mercoledì 6 dicembre 2006

Settantotto banane

Sembra scritto ieri, con il computer e relativo correttore elettronico sotto i polsi, il condizionatore sparato a palla, non importa se sul freddo o sul caldo, basta che crei un microclima opposto a quello esterno, le sirene che trapassano i vetri al contrario di quel diavolo di moscone che non capirò mai come non riesca a vedere il vetro stesso, il cellulare spento e il telefono che squilla con melodie polifoniche e di riflesso insopportabili, il motore dell’ascensore a scandire le ore e i minuti della mattina, un cd jazz a sussurrare senza fruscii dalle venti casse del super impianto dato in omaggio con l’acquisto di un tostapane multifunzione, le antenne a sovrappopolare i tetti ustionati dall’amianto, la spia rossa del lettore dvd ancora accesa dalla sera precedente. Si, pareva di leggere Foster Wallace immerso in tutte le diavolerie tecnologiche che accompagnano con punte di malcelato nervosismo il nostro vivere contemporaneo. Allora sono andato a ricontrollare: avevo visto bene, questo qui ha buttato giù ‘sta roba nel 1948.
Sto parlando ancora di Salinger e dei suoi racconti, siamo nell’eccellenza:

- Signorina Carpenter. La prego. Conosco i miei doveri, - disse il giovanotto. – Tu devi solo tenere gli occhi bene aperti per il caso che passi qualche pescebanana. Questo è il giorno ideale per i pescibanana.
- Non ne vedo neanche uno.
- E’ comprensibile. Hanno delle abitudini molto singolari. Molto, ma molto singolari.
Continuò ad avanzare spingendo il materassino. L’acqua non gli arrivava al petto.
- E’ una vita molto tragica, la loro, poveretti, - disse. – Lo sai cosa fanno, Sybil?
Sybil scosse il capo.
- Vedi, nuotano dentro una grotta dove c’è un mucchio di banane. Sembrano dei pesci qualunque, quando vanno dentro. Ma una volta che sono entrati, si comportano come dei maialini. Ti dico, so da fonte sicura di certi pescibanana che dopo essersi infilati in una grotta bananifera, sono arrivati a mangiare la bellezza di settantotto banane -. Avvicinò di mezzo metro all’orizzonte il materassino e la sua passeggera. – Naturalmente, dopo una scorpacciata simile sono così grassi che non possono più venir fuori dalla grotta. Non passano dalla porta.
- Non troppo lontano, - disse Sybil. – E poi, cosa fanno?
- Cosa fanno chi?
- I pescibanana.
- Oh, vuoi dire dopo che hanno mangiato tante banane che non possono più uscire dalla grotta bananifera?
- Si, - disse Sybil.
- Ecco, mi rincresce molto di dovertelo dire, Sybil. Muoiono.
- Perché? – chiese Sybil.
- Ecco, gli viene la bananite. E’ una malattia terribile.
- C’è un’onda che sta arrivando, - disse Sybil nervosamente.

E poi non se voi l’abbiate mai fatto, ma io e altri bimbi/e spesso ci mettiamo a stilare classifiche in perenne aggiornamento su quali siano i titoli che ci fanno alzare in volo. Beh, questo si è inserito prepotentemente nei primi dieci posti della mia personalissima "titoloteca": Un giorno ideale per i pescibanana.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mmm... co'sta storia dei pescibanana m'hai incuriosito un bel po'!.....andro'a fondo,o meglio..."sul fondo"!....
buona giornata cirello.
C

Fre ha detto...

NOn conoscevo....oltremodo interessante!

Anonimo ha detto...

qui (http://jacksonpollock.org/) si può provare a disegnare un pescebanana...
baci bimbo cirelloo

Anonimo ha detto...

....la pagina di pollock è favolosa!!
peccato che non riesco a salvare i disegnini...mmh...
claudia