giovedì 30 aprile 2009

Mi serve un polverizzatore Thompson (6)

- Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po' più di destra,
ma un figone resta sempre un'attrazione.


(Destra e Sinistra - Giorgio Gaber, 1994)


- E se le parole del leader dell'opposizione e rinomata attrice Veronica Lario (7,5 come stimolo per continuare ad uscire dalla noia) smuovessero le coscienze? Se davvero la gente capisse quello che andiamo ripetendo da qualche lustro - prima ancora di Elisabetta Gardini (sempre la mia preferita) o di Gabriella Carlucci (tifavo per Marco Columbro) - tipo dal decreto salva-Berlusconi (il primissimo dico, quando non ancora se li firmava da solo, quando ci pensava Bettino. Era il 20 ottobre 1984)? Dite che gli occhi si apriranno? No, eh?

- Che magnifica striscia potrebbe tirar fuori il compianto Reg Smythe (8,5 all'essenzialità) da questo esemplare di coppia? Ci provo io:
Prima vignetta - Lei: "Le veline candidate? Ciarpame senza pudore per divertire l’imperatore."
Seconda - Lui: "Le cosiddette veline, sono tutte plurilaureate ed hanno anche esperienza in politica, altrimenti non sarebbero mai state inserite nelle nostre liste".
Terza - Lei prende il matterello e cerca di darglielo in testa mentre lui se la da a gambe levate
Quarta - Lui, di spalle nella classica posizione da bar, lancia uno sguardo di complicità verso una donna in coda di cavallo al suo fianco ma il saggio barista lo invita a desistere con il tipico sguardo del barista che ne ha già viste troppe.

- Il fatto è, che come di consueto - tra un panino, una birra, una fava e un pecorino, un'altra birra e un calcetto - il giorno della Liberazione mi trovavo in piazza al Pigneto. Non vedendo uno straccio di donnina (9 per il sol fatto di essere donnina) degna di attenzione in mezzo a quel delirio, mi sono chiesto: ma davvero per vedere qualche fica bisogna andare (focalizzandosi sulle prime file) ad un congresso del PDL?

- E poi, sì che da questa parte siamo disperati, ma leggendo una lettera al Corriere della Sera di un destrorso disperso, mi son venuti in mente vecchi pensieri, domande basilari del tipo: ma uno di destra, di quella destra conservatrice e liberale che forse una volta c'era, adesso, per chi diavolo deve votare? Per essere più precisi, considerando che praticamente le opzioni sono PDL o qualche becero partito neo-fascista, la domanda è la seguente: che fine ha fatto la destra?

- Nel frattempo mi ricordo che il ministro della semplificazione normativa (leggendario) è Roberto Calderoli (2 allo scienziato che l'ha creato in laboratorio). E tutto si fa tremendamente più complicato.

- Pensando a questa cosa, vien da considerare che creare un apparato per semplificare altri apparati sia solo il primo passo per complicare ulteriormente tutto il sistema. Un po' come quando dai fustini di "detersivo ecologico" ATLAS usciva in regalo "L'orologio ecologico". Diceva bene, al tempo, Beppe Grillo: "L'orologio ecologico è quello che hai già".

- Con il pudore del campione che non ha mai più voluto mettere gli scarpini dopo la fine della carriera, neanche per una partitella tra amici, Riva ha dato solo un'occhiata rapida alle foto già messe sul sito che il figlio ha voluto regalargli per la festa del papà. Così, per invogliarvi a visitarlo, vi trascrivo la pagina introduttiva:
"19 ottobre 1970 - Stadio S. Siro di Milano. Il Cagliari ha subito infilato e umiliato l'Inter a San Siro. Oltre 70000 spettatori: se li è meritati Riva, che qui soprannomino Rombo di Tuono." (Gianni Brera)

- Questa qui non mi sento di commentarla, è troppo bella così:
E' ricordata come la 'Panterona' del Grande Fratello, e, dopo aver posato per un calendario senza veli ed aver assaporato le gioie della famiglia, Mascia Ferri adesso muove i suoi primi passi nel mondo del cinema. Nel film Backward reciteranno anche la bella Randi Ingerman, Fabio Bonini, gli ex tronisti Luca Dorigo e Antonella Perini, Max Bertolani, Karin Proia e Alessandro Genova.
Il film diretto da Max Leonida è stato scritto da Stefano Tacconi.


- Seppur con settimane di ritardo vorrei far notare che il Tg5 (meno di 5 sicuro) non si è fatto scappare, durante il G20 di Londra, lo strappo al cerimoniale della signora Obama, rea di aver toccato la Regina con un leggero abbraccio. Peccato che lo stesso giorno il proprietario del Tg5 aveva fatto molto peggio. Che tutto sia passato sotto silenzio, almeno dalle parti del biscione, è, ovviamente, una non notizia.

- Il 19 aprile scorso, James Graham Ballard è partito per un viaggio senza ritorno verso il Paradiso del Diavolo (1994). Vorrei ricordarlo dicendo che nel settembre 2005, Ballard accettò di essere intervistato da Evelyn Finger per Die Zeit. Gli venne chiesto, naturalmente, un parallelo tra le apocalissi naturali (nel caso, l'uragano Katrina) e le catastrofi che aveva raccontato nei suoi libri. A cominciare dalla primissima, quel Vento dal nulla, pubblicato nel 1961, dove il vento nasce inspiegabilmente, cresce, si alimenta in ogni parte del mondo e distrugge tutto quel che trova sul suo cammino.
Ballard rispose: "Tutti i miei libri affrontano lo stesso problema: la civiltà umana è come la crosta di lava di un vulcano. Sembra solida, ma se la calpesti, trovi il fuoco".

- Continuano le chicche di Paolo della Palestra Popolare, un re dell'aneddoto durante il riscaldamento. In questa puntata ci ricorda un frase dell'ex lustrascarpe Larry "The Easton Assassin" Holmes - 69 (KO 44) + lost 6 (KO 1)= 75, round boxati 582 : KO% 58.67 - pluricampione del mondo nei pesi masssimi: "E' dura essere negro. Se mi è mai capitato di esserlo? A me sì, una volta. Quando ero povero."

- Al via la prima iniziativa di Mya Power. Regali al femminile fino al 17 maggio.
Un canale di mediaset Premium interamente dedicato al gentil sesso. Si tratta di un vero e proprio concorso per coinvolgere il pubblico femminile con forum sull'amore e sulla bellezza. Le dieci vincitrici riceveranno in premio una chiavetta Usb ricoperta di strass.
(TgCom)

venerdì 24 aprile 2009

Non chiamarmi Wally

- “Ever notice how you come across somebody once in a while that you shouldn't have fucked with? That's me.”

Walt Kowalski (Gran Torino - Clint Eastwood, 2009)

E’ sempre un’ottima cosa uscire dal (cin-cin) cinema con l'inglese strascinato in testa e le gambe a sognare la barra poggiapiedi sempre presente, mentre il sole ancora sveglio avvolge Piazza del Popolo che gira su stessa come una giostra zingara al ritmo di un sassofono sconosciuto.

Poi uno torna a casa e da consumato socioantropologo legge alcune delle recensioni del pubblico sul sito di trovacinema:

“Film abbastanza banale e lento. Se non fosse per il finale, non varrebbe la pena nemmeno andarlo a vedere il Mercoledi' a prezzo ridotto. Clint ci aveva abituati a tutt'altro e dispiace che voglia chiudere la carriera con un film cosi'...”
Salipp

“Film di basso profilo, banale. Decisamente. Comunque guardabile, non male, ma neppure quel capolavoro che qualcuno dice. Se si togliesse la presenza del bravo Clint Eastwood il giudizio sarebbe sicuramente diverso. Sarebbe interessante se uscisse una doppia versione con e senza di lui, e tutto il resto uguale, e quale sarebbe i giudizio... Eheheh..."
Fabrizio da Pavia

“Deludente... L'idea, neanche troppo originale, è buona ma troppo accellerata e piena di luoghi comuni. salvo il primo quarto d'ora, per il resto è privo di profondità, prevedibile e si rifugia nel sentimentalismo, molto rassicurante per lo spettatore. Forse ci si è dimenticati di "fa la cosa giusta" di Spike Lee....”
Pinuccia

Io volevo dire una cosa sola a Salipp, Fabrizio da Pavia e Pinuccia: voi, di cinema, non capite un cazzo. E forse, neanche della vita.

lunedì 20 aprile 2009

Meno male che Silvan c'è


Lo so, lo so che ultimamente sto abusando del copia e incolla, ma la primavera spinge fuori, verso pance e piedi nudi. Verso il cotone insomma.
La Rai in ogni caso sta proprio a pezzi. Come l'Italia. E quest'episodio, nella sua tristezza, nel suo infinito nulla, è un incredibile specchio del posto in cui viviamo. A rimanere è lo sconforto, in attesa che il cane de La Storia Infinita ci porti via sulla sua schiena.

(Intanto, mentre scrivo, mi informano che Shooting Silvio (Berardo Carboni, 2007) in programma dalle 17 su SkyCinemaMania, non sta andando in onda, nonostante ce lo continuino a dire sia la guida on line che il menù in sovrimpressione. Al suo posto un non ben precisato film americano anni '70. Non credo sia mai successo su Sky. Neanche per sbaglio. Siamo ufficialmente alla (auto?)censura cinematografica.
Non so come iniziò qualche decennio fa, so solo che vorrei essere Umberto Eco per farmi leggere da chi non la pensa come me, per scrivere bene quello che realmente credo, quello che realmente non vorrei per i miei figli. Ma adesso provo solo nausea. E mi odio per questo.)

L’ultimo caso di uso criminoso della tv pubblica ha per protagonista il mago Silvan, sì proprio lui, quello che da cinquant’anni lancia messaggi in codice: «Sim-sala-bim». Nel corso di Domenica In, il vecchio illusionista comunista (tutti ricordano quando si fece rinchiudere nella tomba di Lenin e dopo due ore ne uscì Fassino) agita la bacchetta magica sotto gli occhi compiaciuti della conduttrice Lorena Bianchetti. «Poi la impresteremo a Berlusconi» sussurra, alludendo (immagino) a una frase del premier, «Non ho la bacchetta magica», riferita ai tempi di ricostruzione dell’Aquila.

A nessuno sfugge il codardo oltraggio. Di sicuro non alla Bianchetti che, non potendo sbianchettare il mago, provvede seduta stante a imbiancare se stessa, trasformando il bel sorriso di poco prima in una maschera di cera. Mentre l’ignaro Silvan continua il giochino di prestigio, la sventurata placa con ampi gesti un funzionario che dietro le telecamere le sta gridando di strozzarlo in diretta. Appena il mago finisce i sim-sala-bim, lei lo affronta a muso duro: «La tua battuta è assolutamente personale». E parte in quarta con un monologo sull’impegno delle istituzioni nella tragedia. Ma la cosa più straordinaria non è il monologo della Bianchetti. È la faccia di Silvan. Si guarda intorno, alla ricerca di qualcuno che gli spieghi se si tratta di uno scherzo o di una puntata-pilota del «Lecchino d’oro». Davanti allo schermo, osservo la sua bacchetta magica con nostalgia. Mago della mia infanzia, ti prego, fammi scomparire in un mondo di schiene dritte.


Massimo Gramellini (La Stampa, 18 aprile)

giovedì 16 aprile 2009

Strano

Dal biciclettaro, oggi pomeriggio:

- Avventore 1: “Ce stanno ‘n sacco de matti in giro”
- Avventore 2 : “Eh, da quanno hanno chiuso i manicomi…”
- Avventore 1: “Ecco perché gli affitti so’ così alti.”
- Biciclettaro: “Guarda che se scrivi ‘strano’ su yutubbe, ce sto io.”

domenica 12 aprile 2009

Tutti al mare

Forse rassegnato, certo allibito, vagamente nau­seato. Fesso, no. Non voterò alle Europee il 7 giugno. Se le elezioni per il Parlamento nazio­nale sono state un'umiliazione — liste blocca­te, nostro compito era ratificare le nomine dei partiti — quelle per l'Europarlamento s'annunciano co­me una provocazione.

Dico, avete visto chi vogliono candidare? Vecchi delusi, giovani amiche, soliti trombati, parenti invadenti, ex po­tenti indigenti, funzionari sconosciuti. I ristoranti di Stra­sburgo e Bruxelles li aspettano a braccia aperte: ammesso che ci vadano, una volta eletti. I siti lo scrivono, i giornali lo riportano, le radio ne accennano. Ma davanti ai foto­grammi dall'Abruzzo — diciamolo — chi ha voglia di di­scutere l'opportunità della candidatura Mastella?

Così Clemente sarà nelle liste Pdl, segno e simbolo del nuovo. E chi s'azzarda a dire che hanno voluto saldare il debito per aver silurato Prodi — tuona l'interessato — «è un farabutto!». Il partito, com'è noto, sarà guidato ovun­que da Silvio Berlusconi — sebbene la carica di eurodepu­tato sia incompatibile con l'incarico di governo. Ma se qualcuno avesse il coraggio d'affermare che il partito non guarda avanti, ecco Barbara Matera, 28 anni, scelta perso­nalmente dal leader (curriculum: finalista a Miss Italia, annunciatrice Rai, «letteronza» a Mai dire gol, «lettera­ta » in Chiambretti c'è, inteprete di Carabinieri 7 e «patti­natrice vip» a Notti sul ghiaccio). A Strasburgo se la vedrà con la coetanea Ele­na Basescu, bella figliola del presidente della Roma­nia, Traian Basescu. La ra­gazza ha competenze incer­te, ma splendide foto. Me­morabile quella sopra un cavallo deceduto o molto stanco.

A sinistra Dario Franceschini tuona contro le scelte del­la maggioranza e assicura: «Noi manderemo a Strasburgo solo persone autorevoli che ci resteranno per tutto il man­dato! ». Bene: allora non si capisce perché candidano Bas­solino (sicuri sia autorevole?) e Cofferati (non voleva la­sciare la politica per la famiglia?). E gli alleati? Si presenta Di Pietro (la carica di eurodeputato è incompatibile con quella di deputato nazionale) e si presenta Vendola (ma non è il governatore della Puglia?).

Diciamolo: in fondo la scelta di Berlusconi di candidar­si ovunque — pur sapendo che all'Europarlamento non metterà mai piede — è sfacciatamente sincera. Vuol dire: «Queste elezioni non contano un fico secco, sono soltan­to un sondaggio ufficiale dell'elettorato. E poiché ai son­daggi tengo, voglio esserci». L'entusiasmo del 1979 — primo Parlamento europeo a elezione diretta — lascia il posto a questa commedia. Non in tutti i Paesi accade: pensate che qui e là, in campa­gna elettorale, parleranno di Unione Europea e poi elegge­ranno gente che, a Strasburgo e Bruxelles, ci andrà. E noi? Non capisco perché dobbiamo prestarci a questo gioco. Anzi, lo capisco. Siamo la plebe democratica e fanno di noi ciò che vogliono. Vuoi vedere che un po' fessi siamo davvero?


Beppe Severgnini (Corriere della Sera del 9 febbraio)

lunedì 6 aprile 2009

Forza uagliù!

Nel 1915 un violento terremoto aveva distrutto buona parte del nostro circondario e in trenta secondi ucciso circa trentamila persone. Quel che più mi sorprese fu di osservare con quanta naturalezza i paesani accettassero la tremenda catastrofe. In una contrada come la nostra, in cui tante ingiustizie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti appariva un fatto talmente plausibile da non richiedere ulteriori spiegazioni. C'era anzi da stupirsi che i terremoti non capitassero più spesso. Nel terremoto morivano infatti ricchi e poveri, istruiti e analfabeti, autorità e sudditi. Nel terremoto la natura realizzava quello che la legge a parole prometteva e nei fatti non manteneva: l'uguaglianza. Uguaglianza effimera. Passata la paura, la disgrazia collettiva si trasformava in occasione di più larghe ingiustizie.
Non è dunque da stupire se quello che avvenne dopo il terremoto, e cioè la ricostruzione edilizia per opera dello Stato, a causa del modo come fu effettuata, dei numerosi brogli frodi furti camorre truffe malversazioni d'ogni specie cui diede luogo, apparve alla povera gente una calamità assai più penosa del cataclisma naturale. A quel tempo risale l'origine della convinzione popolare che, se l'umanità una buona volta dovrà rimetterci la pelle, non sarà in un terremoto o in una guerra, ma in un dopo-terremoto o in un dopo-guerra.


(da Uscita di sicurezza - Ignazio Silone, 1949)

mercoledì 1 aprile 2009

Naturalità

Osservando il ritocco numero 6312 di Pamela Anderson ("IL CASO/LE IMMAGINI", titola Repubblica.it, così come ve lo scrivo, in maiuscolo e neretto), ho capito cosa mi dà più fastidio nel viso di una donna passata sotto bisturi, pinze emostatiche, sonde, ago e filo di sutura: lo sguardo.

Quello dell’ex bagnina C.J. Parker è morto. O meglio, inanimato. E’ come se la mano chirurgica avesse tirato via la vita, aspirato desideri e annientato emozioni, altro che zampe di gallina (sempre in attesa di provvigioni o comunque di diritti sullo sfruttamento del nome, insomma, de sordi). Non c’è vita in quello sguardo, ne ha un sporta e mezzo in più Rachael di Blade Runner. Non so, d’improvviso pareva di aver a che fare con i pupazzi di Sbirulino o del Mago Galbusera. Con l'aggiunta di due bocce giganti.