lunedì 26 febbraio 2007

Wonder Wheel

1.
Una ruota è un oggetto circolare in grado di ruotare attorno ad un asse centrale. Viene usata prevalentemente per ridurre l'attrito nei trasporti.

Secondo gli studiosi la ruota fu inventata nell'antica Mesopotamia nel V millennio a.C. probabilmente dalla tribù dei Ferdinini per la lavorazione di vasellame. Parallelamente è possibile che sia stata inventata anche in Cina intorno al 2800 a.C.

Nel luglio 2001 il principio della ruota fu brevettato come "dispositivo circolare con funzione di trasporto". Il brevetto, depositato da John Keogh, un avvocato di Melbourne, aveva lo scopo dichiarato di dimostrare l'assurdità del moderno sistema brevettuale.

2.
La Ruota è una bussola rotante che permette di introdurre i neonati nell’orfanotrofio in completo anonimato.

Una data certa sulla sua istituzione non esiste. Gli storici riferiscono che già nell’anno 787 l’arciprete Dateo, della diocesi di Milano, accogliesse in un ricovero i bambini abbandonati in una sorta di conchiglia collocata presso la porta della chiesa. L’istituzione della ruota, però, sembra debba essere attribuita al papa Innocenzo III e lo storico Ludovico Antonio Muratori ne cita la bolla di fondazione, collocandola nell’anno 1214.

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E’ Stefano il primo minuscolo passeggero a roteare sull'uscio del Policlinico Casilino. Poi uno pensa che al posto della ruota poteva esserci un cassonetto. O una scatola di cartone. O un marciapiede. O un qualsiasi altro angolo tremendamente freddo di mondo. Stavolta no, ora si vive. Il viaggio inizia. E magari ci si diverte pure.

domenica 25 febbraio 2007

Vagonate di s.

- "E' stata premiata la compattezza dell'Unione ma anche la volontà di finirla con discussioni e litigi inutili” (Alfonso Pecoraro Scanio)

- "L'unico governo che questo Paese può avere è di centrosinistra” (Piero Fassino)

- “Chissà come si relaziona un cane con l’odore dei rutti” (Altintop)

- "Ascolterò il presidente del consiglio, lo incoraggerò se cambia qualcosa, lo tallonerò” (Marco Follini)

- “Siamo stati governati da due fazioni, moderati e riformisti, e dagli estremisti-radicali-massimalisti di sinistra, che subiscono diktat dalla sinistra estrema che ancora si fregia del simbolo di falce e martello e del nome di comunista” (Silvio Berlusconi)

- “Siamo in una guideline abbastanza interessante” (Callara)

- “Nessuna politica seria si fonda sul tradimento del sacrosanto patto di lealtà fatto con gli elettori" (Pier Ferdinando Casini)

- “Perché hai la testa opaca?” (Cirello)

E’ soprattutto in queste occasioni che le celle di memoria plasmate dalle letture regalano la giusta chiave interpretativa:

Avevo solo sette anni quando mio padre venne ucciso, me lo ricordo bene, e anche alcune cose che diceva […]. Uno dei suoi primi insegnamenti fu:
“Mai dire una bugia quando puoi cavartela a forza di stronzate”.


(Una storia sporca - Eric Ambler, 1967)

sabato 24 febbraio 2007

Leggi della Robotica

Sebbene vi accenni in opere precedenti, le celebri tre leggi della Robotica di Isaac Asimov vennero definite per la prima volta in Girotondo, nel 1942:

Prima
Un robot non può nuocere ad un umano, né può permettere, senza intervenire, che un essere umano sia leso.

Seconda
Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli umani, purché essi non contravvengano alla prima legge.

Terza
Un robot deve proteggere la sua esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la prima e seconda legge.

In seguito Asimov ritenne che le tre leggi non fossero sufficienti per proteggere la società. Di conseguenza, nel libro I robot e l’impero (1985), creò una legge antecedente, la “zero”, alla quale erano subordinate le altre:

Legge zero
Un robot non può far del male all’umanità o, tramite l’inazione, permettere che essa riceva danno.

venerdì 23 febbraio 2007

Cadeeeeeeee!

I Cavalieri dell'Ideale

SI CAPISCE, uno ha tutto il diritto di coltivare i
suoi ideali integerrimi. E di sentirsi eletto dal
popolo lavoratore anche se è stato spedito in Senato
da una segreteria di partito. Uno ha tutto il diritto
di rivendicare purezza e coerenza, così non si sporca
la giacchetta in quel merdaio di compromessi e
patteggiamenti che è la politica. Però, allora, deve
avere l'onestà morale di non fare parte di alcuna
coalizione di governo. E deve dirlo prima, non dopo.
Deve farci la gentilezza di avvertirci prima, a noi
pirla che abbiamo votato per una coalizione ben
sapendo che dentro c'erano anche i baciapile, anche i
moderatissimi, anche gli inciucisti. A noi coglioni
che di basi americane non ne vorremmo mezza, ma
sappiamo che se governano gli altri di basi americane
ne avremo il triplo.

Invece no: questi duri e puri se ne strafottono della
nostra confusione e della nostra fatica. Prima salgono
sulla barca della maggioranza, poi tirano fuori dal
taschino il loro cavaturaccioli tutto d'oro e fanno un
bel buco nello scafo, per meglio onorare la loro
suprema coerenza e la nostra suprema imbecillità. Un
bell'applauso ai Cavalieri dell'Ideale: tanto, se
tornano Berlusconi e Calderoli, per loro cosa cambia?
Rimarranno sul loro cavallo bianco con la chioma al
vento.


(Michele Serra, 22 febbraio 2007)

giovedì 22 febbraio 2007

Verso la California

Era una di quelle serate in cui un cicchetto di troppo può lasciarti in bilico tra un tappeto volante ed un abisso.
Con la testa tra le mani, cercavo di schiacciare pensieri troppo salati per i miei occhi, mentre dalla stanza col camino del Vini e Oli che non c’è più, proveniva un brusio indistinto dal quale però riuscivo senza troppo impegno ad isolare la voce di ognuno. Mancava poco al mattino o forse lo era già, non mi era dato saperlo: la serranda era stata abbassata da tempo. Con noi dentro ovviamente, come da defunta consuetudine.
Non parlavo con Max da anni, l’avevo conosciuto all’ultimo piano della quarta palazzina di via Alessandro Volta, prima stanza a sinistra: seconda, sezione A. Un anno passato a ridere del nostro sette in condotta da dividere con numerosi altri personaggi, poi non lo vidi più per molto tempo. A dire la verità, ogni tanto la sua camminata incrociava il mio sguardo ma tutto finiva lì, in quel soffio di istante.
Quella sera lo ritrovai dietro al bancone col sorriso a mezza bocca di sempre, sornione, tra un Brugal e una Stolichnaya, un tagliere da agghindare e un cd da suonare con la scioltezza di un chitarrista virtuoso.
Ci sono momenti in cui vorresti sentire una e una sola musica passare traverso le trombe di Eustachio e irrorare di nostalgia i neuroni. Accadde all'improvviso, dietro quella serranda le mie orecchie trovarono il loro Dio momentaneo.
Max non lo sapeva ancora, ma quella sera il suo nome entrò di diritto nella pagina dei ringraziamenti inseriti poco prima del culo della mia tesi. L’avrete capito, gli bastò schiacciare il tasto play:

The mountains and the canyons started to tremble and shake
As the children of the sun began to awake


Solitamente è su quel “to awake” che Robert Plant mi fa perdere definitivamente i sensi. Max l’aveva capito da diversi minuti, stavolta i nostri sguardi si erano incrociati per un motivo preciso. O più semplicemente questo fu l’unico momento in cui ce ne rendemmo conto.
Attraversai i tre metri che ci separavano. Due cicchetti erano già pronti.

mercoledì 21 febbraio 2007

Servizi Sociali

Cesare Previti è stato condannato in via definitiva a 6 anni per corruzione in atti giudiziari. In soldoni, ha corrotto dei giudici per pilotare una sentenza. E questo è un fatto.

Andiamo con ordine:

Il 30 agosto 1970 a Roma, il marchese Camillo Casati Stampa ha ucciso la moglie Anna Fallarino e il suo amante, poi si è tolto la vita. L'unica erede, Annamaria, ha appena 19 anni. Previti la assiste legalmente (come tutore) e si incarica della mediazione con Silvio Berlusconi, un giovane imprenditore milanese, per la compravendita della settecentesca residenza familiare, la cosiddetta villa San Martino in località Arcore.

La villa, 3mila 500 metri quadri, circondata da un parco immenso passa di mano per un prezzo vantaggioso: 500 milioni per giunta dilazionati nel tempo, mentre il valore effettivo dell'immobile è di oltre 1 miliardo e 700 milioni dell'epoca come risulta dalle stesse stime legate all'eredità. Alla fine del '74 Berlusconi si insedia ad Arcore, ma Previti "suggerisce" alla sua "assistita" di posticipare il rogito catastale che verrà fatto nel 1980 e senza pagare una sola lira di tasse.

Prima ancora che Berlusconi "scenda in campo", Previti viene messo sotto inchiesta per la corruzione di giudici (processo SME per una vicenda che risale al 1985).

Nel 1994, da esponente di Forza Italia, Previti diviene senatore e Berlusconi, ottenuto l'incarico di formare un governo, tenta di farlo nominare Ministro di Grazia e Giustizia, ma trova l'opposizione del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, quindi Berlusconi lo propone per il Ministero della Difesa, carica che Previti ottiene e conserva dal maggio al dicembre 1994 (e per interim fino al gennaio 1995).

Nel novembre 2003, dopo molti rinvii (comunque ininfluenti nel computo della prescrizione), viene condannato in primo grado a 5 anni di reclusione (ne erano stati chiesti 11).
Il 2 dicembre 2005, il parlamentare è condannato in appello nel caso SME a 5 anni di carcere dalla Corte d'Appello di Milano per corruzione semplice. Successivamente, il 4 maggio 2006 la Cassazione esprime il verdetto definitivo, condannando Previti a 6 anni di detenzione per l'accusa di corruzione nella vicenda Imi-Sir.

Il 5 maggio, Previti afferma di essersi dimesso dalla carica di parlamentare e si presenta al carcere di Rebibbia, dove viene rinchiuso, essendo arrivato da Milano il provvedimento della Procura Generale di esecuzione della pena.
Il 10 maggio, dopo 5 giorni di carcere, ottiene la detenzione domiciliare, usufruendo di un emendamento della legge - varata dall'ultimo governo Berlusconi - detta "ex-Cirielli" (dal nome del deputato di Forza Italia che l’ha presentata ma che poi ha ritirato la firma). L'emendamento presentato dal relatore Luigi Vitali (Forza Italia) prevede anche - sommandosi alla drastica riduzione dei tempi di prescrizione dei reati già prevista da Cirielli - che la sospensione o l'interruzione del processo non dipendente da autorità straniera, alla fine vengano conteggiate, sempre ai fini del calcolo della prescrizione. La Camera poi ha anche approvato la norma del testo che elimina il carcere per chi ha compiuto 70 anni di età, a meno che non sia un pedofilo o un delinquente abituale o professionale. Da questo momento la ex-Cirielli diventa per tutti la legge salva-Previti.

A tutt’oggi in Parlamento non risulta essere stata presentata nessuna "lettera di dimissioni" da parte dell'on. Previti, che secondo disposizioni giudiziarie dovrebbe anche essere da tempo interdetto dai pubblici uffici. Ma lui è ancora lì, condannato a percepire quei 5 mila e rotti euro mensili che gli spettano come parlamentare.

Alla “fine” di tutto questo (anche grazie all’indulto "voluto" dall’uomo di Ceppaloni) su Previti grava una pena residua di un anno e sette mesi che, secondo la sentenza di pochi giorni fa, dovrà scontare svolgendo attività presso la Ceis (Centro Italiano di Solidarietà) di Castel Gandolfo.
Gli orari a cui sarà tenuto Previti «sono quelli che dovranno essere stabiliti dalla Ceis» - si spiega - ma devono essere "contenuti" nella "forbice" prevista dal magistrato, che va dalle 7 del mattino alle 23 di sera. L'ora di ritorno nella sua abitazione è però tassativa, si ripete.
Chissà se le finestre siano o meno provviste di sbarre in quell’attico che s’affaccia su di una delle piazze più belle del mondo. Immagino di no.

Dal canto mio andrò a fargli un ceppetto (dicesi ceppetto l’atto consistente nel bloccare il pulsante di un citofono – con un pezzo di legno, uno stuzzicadenti piuttosto che con un bastoncino del lemonissimo - in modo tale da costringere alla discesa il proprietario di casa onde evitare la perdita dell’udito ma soprattutto una piccola rottura di coglioni).
In ogni caso, per uno che doveva passare 6 anni “ar gabbio”, mi sembra una proposta da non poter rifiutare.

E ora ditemi la verità: qualcuno di voi ha pensato a teste di cavallo mozzate sotto alle lenzuola?
Ah, se ci fosse Don Vito.

martedì 20 febbraio 2007

Glorifichiamo la guerra?

C’è la classica fase della vita (la mia è ancora in corso) in cui le persone che ti aspettano trepidanti a casa non riescono a credere che tu sia rimasto fino alle 6 del mattino a parlare del nulla - e di riflesso del tutto - seduto in macchina di fronte ad un portone scarsamente illuminato piuttosto che ad un distributore di sigarette parlante.
Il più delle volte le conversazioni si dimenticano perché la Mente è a suo modo egoista e vive una vita propria fingendo di farsi controllare (per il Corpo è diverso: lui non recita il ruolo dello schiavo, anzi, dichiara esplicitamente di usarti: avete presente quando il cesso è maledettamente occupato?), in altre occasioni il ricordo è talmente sfuggente da sfociare in un lago di parole prosciugate.
Mi si potrebbe obiettare che l’ubriachezza sia sempre pronta a prendere il sopravvento, "Facile prendersela col potere della Mente!". Io rispondo che non si avranno mai prove a riguardo e voi, meccanicamente direte: “Basta chiedere al barman, no?”, no, perché il mescitore sarà il primo a farvi la stessa domanda la volta successiva che il vostro avambraccio si poggerà sul suo bancone. Niente movente, niente reato.
Sono convinto che se solo ricordassimo una di quelle iperboli sui Massimi Sistemi, “corsi e ricorsi storici, input… output…” (Jeffrey “Il Drugo” Lebovski, Il grande Lebovski – Joel [ed Ethan] Cohen, 1997), potremmo scrivere molto di meglio di quello che fece a Parigi Filippo Tommaso Marinetti, il 20 febbraio 1909. Esattamente 98 anni fa:

Avevamo vegliato tutta la notte - i miei amici ed io - sotto lampade di moschea dalle cupole di ottone traforato, stellate come le nostre anime, perchè come queste irradiate dal chiuso fulgore di un cuore elettrico. Avevamo lungamente calpestata sul opulenti tappeti orientali la nostra atavica accidia, discutendo davanti ai confini estremi della logica ed annerendo molta carta di frenetiche scritture.

[…]

Manifesto del futurismo.

1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, L'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corea, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4. affermiamo che la magnificenza del mondo si e arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocita. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo.... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, e più bello della Vittoria di Samotracia.
5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
7. Non v'è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!.. Perche dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? II Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiche abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.
11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle novole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d' acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aereoplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.
È dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo perche vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d' archeologhi, di ciceroni e d' antiquarii.
Gia per troppo tempo l'Italia e stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl'innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli.

lunedì 19 febbraio 2007

18 febbraio 1967

Tra insaccati e rotoli di carta igienica Gianni Manni ci indicò la strada. Non Caldogno ma Altavilla Vicentina.
Fu facile trovarti, gli accessori del pallone ci regalarono certezza. Attendemmo con l'ansia di una lettera scritta troppo in fretta, poi la rete si gonfiò, soffice come un tocco sotto di esterno destro.
Buon compleanno Roberto, ci manchi sempre. Come a questo mondo manca il talento.

E’ un pezzo da antologia calcistica, vedete la finta sull’ultimo difensore e poi la battuta in controtempo sull’accenno di uscita del portiere. Una prodezza eccellente, rivediamo ancora. Immagini che si commentano da sole.

(Bruno Pizzul, 78° minuto di Italia/Cecoslovacchia - Roma, Stadio Olimpico, 14 luglio 1990)

giovedì 15 febbraio 2007

-"Riff!" -"Sì, capo!"

Riff (s. m. invar.) è un termine usato in campo musicale come abbreviazione e alterazione di refrain.
Nella musica jazz, breve frase orecchiabile e incisiva, ostinatamente ripetuta, senza sviluppo melodico, destinata a durare più o meno a lungo, come sottofondo a improvvisazioni solistiche, ma che può anche costituire il nucleo di un brano musicale.


Leggo che il prossimo 18 febbraio, in quel di Londra, oltre duemila chitarristi si sono dati appuntamento per suonare tutti insieme Smoke on the water (in Machine Head - Deep Purple, 1972, se davvero c’è qualcuno che non lo sapesse).

Nel luglio 97 passeggiavo con la faccia di Alice all'interno di un gigantesco negozio di musica di quelli che si possono trovare solo negli States, non foss’altro per il fatto che lì, notoriamente, “è tutto più grande”. Infatti ero a Los Angeles.
Sul lato lungo di questa costruzione antilillipuziana si alternavano una decina di camere anecoiche separate da centimetri di vetro, dove chiunque poteva entrare, prendere un qualsiasi strumento e suonare all’impazzata sotto gli sguardi di avventori obesi.
All’ingresso di ogni stanza vi era appeso un foglio che aveva tutta l’aria di sconsigliare l’esibizione a persone tipo il sottoscritto, che allora era un chitarrista (parola grossa) persino peggiore di adesso:

Is strictly forbidden to play Smoke on the Water and Starway to Heaven.

Approvai con la testa come di fronte ad un acquario, lasciando le impronte digitali sulle pareti.

lunedì 12 febbraio 2007

Gradite 'o Campari o vulite 'o ccafè?

Arrivare a Bologna e bersi un caffè al bar dopo averlo fatto poche ore prima in quel di Napoli (in una tazzina bollente nel quartiere Vomero, per l'esattezza), è frustrante quanto mangiare uno spaghetto al pomodoro in un ristorante di Covent Garden.

sabato 10 febbraio 2007

I veri nomi dei moschettieri

Le iscrizioni per il concorso "Una poesia per Cirello" sono ancora aperte, ma le migliaia di lettere di protesta - stipate in voluminosissimi sacchi di tela bianca - piovutemi sulla fontanella, fanno sì che torni a voi con l'ormai leggendaria rubrica del sabato: Per stupire mezz'ora basta un libro di notizie inutili.

- Armand de Sillègue d'Athos d'Autevielle (Athos)
- Isaac de Portou (Portos)
- Henri d'Aramitz (Aramis)
- Charles de Batz (D'Artagnan)

martedì 6 febbraio 2007

Concorso per i lettori

Iniziare la giornata con Third (Soft Machine, 1970) è sempre motivo di turbe psichiche. Se poi aggiungete alla totale dissoluzione armonica di quest'opera sensazionale, il fatto d'intrattenere conversazioni telematiche con personaggi dal cervello sempre in delirante movimento sussultorio, otterrete il perchè di questo post.

Ecco il bando della seconda edizione del concorso "Una poesia per Cirello":

Art. 1 - Finalità
Il concorso, finalizzato alla promozione della poesia contemporanea in Italia, prevede la realizzazione di un reading-evento, di un catalogo di circa 250 pagine e testi critici, e l'assegnazione finale di un solo premio in via di definizione. L'evento in cui le opere finaliste si sfideranno a suon di anafore e rime baciate, la votazione e la consegna del premio si svolgeranno in un luogo importante da definire sul territorio Italiano.

Art. 2 - Partecipazione
Possono partecipare artisti di nazionalità Italiana (residenti e non-residenti in Italia) o stranieri che operano sul territorio nazionale Italiano, nati a partire dal 21 luglio 1899.

Art. 3 - L'Opera
La qualità, la ricerca, l'innovazione e la contemporaneità saranno i criteri fondamentali della selezione. L’opera deve essere la massima espressione artistica del candidato. L'opera prescelta può essere inedita.

Art. 4 - I Premi
Per la sola categoria in concorso - LA POESIA - ci sarà un solo vincitore a cui verrà dato per intero il premio, sul quale sarà operata, come per legge, una ritenuta alla fonte a titolo di imposta nella misura del 25%.

Art. 5 - Voto OnLine
Le opere di tutti i partecipanti al Concorso "Una poesia per Cirello" saranno automaticamente inserite su questa pagina. Le opere inserite direttamente sul sito dagli artisti saranno votabili subito, mentre le adesioni spedite tramite posta (all'indirizzo che tutti conoscete) saranno inserite dall’associazione in ordine di arrivo. Ogni visitatore del sito avrà a disposizione un voto da assegnare ad una delle opere in concorso. Il visitatore potrà esprimere la sua preferenza rispettando il principio che da ogni email (e da ogni IP di computer) può essere espresso un solo voto. La scadenza delle votazioni sarà due settimane prima dell’inizio dell'evento finale. L’opera che avrà ricevuto la maggioranza di voti sarà recitata da un nome di spicco del teatro italiano durante l'evento finale e sarà pubblicata nel catalogo.

Art.6 - Il catalogo
Il catalogo annuale farà da testo e da valido riferimento per una consistente fetta della poesia contemporanea in Italia. Il catalogo sarà stampato con circa 250 pagine. Una copia del catalogo verrà, su richiesta, spedita gratuitamente ad ogni artista che partecipa al concorso "Una poesia per Cirello" (spese di spedizione, pacchetto, commissione e contrassegno a carico dell'artista). Copie successive per i partecipanti potranno essere acquistate col 10% di sconto.

Art. 7 – Informazioni sulla partecipazione
L’organizzazione non recapiterà lettere o email di conferma sulle adesioni ricevute, chi desidera avere la conferma dell’avvenuta consegna invii il materiale tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Lo svolgimento delle selezioni delle opere finaliste e delle opere selezionate per il catalogo potrà essere seguito tramite aggiornamenti sul sito http://cirellus.blogspot.com.

Art. 8 - Accettazioni
(i) Gli artisti che partecipano al concorso "Una poesia per Cirello" accettano implicitamente le norme del bando. La mancanza di uno solo dei dati richiesti comporterà l'esclusione dal concorso.
(ii) Il candidato autorizza espressamente l'organizzatore, nonché i loro diretti delegati, a trattare i dati personali dell'artista partecipante ai sensi della legge 675/96 ('legge sulla Privacy') e successive modifiche D.lgs. 196/2003 (Codice Privacy), anche ai fini dell’inserimento in banche dati gestite dalle persone suddette.

Qui di seguito, l'opera vincitrice della scorsa edizione del concorso, in lingua originale e con la traduzione di Vincenzo Mantovani:

THE EARNEST LIBERAL'S LAMENT
I knows monks masturbate at night,
That pet cats screw,
That some girls bite,
And yet
What can I do
To set things right?


LAMENTO DELL'ONESTO PROGRESSISTA
Lo so che i preti si masturbano di notte,
Che i gatti fottono,
E le ragazze non son marmotte,
E tuttavia
Che cosa posso fare
Per aggiustare le cose se son rotte?


(Ernest Hemingway, 1922)

lunedì 5 febbraio 2007

Pioggia viola

Come ogni anno, anche ieri sera ho costretto gli occhi a restare aperti quasi fino al mattino per seguire il circo del Superbowl (il sessantunesimo). Per la cronaca, la vittoria degli Indianapolis Colts sui Chicago Bears è arrivata alla fine di una gran partita.
Vi elenco qui di seguito alcuni spunti su cui quei grassoni degli Yankees staranno sicuramente disquisendo di fronte a fiumi di birra e schifezze semi solide da ingurgitare:

1. La grandissima prova di Payton Manning, MVP della partita con 25 passaggi completati su 38 tentativi, 247 yards percorse dalla squadra e 1 touchdown.
2. Lo spettacolare ubriacante ritorno da 92 yards di Devin Hester, che riportando in meta il kickoff di Adam Vinatieri, ha stabilito la meta più veloce della storia del Superbowl.
3. La prima vittoria di un titolo da parte di un coach afroamericano, Tony Dungy. Finalmente i neri non verranno considerati più "ottimi giocatori ma scarsi allenatori".
4. Il disastroso incontro di Rex Grossman, quarterback di Chicago, culminato con il passaggio intercettato - e riportato in touch down con una corsa di 56 yards - da Kelvin Hayden a pochi minuti dal termine.
5. L'incredibile serie di funble che Chicago non è riuscita a sfruttare a causa di ripetuti snap sciagurati.

Detto questo, immagino che a voi del football americano non ve ne possa fregare di meno.
Ma di musica, forse sì.
Allora vi consiglio di dare un occhiata al consueto spettacolo tra primo e secondo tempo, mentre la palla ovale era a bersi un the caldo. Sotto l'inusuale pioggia di Miami quest'anno c'era Prince, in completo turchese con in braccio un'improbabile chitarra dal suono sudicio e dal design quantomeno discutibile. Con l'acqua che precipitava in quel modo, aspettarsi Purple Rain sarebbe stato il minimo, e lui non si è fatto pregare.

domenica 4 febbraio 2007

Il ricordo oggettivo

Your next bold move (in Revelling/Reckoning - Ani Di Franco, 2000)

Mi sento particolarmente legato agli oggetti, sono la porta sul retro di casa. Sono i ricordi. Sono tutte quelle cose che appena toccate mi trasformano in sensitivo bombardandomi di flash dolci e aloni morbidi. E di schiaffi.
E’ particolarmente democratico voler bene agli oggetti, si esula dal loro valore materiale e si va oltre. E quando capita non se ne esce almeno per una giornata, non c’è chiacchiera, né calcetto, né film che tengano, né qualsiasi stratagemma ideato per cercare di pensare ad altro. Anzi, tutto quello che si cerca di fare sarà inevitabilmente legato a quelle immagini opache. Il contatto visivo e tattile rimarrà con te fin dentro le coperte fredde e poi nella notte onirica, di corsa per tetti surrealmente instabili (Io ti salverò - Alfred Hitchcock, 1945) o per boschi ostili in cerca di posti più sicuri (”Blasco” Rossi, in C’è chi dice no - Vasco Rossi, 1987).
“I ricordi sono inseparabili dai sogni”, diceva Ti-Jean il frenatore. Già.
Tutto ciò capiterà questa notte, perché stamattina le mie dita hanno deciso spontaneamente e soprattutto senza motivo di vedere che succedeva sul retro di casa e perché la storia anche se differente, continua ad essere sempre la medesima.

Last night I had a dream (in Fixed Water - Sophia, 1996)

Allora sfiori tra indice e pollice le ricevute di ristoranti forse falliti sicuramente non per colpa nostra, che avevamo fatto fuori primo, secondo, contorno e dolce, bottiglia di vino e ammazza caffé. Ogni voce della lista con il numero due davanti.
Mi trovo a ridere lucidamente rivivendo quella volta che avevo i capelli troppo lunghi per pensare di tagliarli, e allora sì, meglio dare loro una spruzzata di bianco insieme ai fratelli di vita e contemporaneamente provare a scolpire le facce in stile monte Rushmore.
L'impatto definitivo arriva in crescendo Rossiniano quando incontri e accarezzi orecchini e foglietti scritti al buio in corsivo comprensibile solo a chi sa, le cosiddette ciappe (o mollette) per capelli, anelli e tappi di birra Peroni. Biglietti di concerti e cinema e di partite del Pescara. Sigari mai fumati, cd con canzoni che si susseguono senza senso apparente. Fototessere, plettri e libri sottolineati a matita. Provini in bianco e nero e diapositive cristalline se guardate controluce. Biglietti da visita, pietre e quarzi rosa. Ritagli di giornale e chiavi senza più la serratura giusta. Portagioie lillipuziano a forma di cubo.
E poi uno scontrino ormai usurato dal calore e dalla vecchiaia. Con fatica capisco qualcosa, sembra sia del giugno 1998:

BAR 1.200
BAR 1.500
VARIE 2.000

TOTALE 4.700

Non ricordo alcunché, almeno adesso. Ma se è stato riposto qui, in un’improbabile scatola di stoffa per quasi dieci anni, un motivo ci sarà. Stanotte ne avrò la conferma.

You must leave now, take what you need, you think will last.
But whatever you wish to keep, you better grab it fast.
Yonder stands your orphan with his gun,
Crying like a fire in the sun.
Look out the saints are comin' through
And it's all over now, Baby Blue.


(It’s all over now, Baby Blue, in Bringing It All Back Home - Bob Dylan, 1965)

sabato 3 febbraio 2007

La scala Scoville

Nel 1912 Wilbur Scoville elaborò il metodo per stabilire la forza comparata di diversi peperoncini (J. Am. Pharm. Assoc. 1912; 1:453-4). Maggiore è il numero di Unità Scoville, più piccante è il peperoncino. Per esempio:

Peperone dolce................................................0 Unità Scoville (SU)
Peperoncini, peperone a "ciliegia".................................100-500
New Mexico, Aji Panca...............................................500-1.000
Ancho, Passila, Espanola.........................................1.000-1.500
Sandia, Rocotillo, Cascabel. Pobla...........................1.500-2.500
Jalapeno, Mirasol....................................................2.500-5.000
Chilcostle, Louisiana Hot......................................5.000-10.000
de Arbol, Serrano, Japones..................................10.000-30.000
Piquin, Aji, Cayenne, Tabasco.............................30.000-50.000
Chiltepin, Tepin..................................................50.000-80.000
Habanero, Scotch Bonnet..................................80.000-300.000
Capasaicina pura......................................................16.000.000

Questa scala è puramente indicativa, dato che la forza può variare da caso a caso.

venerdì 2 febbraio 2007

Seduto nel buio (19:55/20:00)

Cinque minuti di oscurità voluta. Al solito la pelle diventa simile a quella del pennuto bianco dalle estremità arancioni. Poi pensi alla forza della gente presa tutta insieme. E fai fatica a crederci. E' per questo che ci autodistruggeremo. Forse.

giovedì 1 febbraio 2007

Miti e leggende

Sprazzo di conversazione svoltosi ieri mattina via messenger tra il titolare della festicciola e Montelli, velenosissima firma di Sportbeat. Si parlava dell'apparizione di Luciano Moggi (di suicidio pensatore) nel programma di Enrico Ruggeri (no, no, non è una supercazzola). Poi la mente è andata oltre:

MONTELLI: il pathos di Alvaro Vitali
CIRELLO: che cagata mostruosa?
M: quella del suicidio!
C: aaaaaaaaaaaaaaaaah
M: ma non la sai!?!?!?!?
C: si si
M: ah ecco
C: grande, grande
C: leggendario
M: mastodontico
M: non c'entrava veramente un cazzo
M: ma lui lì
C: come dice la frase sui manifesti dell'ultimo rocky:
M: a spararla
C: solo un mito può mettere fine a una leggenda
C: CHE CAZZO VUOL DIRE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
M: ahuahuahauhauhauahuahauhauahuhahua
M: che il mito in quanto mito
C: mette fine alla leggenda in quanto leggenda
M: puo' porre fine alla leggenda
M: esatto
C: certo
M: e quindi mito, che ti devo di'
C: effettivamente sai che ci può stare
M: si, infatti
C: però se ci pensi la leggenda è già mito 
M: appunto per quello
M: ma figurati se volevano dare quel senso
C: quindi il mito mette fine al mito
M: hanno sparato il frasone, ci hanno buttato dentro MITO e LEGGENDA
M: gli hanno dato una piega velatemente romantica, ed ecco qua
M: italians do it better
C: scatta la leggenda!!!!!!!!!!!
C: gianni minà!


poi si è proseguito parlando di avanguardie storiche, ma che ve lo dico a fare.