mercoledì 20 giugno 2007

In cerca di Kay

I loro sguardi si incrociarono. C’era qualcosa di mutato, in lei, ma Combe non riusciva a capire cosa fosse. Il volto, la massa dei capelli non erano più gli stessi. La sua pelle era fresca, senza ombra di trucco; aveva viaggiato tutto il giorno, eppure aveva i lineamenti distesi.
Gli andava incontro sorridendo, un sorriso ancora un po’ timido e come impacciato, e lui ebbe l’impressione quasi sacrilega di assistere alla nascita della felicità.


(Tre camere a Manhattan - Georges Simenon, 1946)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non è che ti ho contagiato la febbre gialla del citazionismo? (Meglio la febbre del sabato sera...) Comunque, gran libro perdio... Andrò tosto a scovarlo tra polverosi scaffali pescaresi e stagioni vibranti "di vertigine e di esistenza inutile"...
(Ahi, the fever..)

Sor