Ha aspettato il 5 settembre scorso per dircelo tramite il sintetizzatore, perché con la lingua atrofizzata non c’è altro modo per parlare, sussurrare e sentire quella voce che non sembra neanche più la tua.
Dopo averne annientati e uccisi molti altri, la Sla ha fatto breccia anche nel corpo che fu sgusciante di Stefano Borgonovo.
Sclerosi laterale amiotrofica, e qualcuno prima o poi mi dovrà spiegare perché le malattie in genere, quelle più subdole in particolare, abbiano questi nomi da supercazzola. Come le medicine.
“Al mattino prima di far colazione mi prende una pillola di Dimoxil 2g, poi una di Martinox a metà mattina. Dopo pranzo scioglie in acqua 7 gocce di Castopan, mi raccomando dopo pranzo, a stomaco pieno. La sera, magari dopo una bella tisana, dovrebbe chiudere il ciclo (doppia sottolineatura sotto il nome che solo dopo capisci riferito a delle supposte) con una compressa di Ciclovir.”
Ora, non so se il Dimoxil, il Martinox, il Castopan e il Ciclovir esistano davvero, sono convinto però che si potrebbero sostituire i corsivi con quelli coniati dal Conte Mascetti, tipo Tarapiatapioco, Antani, Scribal, Posterdati e non cambierebbe nulla, almeno per me. Chissà come dev’essere infilarsi nel di dietro una compressa di Cofandina.
Va be’, sto tergiversando, tutte queste inutilità per dirvi che, letta la notizia, non mi è stato difficile tornare a rivivere uno dei momenti più esaltanti della mia storia di spettatore calcistico:
27 settembre 1992, quarta giornata di andata del campionato di serie A, allo Stadio Adriatico di Viale Pepe, il Pescara ospita il Torino. Arbitra Cesari di Genova di fronte a circa 20mila spettatori di cui 12mila abbonati (altri tempi cazzo, altri tempi).
In Curva Nord, armati di abbonamento, Cirello (in sciarpa “Bronx Pescara”) e La Signora (in sciarpa biancazzurra non identificata, rigorosamente legata al polso destro) sono ai loro posti ben prima del calcio di inizio.
Il Pescara viene da un inizio di campionato che i tifosi non dimenticheranno mai: vittoria all’esordio per 1-0 all’Olimpico contro i giallorossi (gran gol da centrocampo di Totò Nobile con evidente complicità di Cervone) e sconfitta casalinga per 4-5 contro il Milan di Capello al termine di una partita memorabile, con i biancazzurri in vantaggio per 4-2 al 23° del primo tempo (…) salvo poi lasciarsi annientare dal tipico scellerato entusiasmo galeoniano prima e da una tripletta sontuosa del cigno di Utrecht, un certo Marco Van Basten, poi (da vedere e rivedere lo stop sul secondo gol dopo l’assist di Savicevic, il ”genio”).
Ma tutto questo meriterebbe un post a parte al contrario della sconfitta a Brescia per 1-0 la giornata successiva.
PREPARTITA:
27 settembre ‘92 dicevo, ancora con qualche granello di sabbia tra i (pochi) peli, raggiungiamo la nostra solita zona di competenza, proprio sopra i tamburi, tra un Orso con indosso il classico bomber griffato "Bad Boys", Franco Imperiale e Marcello Bocchino a cavalcioni sul parapetto, rigorosamente con la faccia verso casa mia e la schiena a guardare il campo.
PRIMO TEMPO:
Il Pescara non c’è e dopo un quarto d’ora ci pensa uno dei talenti più inespressi di quegli anni a metterla dentro: Vincenzino Scifo, 0-1.
Poco più di venti minuti e il migherlino della coppia offensiva granata raddoppia, probabilmente (non ricordo) servito di testa da Casagrande, Pato Aguilera beffa “saponetta” Savorani: 0-2 e sciarpata rimandata. Per il momento.
INTERVALLO:
“Noccioline gommeeeeeee!!! Ceci, fave…e semini!!!”
SECONDO TEMPO:
Nella ripresa il profeta cerca di ritrovare aggressività inserendo la futura bandiera Ottavio Palladini in luogo dello spento (quando mai…) e fresco campione d’Europa John Sivebaek. Il Pescara fatica a creare azioni degne di nota con il Toro sempre in controllo e mai in affanno nemmeno dopo l’uscita del fin troppo estroso compagno di sbronze Baka Sliskovic e l’ingresso del quasi campione del mondo (nel 1982 gli venne preferito Selvaggi proprio in extremis) Edi Bivi.
Insomma, una di quelle partite che non valgono il prezzo del biglietto.
Almeno fino all’89esimo:
palla in verticale di Allegri verso Borgonovo poco prima dei 25 metri, semi-veronica a seguire per mandare al bar il sandwich di Cois e Annoni e staffilata all’angolino che non lascia scampo a Marchegiani (dal secondo 22). 1-2.
L’Adriatico rumoreggia, sembra crederci e vuole l’assalto finale. A parte mio padre, che una volta a casa confessò di aver lasciato la tribuna alla Boniperti maniera, qualche minuto prima della fine della gara. Mai scelta fu più infausta.
91esimo:
palla spedita dentro l’area, Borgonovo è all’altezza del dischetto, spalle alla porta marcato da Pasquale “O animalo” Bruno. Il numero 9 biancazzurro controlla di coscia e si gira, ora vede la porta, tocco a liberare il destro e botta che s’infila a mezza altezza verso il palo alla sinistra di Marchegiani.
2-2 e conseguente, inevitabile delirio. Non ricordo l’esultanza dei giocatori in campo per il semplice fatto che ero impegnato a non lasciarci la pelle in quel turbinio di energumeni, bestemmie gioiose, scarpe e occhiali perduti e voli per nulla pindarici sui gradoni della nord.
Vedrò la corsa a perdifiato di Stefano solo a Novantesimo, descritta con orgoglio da Mario “il bianco” Santarelli.
La stagione fu un totale disastro, il Pescara chiuse tristemente ultimo a 17 punti e Borgonovo con 9 reti all’attivo.
Però all’ultima giornata, già da tempo retrocessi in serie cadetta, battemmo la Juve 5-1. E queste so' soddisfazioni.
IL TABELLINO
PESCARA - TORINO 2-2 (0-2)
Pescara: Savorani, Sivebaek (al 46' Palladini), Nobile, Dicara, Righetti, Mendy, Ferretti, Allegri, Borgonovo, Sliskovic (al 59' Bivi), Massara. A disposizione: Marchioro, Alfieri, Compagno. All.: Galeone.
Torino: Marchegiani, Bruno, Sergio, Mussi (al 79' Cois), Annoni, Fusi, Sordo, Casagrande, Aguilera (al 72' Aloisi), Scifo, Venturin. A disposizione: Di Fusco, Zago, Silenzi. All.: Mondonico.
Arbitro: Cesari di Genova.
Marcatori: Scifo 14' (T), Aguilera 39' (T), Borgonovo 88', 91' (P)
Spettatori: 17.822 di cui 12.364 abbonati e 5.458 paganti.