mercoledì 29 novembre 2006

Voleva fare la modella

L’ho incontrata qualche tempo fa a casa di mio zio Ilario “Charles Bronson” Mason (se solo suonasse l’armonica a bocca...) nel nord-est produttivo, timida al punto da scivolare sulla melma della sua stalla nel tentativo di fuggire dai miei occhi. Poi ha iniziato a fidarsi, grugnendo grugnendo è gradualmente uscita dal salotto per tornare in giardino sfornando pose da consumata modella: il naso sempre a puntare il cielo e le orecchie la terra, gli occhi languidi, concentrati e minuscoli come Gigi La Trottola quando faceva il serio. La scollatura procace, pronta a mostrarsi senza volgarità gratuita, e i piedi, mio perenne feticcio, a sorreggerla con ingeneroso squilibrio.
Vi dico tutto ciò perché mia madre salirà l’Adriatico a breve per tornare carica di congelatori gremiti con tutta probabilità anche della sua carne.
Io attendo la mia modella preferita con trepidità assordante. Intanto lavo la teglia e pelo le patate. Preparo il rosmarino e accendo il forno.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

crudele destino! il tuo post trasuda un realistico cinismo che quasi quasi divento vegetariano! proprio ieri mentre a pranzo mangiavo uno squisito arrosto di porcello ho pensato ai porci di orwelliana memoria ed ho sentenziato con il mio compagno di merende "gli sta bene finire al forno! sporchi comunisti, dahhh!" in questo caso, non si può di certo dire che i comunisti, quelli che mangiano i bambini, non ingrassino!

Anonimo ha detto...

oddio che crudeltà!
ma anche tanta bontà,
mmmm

Gallit! ha detto...

C'è un tempo in cui il pioppo in mezzo all'aia, superstite solitario, dalla finestra del casale non si vede più. La nebbia lo avvolge nel silenzio della piana che a Calvatone, sperduta località tra Mantova e Cremona, accompagna la stagione invernale come una badante premurosa.
In quei giorni il telefono della casa di Parma squillava, ed arrivava per me e per il compare Neri la convocazione ufficiale. Si lasciavano i libri aperti sul tavolo e si saliva sulla uno grigia dell'89, direzione Calvatone.
Calvatone sta in provincia di Cremona, ma il comune adiacente, Le Grazie, già è Mantova. Alle Grazie fanno una bellissima festa dei Maddonnari ad agosto, in una piazza che per grandezza non ha nulla da invidiare a quella del Duomo a Milano. Sotto la scritta "Le Grazie" sul cartello stradale sta scritto, con senso d'orgoglio locale, un dato chiarificatore del luogo in cui ci si trova: ab. 3.500 Suini: 350.000. L'odore che si staglia nell'aria calda d'estate basta a confermare che l'informazione sia verosimile.
Nel casale del compagno anarchico Maurizio Gritta si da dunque il via alla "Maialata", tre giorni in cui si ammazza il suino più bello, lo si scuoia, si dissangua e si prepara il salame cremonese, salame fresco e fatto con le parti migliori dell'animale. Niente prosciutti o culatelli, tutto finisce dentro il macinato insieme a spezie segrete di cui non mi è dato conoscere l'identità.
Il sabato arrivavano i compagni bergamaschi, da Clusone e Albino, con il giusto carico di grappa, e la sera ci si scaldava per l'ultimo giorno, il sabbath ebraico, la nostra domenica. La zuppa di verza, grano e salame cremonese andava in cottura su un enorme pentolone di rame, sopra un bel fuoco di legna, dalle cinque del mattino fino alle sei e mezzo sette di sera. Poi arrivava nei piatti, fumante, con le chiazze di grasso a galleggiare come nafta nel mare. Nessuno si ricordava più delle grida del maiale due gioni addietro, del suo caotico scorazzare nell'aia all'eterna ricerca di cibo da ingurgitare.
Si parla d'altro, e all'ennesima bottiglia di grappa si alza la voce tra i compagni che discutono, e si arriva a sostenere che l'esercito cinese ha fatto bene a sparare ai ragazzi di Piazza Tienanmen. Io sto zitto e penso a quanto sono sfortunati gli arabi. Poca acqua portava a far bere ovini e suini alle stesse pozze, si scatenavano così virus influenzali incrociati letali per l'uomo. Si doveva fare una scelta. Le pecore hanno pure il latte e quindi si vieta il maiale.

Anonimo ha detto...

mamma mia gallit che soddisfazioni che mi dai! cy

Anonimo ha detto...

cazzo davvero!
con questi brevi aneddoti cosi'schietti e diretti....apprezzo molto...complimenti galli,
la ferri.