I tronchi di Dylan
Forse si tratta esclusivamente di deformazione professionale, ma l'ultimo numero de L'Europeo (n°6, 2006 anno V) è di quelli da conservare in libreria. Mancano straordinari procacciatori di emozioni come i Grateful Dead, gli Who e i Genesis, ma la storia del rock per immagini - dal 1956 al 2006 - che rivive in queste pagine in scale di grigio, è da brividi come neanche una toccata e fuga di Bach:
c'è Jimmy Page che tracanna Jack Daniel's poco prima di entrare in scena, David Bowie e Paul Simonon (il basso dei Clash per chi ne fosse all'oscuro) a brandire birra con pelle tirata da chissà quale sostanza, "Slowhand" Clapton che ammira nonna Rose di fronte al camino di casa, il passo da papera (il leggendario duck walk) di Chuck Berry con l'inseparabile Gibson tra le mani, le lunghe accoccolate dita di Keith Richards ad imboccare morbidamente il figlio Marlon nella villa a Villefranche-sur-Mer, Patti Smith a quattro zampe tra fili elettrici e mani adoranti, la sigaretta e le scarpe senza fine di Tom Waits, la valigia ad accogliere le terga e la faccia puffosa di Janis in un aereoporto qualunque, Hendrix che trapassa con lo sguardo un ufficiale di polizia. E poi decine di altre visioni impressionate dalla luce come la mia preferita, quella di cui vorrei avere la paternità del suo essere immortale: il do di Bob Dylan seduto su di una panchina nel suo rifugio di Byrdcliffe, vicino Woodstock, tra cortecce e tronchi accatastati, erbacce spontanee e jeans attillati, occhiali tondi e scarpe allacciate.
E con lo sguardo ammirato del pargolo Jesse, in maglietta bianca, dita intrecciate e piedi nudi sulla terra umida.
1 commento:
Gente che attraversa sto blog, sappiate che il caro cirello(il padrone di casa, per capirci) oggi ha esordito con la cravatta. Ovvero se l'è messa per la prima volta in vita sua.
Secondo me dobbiamo richiedere a gran voce delle prove fotografiche (ovviamente da pubblicare sul blog, visto che fa tanto lo sgargiulo co sta festicciola) e schernirlo tutti il più possibile.
Se entro le prossime 24 ore mi bevo una peroni al polonio 212 saprete chi sarà stato.
vai cirè!!!!
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