domenica 27 marzo 2011

Fammene un'altra

Come i bevitori di birra sanno bene, una volta aperto il rubinetto (nel senso di pisciare), la frequenza con cui tornerai al cesso aumenta esponenzialmente ad ogni successivo sorso.

E insomma, andarci più e più volte, permette di notare dettagli sfuggiti durante visite occasionali.
Tipo questa frase ineccepibile, nello stile e chiarezza d'esposizione, scritta a penna sul dispenser della carta igienica, da Sante, lì al Pratello.
E che non vedi l'ora di raccontare a chi ti aspetta assetato al bancone:

"Sto facendo uno stronzo bestiale."

martedì 22 marzo 2011

Misanderstending

Come ogni tanto accade, stamattina, a fine allenamento, mi sono un po' attardato a parlare con il re dell'aneddoto Paolo, di quando ci si ferma ore sul tubo a cercare vecchi incontri (le due sfide Monzon-Briscoe, in questo caso) nei nostri momenti di solitario delirio casalingo,

Questo per dire che, rientrato negli spogliatoi (dopo un - fortunatamente - infondato allarme acqua fredda), il pavimento era già pieno di panni saporiti, il sudore amalgamato al vapore delle docce e la conversazione, va da sè, entrata da tempo nel vivo:

- "...E mica l'ho capito che devono fa 'sti ammericani, prima dice arivamo, poi nun se ne fa niente..."

- "Si c'hanno messo becco, sicuro ce sta da magnà."
 

- "Eccerto, si nun ce sta da guadagnacce quarcosa, figurate se movono er culo."
 

- "La situazione è quella che è, però, fidate, comarsolito nun ce stanno a dì tutto."

E insomma, a breve mi sarei aspettato una battuta sul colonnello, sul baciamano o su "stibbastardidemmerda". Invece, proprio mentre stavo per inserirmi con una mia personalissima banalità, ecco che il dialogo si svelava nella sua vera essenza:

- "Eppoi dice che l'anno prossimo se ne va pure Mexes!"

mercoledì 16 marzo 2011

Ne vale la pena

Roberto Saviano lancia il sasso con la mano bene in vista e propone una delle sue liste, elenchi o come cavolo vi pare, che sì  (oltre ad aver già rotto le palle), lasciano il tempo che trovano ma in qualche modo costringono a misurarsi con una scelta particolarmente difficile in questi tempi, dove si fa a gara per accumulare o sostituire senza motivo cose che si hanno già.

Ora, tra qualche giorno, forse (o più probabilmente mai), indicherò le mie dieci cose per cui valga la pena vivere, o meglio, potrei aggiungerne nove, visto che quella che sto per dirvi è successa poco fa, entrando prepotentemente in una classifica che ancora non esiste:

- Avere un amico che chiama alle 19e20 e dice: "Mi faresti un favore? Siccome sto andando a cena con i colleghi di lavoro, potresti richiamarmi verso le nove e mezza per ricordarmi di non ubriacarmi?"

martedì 15 marzo 2011

In da club

Sarà che la cara Mau, al tempo, mi omaggiò della tessera n°1, però inizio ad aver voglia di un Club del giovedì, con il caro e vecchio branco di supergiovani e una buona scorta di bottiglie.

[Ora, so che non c'entra granché, però "buona scorta", nella mia testa malata, ha fatto venire in mente questo dialogo (da Rambo - Ted Kotcheff, 1982):

- Sceriffo Teasle: "E vorrebbe dirmi che duecento uomini contro il suo Marine sono nella posizione di non poter vincere?"
- Colonnello Trautman: "Se ci manda tanti uomini non dimentichi una cosa."
- Sceriffo Teasle: "Che cosa?"
- Trautman: "Una buona scorta di barelle."]


Poi ad esempio, si potrebbe dire che in una situazione del genere, al club non ci sarebbe tutta 'sta calma intorno a Dylan, a meno che non siano le 5 del mattino con un goccio di Lucano da finire e l'ultima cazzata da modellare.

Però Pino, Peppe, Joe Santiago per il grande pubblico e Johnny Cash (anzi, levate pure il cognome) per i tesserati, con quella faccia fuori dal tempo, suona pure meglio di Dylan.
Ora gli (ci) mancano solo dei testi come questo. Che poi altro non è che il pezzo con cui mi sono svegliato e che no, proprio non se ne va:


LOVE MINUS ZERO/NO LIMIT
 

My love she speaks like silence,
Without ideals or violence,
She doesn't have to say she's faithful,
Yet she's true, like ice, like fire.
People carry roses,
Make promises by the hours,
My love she laughs like the flowers,
Valentines can't buy her.

In the dime stores and bus stations,
People talk of situations,
Read books, repeat quotations,
Draw conclusions on the wall.
Some speak of the future,
My love she speaks softly,
She knows there's no success like failure
And that failure's no success at all.

The cloak and dagger dangles,
Madams light the candles.
In ceremonies of the horsemen,
Even the pawn must hold a grudge.
Statues made of match sticks,
Crumble into one another,
My love winks, she does not bother,
She knows too much to argue or to judge.

The bridge at midnight trembles,
The country doctor rambles,
Bankers' nieces seek perfection,
Expecting all the gifts that wise men bring.
The wind howls like a hammer,
The night blows cold and rainy,
My love she's like some raven
At my window with a broken wing.