lunedì 17 novembre 2008

Il più bel fior ne coglie

Dal greco poli (prefisso che indica molteplicità) + rema (parola, verbo, frase) con aggiunta del suffisso -ica (indica -anche- una disciplina, un’attività).

Una “polirematica” è un gruppo di parole che ha un significato unitario, non desumibile da quello delle parole che lo compongono, sia nell'uso corrente sia in linguaggi tecnico-specialistici come in italiano vedere rosso “adirarsi” o scala mobile “crescita dei salari al crescere dell’inflazione”.

In Rotta per casa di Dio (in Nord Sud Ovest Est, 1993), Max Pezzali e il suo fido compagno Mauro Repetto (da rivalutare il suo unico album da solista, Zucchero filato nero, 1995) poetavano:

"Con le facce tese tutti incazzati neri
e con le pive nel sacco
persi in queste strade che sembrano sentieri
stanotte niente di fatto"


Ieri sera, complice un derby acceso quanto un cerino bagnato, la compagine de I Divanoidi al completo, accompagnata da illustri ospiti, si produceva in uno degli interrogativi che l’hanno resa celebre:

sappiamo che con il termine “sacco” - oltre ad indicare un tempo la banconota da mille lire, almeno qui nella capitale – ci si riferisce ad

un recipiente di tela, carta o plastica, generalmente lungo e stretto e aperto in alto, usato per contenere o trasportare materiali incoerenti od oggetti di piccole dimensioni

ma cosa diavolo sono ‘ste pive?

Da una rapida quanto esaustiva ricerca risulta che il termine “pive” è una designazione generica per vari strumenti musicali a fiato come il piffero, lo zufolo e in particolare la cornamusa.

L’espressione polirematica “con le pive nel sacco”

deriverebbe dall'antica usanza militare ancora diffusa di suonare la tromba o la cornamusa durante le marce di trionfo dopo una vittoria. In caso di sconfitta l'esercito si ritirava invece in silenzio, senza suonare gli strumenti musicali che rimanevano chiusi negli appositi sacchetti di custodia oppure negli zaini dei soldati (nel sacco).

Insomma, un po’ come quando uno inizia a farsi due film per il solo fatto di aver ricevuto "un bacio nelle vicinanze dell’angolo esterno della bocca" e poi si ritrova a casa, da solo, con mestizia e delusione per non aver ottenuto quello che voleva.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Opterei più per una italianizzazione del termine piwa (birre)

mono (poli)