venerdì 30 ottobre 2009

Prospettive

In ritardo come qualsiasi treno battente bandiera Trenitalia (come ad esempio tutti quelli presi negli scorsi tre giorni), vorrei chiudere definitivamente ogni polemica e questione - socio, psico, antropo, pneumo, scato e tutte le cose che si possono anteporre a logica - associate al caso Marrazzo.
In realtà, ancora una volta, scopiazzo come neanche fecero Zeman e Sacchi con Galeone, prendendo in prestito un botta e risposta scritto da mani sapienti sullo sciacquone del bagno degli uomini al Piccolo di Piazza Verdi, a Bologna:

- Prima mano: "W la figa!"
- Seconda mano: "Hai mai provato il cazzo?"

lunedì 26 ottobre 2009

40

L'amore è uno smisurato ossario
di decadenza,
Il latte versato degli eroi,
Distruzione di fazzoletti di seta
causata da tempeste di polvere,
Carezza d'eroi legati ai pali con una benda sugli occhi;
Vittime di delitti ammessi a questa vita,
Scheletri che barattano dita e giunture,
La carne tremolante degli elefanti della gentilezza
dilaniata da avvoltoi,
Concetti di delicate rotule,
Paura di ratti strillanti di batteri,
Fredda Speranza del Golgota per la Speranza d'Oro,
Umide foglie d'autunno contro
il legno delle navi,
La delicata immagine di colla del cavalluccio marino,
Non più sentimentali "Ti amo",
Morte per lunga esposizione alla degradazione,
Esseri misteriosi spaventosi affascinanti
che nascondono il loro sesso,
Pezzi della materia di Buddha congelati
e microscopicamente affettati
In Obitori del Nord,
Mele peni che vanno in malora,
Le gole tagliate più numerose della sabbia -
Come baciare il mio micino sulla pancia
La morbidezza della nostra ricompensa


(230a strofa, in Mexico City Blues - Jack Kerouac, 1959)

E sì che me l'ero anche segnato in agenda (dovete sapere che ho un'agenda, serve per far finta di avere impegni): "40° anniversario morte ti-jean", perché volevo omaggiarlo a dovere in questo mondo dove le cosiddette "cifre tonde" hanno più importanza di altre. Chissà perché poi.

Allora lo faccio adesso, citando una ricostruzione in cui ci si possono trovare un sacco di cose.
E perché, come scrivevo ieri (ma non andate a cercare in queste pagine, ero da tutt'altra parte), con certe persone, pochissime in realtà, non ci sono scadenze:

The night of Sunday October 19, he couldn't sleep and lay out-side on his coat to watch the stars. The next morning after eating some tuna, he sat down in front the TV, notebook in hand, to plan a new novel; it was to be titled after his father's old shop: "The Spotlight Print."
Just getting out of bed Stella heard groans in the bathroom and found him on his knees, vomiting blood.
He told her he didn't want to go to the hospital, but he cooperated when the ambulance attendants arrived. As they were leaving , he said, "Stella, I hurt", which shocked her because it was the first time she had ever heard him complain. Then he shocked her even more by saying, for the second time since they had married, "Stella, I love you."

Less than a day later, on the morning of October 21, after twenty-six blood transfusions, Jean Louis Kerouac died in St. Anthony's Hospital of hemorrhaging esophageal varices, the classic drunkard's death.
On Dizzy Gillespie's birthday.


(da Memory Babe - a critical biography of Jack Kerouac - Gerald Nicosia, 1983)

martedì 20 ottobre 2009

"Amici sportivi, buonasera."

E’ che erano diversi i tempi, allo stadio si potevano addirittura suonare i tamburi senza chiedere il permesso alla questura, i cancelli aprivano davvero ore prima ma nonostante il terrificante anticipo finiva sempre che ti ritrovavi scomodo, tu, piccolino, rigorosamente in piedi per tutta la partita in mezzo a quei buzzurri che amavi e odiavi e che alla fine prendevano sempre i posti migliori nonostante l’orgoglio non troppo esibito da noi finti adulti glabri. E dovevi pure considerarti fortunato a trovare sui gradoni ghiacciati un posto per il tuo culetto durante l’intervallo.

Così capitava che i fumogeni scagliati a raffica con relativa sciarpa a coprire naso e bocca, il bordello tipico della curva e il mega bandierone che puntualmente ti sventolava davanti gli occhi, ti facessero perdere un qualsiasi gol durante i primi 5 minuti, soprattutto se capitava dall’altra parte, sotto alla sud.
Accadeva allora che l’unico modo per capire come l’avessero buttata dentro - il vantaggio di Allegri col Milan o quello di Bivi contro l’Ancona ad esempio - era arrivare a casa e attendere le 18e10. Rai Uno. 90° minuto. Ovviamente.
E dovevi pure arrivare puntuale di fronte al televisore, perché spesso capitava che le squadre e le partite meno importanti venissero mostrate per prime. Pescara, i biancazzurri, non sfuggivano a questa legge.
Altre volte, quando la traferta era troppo distante e i nastri non arrivavano in tempo in redazione, quando si era in B o addirittura in C come negli ultimi anni, toccava aspettare il lunedì dopo pranzo, appena tornati da scuola, verso le 14e20, in coda al TgRegionale su Rai3.

In ogni caso, la linea la prendeva sempre lui, Mario Santarelli, con il suo marchio di fabbrica, quel “Amici sportivi, buonasera” che apriva le danze, insieme con la classica fotografia dell’Adriatico gremito alle sue spalle. O con la piscina de Le Naiadi e il palazzetto di via Elettra, quando vincevamo in Europa con la pallanuoto e galleggiavamo in serie A con la pallacanestro. I magnifici anni '80.

Un pezzo della mia infanzia, la colonna portante dei miei ricordi sportivi abruzzesi. In Rai, redazione sport, da prima che io nascessi, per arrivare alla recente pensione giusto un paio di anni fa. Lui che ovviamente era diventato uno di casa, fino a vedergli i capelli sfumare sul bianco e il volto segnarsi di saggezza, con le gote rossastre, quasi da nonno, uno che lo capivi dalla faccia se il Pescara o la Vastese (un po’ meno la Juve) avessero vinto o perso.
Lui, con la cadenza chiaramente abruzzese e la voglia di elevarsi a cronista nazionale, con quelle espressioni, quei vocaboli un po’ meno comuni, forse perché non troppo pertinenti o più probabilmente perché in disuso, figli di un calcio in agonia: “compagine”, “a protezione dei sedici metri”, “zona nevralgica del campo” per citarne alcuni. Non dimenticherò mai la sua classica “Brutta battuta d'arresto per la compagine biancazzurra”, detta con voce contrita, dispiaciuta, quasi controvoglia. No, non possiamo aver perso.

Mario Santarelli è morto il 17 ottobre scorso, proprio alla vigilia della partita che avrebbe riportato il Pescara in vetta, in testa. Come piaceva a lui.

Allora non potevo che dirgli grazie, per tutte queste cose. Perché sono cresciuto anche con lui. In serie A.

venerdì 16 ottobre 2009

Un calendario per Matteoli


C'è il sole e l'aria punge, allora, prima di uscire vorrei segnalare che il ministro Matteoli, a Skytg24, ha dichiarato che i lavori per la costruzione del ponte inizieranno il 23 dicembre 2009. Mercoledì.

Ora, non ci vuole un genio per ricordarsi che il 25 si canta "tanti auguri Gesù Cristo", il 24 si parte con i preparativi, il 26 sarà sabato e il 27 - a meno che qualcosa non mi sfugga - sarà domenica, giorno in cui persino il figo in barba sfatta e capelli lunghi, si è riposato. Perlomeno la mattina.

Poi ci sarà il 31, San Silvestro, il tipico ultimo giorno dell'anno che, oltre a mani, dita mozzate e qualche morto, porta inevitabilmente all'inizio dell'anno nuovo, capodanno appunto. 1° gennaio.

Così si arriva al 2 gennaio 2010, un sabato che al solito precederà la domenica, in programma, salvo comunicazioni dell'ultimora, il 3 gennaio.
La befana, pardon, l'epifania del Signore, arriverà il 6 che è un mercoledì, in rosso (festa comandata si diceva una volta) sia sul calendario di frate indovino che su quello di Mara Carfagna.

Insomma, se tutto fila liscio, l'11 gennaio si incomincerà quantomeno a dire agli abitanti delle due sponde che dovranno lasciare le loro case. E mi sembra un buon modo per iniziare l'anno e dare un calcio alla crisi.
Sento già i brindisi da laggiù, con i bicchieri nelle mani di chi comanda sul serio.

Insomma, chi ben comincia è a metà dell'opera, anzi, della grande opera.

Ringraziando per la segnalazione Altintop, il terzo bronzo di Riace (che quei mari li solca che manco Achab), invito tutti i lettori ad andare a vedere quella meraviglia, prima che una colata di cemento escluda il nostro sguardo. Non si sa mai, magari lo tireranno sù per davvero.

martedì 13 ottobre 2009

Numeri e puntini.

Anche se sempre meno tassonomico del signor Valdoni, mi piacerebbe mettere un paio di puntini sulle i, anche se poi sulla i ce ne va uno solo.
Per farlo, vorrei partire da questa frase del miglior presidente degli ultimi 150 anni, all’indomani della bocciatura della consulta al Lodo Alfano:

“Meno male che Silvio c’è. Se non ci fosse Silvio con tutto il suo governo, con un supporto del 70 per cento degli italiani, saremmo in mano a una sinistra che farebbe del nostro paese quello che tutti sapete. Quindi va bene così.”

Al solito, secondo non si sa bene quali sondaggi, siamo quindi al 70 per cento. Per mettere i puntini, saccheggio a piene mani dal blog di Zucconi. Niente di nuovo c'è da dire, ma mi accorgo che alcuni dei suoi elettori - almeno quelli con cui ho parlato domenica a pranzo, di fronte a degli ottimi maltagliati con porcini e asparagi - ci credono sul serio. Rieccoci allora al motivo dei puntini:

"- La percentuale di voti conseguiti dall’alleanza di Centro Destra nell’aprile del 2008 è, come si può vedere dal sito ufficiale del Ministero degli Interni, del 46,8 %, naturalmente più della coalizione opposta (37,5%). E’ dunque una maggioranza soltanto relativa, ben lontana da quel plebiscito che ora viene spacciato confondendolo con la cifra del sondaggio casareccio. La maggioranza degli italiani che votarono nel 2008, scelsero di NON votare per il centro destra (53,2%). Mentre il partito con il suo nome ottenne appena il 37,4%, non proprio una vittoria per acclamazione.

- Alle Europee del 2009, il neonato Popolo della Libertà ebbe il 35,3%, arretrando nettamente rispetto alle politiche del 2008.

- Dalla discesa in campo nel 1994, il partito o i partiti con il marchio di Berlusconi non hanno mai ottenuto più che una vittoria relativa, al massimo poco più di un terzo del voti, grosso modo quello che otteneva la DC.

- Quando ci si chiede dove siano tutti questi elettori di Berlusconi che a volte si fatica a individuare tra i propri conoscenti e amici, basta ricordare che da 15 anni, testardamente 2 italiani su 3, e molti di più contando gli astenuti, rifiutano di votare per lui."


Detto questo, continuo a fare man bassa di scritti e letture altrui, e questa volta, ringraziando il sempre ottimo Lucha, non posso non continuare a citare uno che vedeva un po’ meglio di molti altri. E no, non era una questione di occhiali.
Chiamatela civiltà dei consumi, chiamatelo Berlusconismo. Chiamatelo come vi pare. Questo è, buona lettura:

“Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni. Le strade, la motorizzazione ecc. hanno oramai strettamente unito la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l’intero paese che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè – come dicevo – i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un “uomo che consuma”, ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane. L’antecedente ideologia voluta e imposta dal potere era, come si sa, la religione: e il cattolicesimo, infatti, era formalmente l’unico fenomeno culturale che “omologava” gli italiani. Ora esso è diventato concorrente di quel nuovo fenomeno culturale “omologatore” che è l’edonismo di massa: e, come concorrente, il nuovo potere già da qualche anno ha cominciato a liquidarlo. Non c’è infatti niente di religioso nel modello del Giovane Uomo e della Giovane Donna proposti e imposti dalla televisione. Essi sono due persone che avvalorano la vita solo attraverso i suoi Beni di consumo (e, s’intende, vanno ancora a messa la domenica: in macchina). Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo?
No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. Frustrazione o addirittura ansia nevrotica sono ormai stati d’animo collettivi.[...] La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto “mezzo tecnico”, ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre”.


Pierpaolo Pasolini, “Corriere della Sera”, 9 dicembre 1973

giovedì 8 ottobre 2009

Sono andato a letto presto

(ANSA) - ROMA, 7 OTT - La Consulta ha bocciato il 'lodo Alfano' per violazione dell'art.138 della Costituzione. Vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal 'lodo' per sospendere i processi nei confronti delle quattro piu' alte cariche dello Stato). Il 'lodo' e' stato bocciato anche per violazione dell'art.3 (principio di uguaglianza).

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- Max: "E' questo il tuo modo di vendicarti?"
- David "Noodles" Aaronson: "No, è il mio modo di vedere le cose."

(James Woods e Robert De Niro, in C'era una volta in America - Sergio Leone, 1984)

mercoledì 7 ottobre 2009

Diciamo che sono d'accordo

- "La stampa francese ha dedicato molti articoli, molto spazio alle vicende personali e alla vita privata di Silvio Berlusconi: guardando da qui, dalla Francia, che idea si è fatta?"

- "Credo che la vita privata debba rimanere tale, salvo quando, come in questo caso, non diventa pubblica e non mette a rischio il funzionamento delle istituzioni pubbliche, altrimenti tutto diventa dispersivo e sposta il dibattito politico su un terreno di voyerismo e in questo caso lo deploro.

Se la vita privata mette a rischio l'esercizio del potere, le decisioni che vengono prese o la dignità stessa del potere, diventa per forza di cose una faccenda pubblica ma se rimane nella sfera prettamente privata allora no. E questo è vero per Berlusconi che ha sconfinato nel campo pubblico, quindi è normale che ci sia un dibattito nel modo in cui la sua vita è stata rivelata.

Penso che la cosa importante sia il tipo di politica che fa Berlusconi e che valori incarna: trovo che i valori che incarna siano dei controvalori, non sono valori morali né di dignità, non sono valori di onestà, non sono valori di condivisione né di solidarietà ma di esibizionismo contrari alla serenità e alla dignità della politica.

Ovviamente si possono amare e apprezzare questo tipo di comportamenti ma io credo che la politica meriti cose più serie e pacate."


Ségolène Royal (intervista a SKY TG24, 7 ottobre 2009)

lunedì 5 ottobre 2009

Mi serve un polverizzatore Thompson (8)

- Via con lo scudo fiscale. Ale' Pesco, vai col turborovescio (ma questo era per Camporese se non sbaglio). Evviva. Giorgio poteva rimandarla indietro (per poi firmarla successivamente), certo, ma prima ancora sarebbero da mandare indietro, anzi a casa per manifesta unsaccodicose (almeno)

59 esponenti del PD
1. Argentin
2. Bersani
3. Boccuzzi
4. Boffa
5. Bucchino
6. Calearo Ciman
7. Calgaro
8. Capodicasa
9. Carra Enzo
10. Ceccuzzi
11. Cesario
12. Codurelli
13. D’Alema
14. Damiano
15. D’Antoni
16. De Micheli
17. Esposito
18. Fiano
19. Fioroni
20. Franceschini
21. Gaglione
22. Garofani
23. Giacomelli
24. Gozi
25. La Forgia
26. Levi
27. Lolli
28. Losacco
29. Maran
30. Marchignoli
31. Martino Pierdomenico
32. Meta
33. Mogherini Rebesani
34. Mosella
35. Picierno
36. Pistelli
37. Pollastrini
38. Pompili
39. Porta
40. Portas
41. Realacci
42. Rosato
43. Sani
44. Servodio
45. Tenaglia
46. Turco Livia
47. Vaccaro
48. Vassallo
49. Vernetti
50. Villecco Calipari
51. Zampa
IN MISSIONE
52. Bratti
53. Bindi
54. Cavallaro
55. Farina
56. Lusetti
57. Mecacci
58. Migliavacca
59. Rigoni
8 esponenti del UDC
1. Cesa
2. Ciccanti
3. Drago
4. Galletti
5. Mannino
6. Pisacane
IN MISSIONE
7. Volontè
8. Buttiglione
2 esponenti del IDV
1. Barbato
2. Cimadoro

- L’inter vince ancora una volta a tempo scaduto con lo Speciale Uno (che non è l'approfondimento in seconda serata di Rai1) che esulta che manco Mazzone contro l'Atalanta, mentre il nuovo che avanza (basta mettersi una bella camicia bianca) Ciro Ferrara, si ostina a fare entrare Grygera invece di uno cha la passa, magari alta, a quei tre caproni lì davanti. Grande vittoria dei biancazzurri contro la capolista e peccato per la magnifica rovesciata di Ganci (min 2:16) che, per dirla col telecronista di TVsei, “è un lusso che per poco non finisce in vetrina”. Chiudete le valigie, si va a Portogruaro!

- Intanto leggo che Berlusconi è ritenuto corresponsabile (perlomeno civilmente, sul penale sappiamo com'è andata) nella vicenda Mondadori-Cir-Fininvest e insomma, a volte capita che la legge la pensi come un normale cittadino, nel senso che sì, insomma, usano i tuoi soldi per favorirti e tu non ne sai nulla? Sai com’è gira talmente tanto denaro che 3 miliardi mi possono sfuggire. Dai su, non ci si può credere.

- Sulla stessa scia, domani la consulta vaglierà la costituzionalità del lodo Alfano. Un normale cittadino come la pensa secondo voi?

- Poi non so, ma questo fango che affoga Messina mi sembra percepito e mostrato come la Coppa Italia, una cosa da far vedere poco, parlarne ancora meno e con peso specifico che non appartiene manco più alla Coppa Uefa, pardon, Europa League. Così si potrebbe anche dire che il cordoglio a comando, espresso molto bene ormai dal minuto di raccoglimento su tutti i campi e dallo stucchevole applauso che accompagna la paura del silenzio, si è svolto questa volta solo negli stadi in cui erano impegnate le squadre siciliane. Padania libera e daghela al terun. Lombardo promette “Mai più abusi edilizi”. E questa, scusate, me la segno in agenda.

- Sul corriere, i 103 che hanno cavalcato contemporaneamente l’onda a Città del Capo risultano più importanti del gol di testa (da 45 metri) di Martin Palermo, del ritorno in vita del Petruzzelli e del McDonald’s che aprirà dentro al Louvre. Speriamo almeno in un impianto di aerazione migliore di quello alla stazione di Bologna dove oramai, come in tutte le stazioni (e non solo), le notizie non arrivano più in un baleno.

- Nel frattempo è morta Mercedes Sosa: gracias a ti, oltre che a la vida. Sarebbe stato bello vederti per l’ultima volta nel “Salone dei passi perduti”. Chissà se mai li ritroveremo.

- A proposito di donne con le palle, la nazionale di pallavolo - femminile, s'intende - ha vinto l’europeo schiantando l’Olanda in finale. Se avessero vinto gli uomini forse non sapremmo neanche che nel programma francese “Chi sarà il miglior sosia?”, la finta Pamela Anderson, ha fatto irruzione nuda nello studio. Era stata estromessa l’anno prima per lo stesso motivo. In un mondo non alla rovescia avrebbe vinto in entrambe le edizioni.

- In Grecia vincono i Socialisti. Vien da pensare che nella merda fino al collo, prima o poi si tenta di cambiar strategia. Insomma, come si diceva una volta: “quando l’acqua ti arriva al culo, cominci a pensare di imparare a nuotare.”
Caramanlis si è congratulato con Papandreou per la vittoria: “La sola strada onesta e responsabile per me è di assumere la responsabilità di questa sconfitta e di mettere in atto una procedura per convocare un congresso eccezionale del partito fra un mese. E’ chiaro che non sarò candidato”.
E’ chiaro? Ma davvero?!?.

- Fuori contesto - come tutto del resto - si potrebbe parlare anche del gran ritorno di Woody Allen e di Dio gay in quanto arredatore e della scarsa fiducia nell'umanità che ha bisogno di un cesso automatico perché non ha voglia manco di tirare ogni volta la catena. "Tirare la catena! Capisci?!?".

- Grazie a Woody mi sono ricordato perchè non andassi più al cinema di domenica pomeriggio: 7 euro per stare ai lati della seconda fila nonostante l'arrivo con venti minuti di anticipo (che sono forse una follia superiore ai 7 euro e al vendere biglietti per posti che potrebbero minare la salute delle spettatore).
Per i romani: ero al Tibur, mica all'Adriano.

- Questa edizione del Polverizzatore Thompson è stata pubblicata in versione ridotta, senza voti, per solidarietà verso Minzolini. Facci e fatti un favore Augu', la prossima volta non mandare in onda alcun servizio (come avevi già fatto peraltro), rischi di fare figura migliore.