martedì 11 settembre 2007

Il match

Caesars Palace, Las Vegas, 10 marzo 1986.

Con in palio il titolo unificato dei supermedi IBF-WBC-WBA, si sfidano tra le sedici corde, il campione in carica Marvin “Marvelous” Hagler – 61 vittorie (51 per KO), 2 sconfitte e 2 pareggi - e lo sfidante ufficiale, l’ugandese John Mugabi, imbattuto e con un soprannome, The Beast, che rende giustizia al suo palmares: 26 incontri, 26 vittorie. 26 KO.

“Uno dei più grandi match al quale mi sia mai stato dato modo di assistere”,

avrà sicuramente commentato il buon Tommasi di fronte a quest'incontro straordinario.

Hagler è quello di sempre, agile, potente, veloce, a suo agio quale che sia la guardia, con i piedi sempre in una posizione tale da garantirgli l’equilibrio ideale;
il più giovane Mugabi non sembra avere timori di riverenza, prova a tenere il centro del quadrato piazzando con puntualità le bordate terrificanti con le quali aveva abbattuto chiunque gli sbarrasse la via, come il montante destro - il suo colpo, il suo marchio di fabbrica - a 19’’ dalla fine della quarta, che passa in mezzo ai gomiti dell'americano e lo colpisce in pieno mento: KO per chiunque, non per Hagler.
Il pugile di Newark sente la testa alzarsi e gli occhi puntare i riflettori, ma poi è di nuovo lì, in un istante, con le spalle leggere, i piedi veloci e le gambe morbidissime. Pronto a martellare.

Dopo un minuto e 4 secondi dall’inizio della sesta ripresa, è un gancio sinistro in semi spostamento (superbo) di Hagler ad inasprire le ostilità e consegnare l’incontro alla leggenda: due minuti di battaglia faccia a faccia, una quantità enorme di colpi arrivati a bersaglio, due ganci destri consecutivi di Hagler nello spazio di mezzo secondo, con Mugabi a ribattere colpo su colpo, entrando col destro nella guardia mancina del campione. I due si sorreggono a vicenda senza perdere mai un briciolo di lucidità in attesa che Mills Lane li separi ben oltre il suono della campana, con l’americano ancora a tirare sinistro e destro, destro e sinistro con una fluidità imbarazzante, come se stesse facendo lo specchio in palestra. Fantastico.
E’ qui che Mugabi perde il match, incapace di gestire la superiorità mentale del campione, sempre in avanti, sempre in attacco, con la guardia alta e la testa mai ferma. “Il match lo gestisco io”, sembrava dirgli Hagler.

Dalla settima Mugabi pare un po’ appesantito mentre Hagler sciorina spostamenti e rientri da manuale della boxe, roba da far sussultare Jack Broughton nella tomba.
Prima della nona, l’angolo di Mugabi capisce che la Bestia non riesce più a reggere quel ritmo:

“You’ve got the fight won!”, gli dicono, nella speranza di farlo ragionare. Ma la bestia non ne vuol sapere, vuole vincere per KO.

La ripresa fila liscia, senza particolari sussulti ma con la fine sempre incombente. Hagler continua a sembrare il più fresco.
Alla undicesima l’epilogo. Ancora un gancio destro ad aprire la strada, la bestia ha le unghie ormai consumate e le braccia penzoloni. Ancora 3, 4, 5 colpi. Le corde reggono l’urto.
E’ KO (97-94, 96-95, 97-94, i cartellini dei giudici fino a quel momento, tutti a favore di Hagler).

Sarà idealmente l’ultimo incontro per entrambi:
Mugabi combattè ancora per molti anni (si ritirò definitivamente nel 1999), alternando vittorie mediocri e sconfitte per KO nei match importanti, anni di inattività e pietosi ritorni sul ring. Ma per tutti, La Bestia morì su quel quadrato, il dieci marzo dell'ottantasei, all'undicesimo round;
Hagler perse il titolo l'anno dopo, nel match contro Sugar Ray Leonard (fino ad allora il suo score contava di sole due sconfitte agli esordi, per mano di Bobby Watts e Willie Monroe), ritirandosi e intascando probabilmente molto di più della borsa stabilita per quella serata.
D’accordo, come si dice nell’ambiente “Un match truccato non è mai un brutto match”, ma quello contro Sugar Ray non era Hagler, era qualsiasi altra cosa. Non certo Il Meraviglioso.
Il migliore di sempre, almeno per me.

8 commenti:

Sor Vichi ha detto...

Calma, Rocky Pappone...

Anonimo ha detto...

Mamma mia, cirello in giro per l'acese. Magma promette benone quest'anno, io arrivo il 22, stracarico.
fredo

Anonimo ha detto...

Bei tempi Cirè.
Ricordo abbastanza bene, mi pare fosse l'84, quando l"Alì Italiano", Nino La Rocca perse a Montecarlo contro Donald Curry "Il Cobra", KO, ma non ricordo a quale ripresa.
Le notti sveglio da bambino ad aspettare Patrizio Oliva, e poco dopo Kalambay,bei tempi Cirè..
ma Marvin, quell'incontro con Mugabi, beh, questa è un'altra storia, e a volte mi sembra di non averla vista davvero, come se me l'avesse raccontata qualche vecchio al bar.
Gallit

Anonimo ha detto...

eh già, gran match. ma la rocca non aveva la potenza necessaria per competere a quei livelli. ando giù alla 6a contro "The Lone Star Cobra" (in palio le corone WBA e IBF dei pesi welter).

poi certo, i match di oliva, con l'immancabile marchio di fabbrica durante l'intervista delo dopo match:
"volevo solo dire una cosa a mio figlio ciro che sta a casa...ciro a papà, ciro a papà!!"
grandioso;
oppure il buon damiani o i fratelli stecca, ornati dai magici pantaloncini bianco e verdi con la mega scritta Totip sulla cintura.
altri tempi, altro pugilato, altri pugili.
io spero ancora comuque, perchè il talento non guarda i tempi, non guarda le società.
certo, poi sta all'uomo amministrarlo. e la cosa bella è che ogni tanto, qualcuno, ci riesce pure.
cy

Anonimo ha detto...

scusa cirè...ma un post sull'unico incontro di Joe(almeno l'unico che ho visto) in piazza a santa teresa(mi sembra) tipo un botto dsi anni fa(tu avevi ancora la fiesta grigia) dove il nostro nigeriano preferito perde ai punti....tecnica finissssssssssssssima!!!!!!!!!

ah

ah

ah

non me lo vuoi recensire quello!

ah

ah

ah


montelli, con un passato da boxer...molto passato...

Anonimo ha detto...

esimio montelli a parte che il buon Joe (nome vero Ali' Bader) è senegalese, vorrei ricordarti che la tecnica del pugno col salto(!!!!!!) è salita all'onore delle cronache pugilistiche nazionali solo dopo la discesa sul ring del nostro vecchio buttafuori. Valdo

Anonimo ha detto...

IL PUUUUGNO DI LATO...

Alessandro Vichi ha detto...

A me può impensierirmi una persona sola: sugli spalti di Roma-Napoli, incontro Patrizio Oliva. Là sarebbe dura..