giovedì 22 febbraio 2007

Verso la California

Era una di quelle serate in cui un cicchetto di troppo può lasciarti in bilico tra un tappeto volante ed un abisso.
Con la testa tra le mani, cercavo di schiacciare pensieri troppo salati per i miei occhi, mentre dalla stanza col camino del Vini e Oli che non c’è più, proveniva un brusio indistinto dal quale però riuscivo senza troppo impegno ad isolare la voce di ognuno. Mancava poco al mattino o forse lo era già, non mi era dato saperlo: la serranda era stata abbassata da tempo. Con noi dentro ovviamente, come da defunta consuetudine.
Non parlavo con Max da anni, l’avevo conosciuto all’ultimo piano della quarta palazzina di via Alessandro Volta, prima stanza a sinistra: seconda, sezione A. Un anno passato a ridere del nostro sette in condotta da dividere con numerosi altri personaggi, poi non lo vidi più per molto tempo. A dire la verità, ogni tanto la sua camminata incrociava il mio sguardo ma tutto finiva lì, in quel soffio di istante.
Quella sera lo ritrovai dietro al bancone col sorriso a mezza bocca di sempre, sornione, tra un Brugal e una Stolichnaya, un tagliere da agghindare e un cd da suonare con la scioltezza di un chitarrista virtuoso.
Ci sono momenti in cui vorresti sentire una e una sola musica passare traverso le trombe di Eustachio e irrorare di nostalgia i neuroni. Accadde all'improvviso, dietro quella serranda le mie orecchie trovarono il loro Dio momentaneo.
Max non lo sapeva ancora, ma quella sera il suo nome entrò di diritto nella pagina dei ringraziamenti inseriti poco prima del culo della mia tesi. L’avrete capito, gli bastò schiacciare il tasto play:

The mountains and the canyons started to tremble and shake
As the children of the sun began to awake


Solitamente è su quel “to awake” che Robert Plant mi fa perdere definitivamente i sensi. Max l’aveva capito da diversi minuti, stavolta i nostri sguardi si erano incrociati per un motivo preciso. O più semplicemente questo fu l’unico momento in cui ce ne rendemmo conto.
Attraversai i tre metri che ci separavano. Due cicchetti erano già pronti.

8 commenti:

Fre ha detto...

la musica può salvare, e penso che a volte spegnere il resto e pensare solo al suono possa essere una benedizione divina.
fredo

Anonimo ha detto...

caro cirello, in qualità di romanticone non posso che apprezzare nuovamente i tuoi ringraziamenti, dei quali pochi gioni fa volevo chiedertene una copia...

bravo bravo

montelli

Sor Vichi ha detto...

SuperCirello!! Grazie per la "linkata"! Ma non mi vieni più a trovare, però! Devo alzà il livello? Guarda che sto prendendo confidenza col mezzo in maniera imbarazzante: tra 1 settimana Bill Gates mi fa una pippa!

Sor Vichi ha detto...

Monte', ma la licenza elementare l'hai presa con Cepu?

Anonimo ha detto...

alessà occhio al blogghe che se continui con questa spocchia te lo fracasso di virussss

occhio...

avvisato...

ricordati che io e il tuo combiuter siamo in contatto.

montelli

Sor Vichi ha detto...

Ingrato! Ma se ho pure preso le tue parti nella disputa che intrattieni con La Signora nei miei spazi blogghiferi! Ignoranti...

Anonimo ha detto...

bravo Sor Vichi! prendi le difese del roseo ciccione!
tanto prima o poi ti pugnala alle spalle...(quanto ai virus non ti preoccupare, tanto non è capace!)

P.S.: l'esame di 5 elementare l'ha copiato interamente da me...se no col piffero...!

Signora (il centravanti/stopper serio e posato...bah)

Anonimo ha detto...

la mia confidenza con la macchina di vichi ha raggiunto livelli imbarazzanti, ora mi da addirittura del Voi....

ribadisco la mia toitale assenza durante l'esame di V....promosso sulla fiducia...

montelli