio diroccato molo sul fiume a guardare i lunghi, lunghissimi cieli sopra il New Jersey e avverto tutta quella terra nuda che si svolge in un'unica incredibile enorme massa fino alla costa occidentale, e tutta quella strada che va, tutta la gente che sogna nell'immensità di essa, e so che nello Jowa a quell'ora i bambini stanno certo piangendo nella terra in cui lasciano piangere i bambini, e che stanotte usciranno le stelle e non sapete che Dio è l'Orsa Maggiore?, e la Stella della sera deve stare tramontando e spargendo il suo fioco scintillio sulla prateria, il che avviene proprio prima dell'arrivo della notte completa che benedice la terra, oscura tutti i fiumi, avvolge i picchi e rimbocca le ultime spiagge, e nessuno, nessuno sa quel che succederà di nessun altro se non il desolato stillicidio del diventar vecchi, allora penso a Dean Moriarty, penso persino al vecchio Dean Moriarty, il padre che mai trovammo, penso a Dean Moriarty.
(Sulla strada - Jack Kerouac, 1957)
1 commento:
"...gli lascio il posto mio. Povero diavolo, che pena mi fa..."
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