mercoledì 30 gennaio 2008

Perfetto.

"Adoro i piani ben riusciti."
(Colonnello John "Hannibal" Smith, sigaro in bocca e sorriso strafottente, più o meno ogni volta che l'A-TEAM risolve "un problema che nessuno può risolvere")

Processo Sme, Berlusconi assolto
"Il falso in bilancio non è più reato"

MILANO - "Il fatti non sono più previsti dalla legge come reato". Con questa formula i giudici della I sezione penale del Tribunale di Milano hanno prosciolto Silvio Berlusconi dall'accusa di falso in bilancio nell'ultimo stralcio di procedimento nato con il caso-Sme. Gli episodi contestati all'ex premier, infatti, risalivano alla fine degli anno Ottanta. All'inizio dell'udienza, durata pochi minuti, l'accusa aveva chiesto la prescrizione, mentre la difesa aveva sollecitato i giudici ad un verdetto di proscioglimento perché i fatti non costituiscono più in reato. Era stato, infatti, proprio durante il governo Berlusconi che il reato di falso in bilancio era stato derubricato. Una interpretazione, quest'ultima, che è stata accolta dai giudici.

martedì 29 gennaio 2008

Mi ricordo

Forse mi sono perso qualcosa.
Sui giornali continuo a leggere che Forza Italia chiede le elezioni, che Forza Italia "è per il dialogo anche con forze diverse", che per Forza Italia "l'attuale legge elettorale è perfettamente in grado di assicurare al paese una maggioranza stabile, un governo che duri 5 anni". E via deliziando.

Forza Italia? Ma non era confluito nel Partito del Popolo della Libertà o nel Popolo della Libertà o nella Libertà dei Partiti Popolari o nel Popolare Partito della Libertà?

Che fine ha fatto la nuovissima creatura politica che aveva fatto tremare di gaudio piazza San Babila il 18 novembre 2007?

E io che avevo pensato di poter mandare in pensione il vetusto "Alè azzurri", ingenuo che non sono altro.

lunedì 28 gennaio 2008

Ma cosa hanno in testa?

Non so cosa succede nelle altre città d'Italia ma qui a Roma questo triste fenomeno ha ormai sorpassato ogni limite:
propongo la decapitazione di tutti quelli che indossano il casco Momo Design.

giovedì 24 gennaio 2008

"Just like that... he's gone." (Verbal Kint)


Sotto la volta del cielo stellato,
Datemi nuove ghiandole e lasciatemi sdraiato,
solo Dio sa quanto ci ho provato,
Ma non basta la buona volontà.


Stevenson- Ernest Hemingway, 1922

Chi, io?

“Altri organi, altri poteri cioè i politici, i consigli comunali e regionali dovrebbero trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze fra politici e mafiosi che non costituiscono reato ma che rendono il politico comunque inaffidabile. Quando c’è questo grosso sospetto si dovrebbe quantomeno indurre i partiti politici, non soltanto per essere onesti ma anche per apparire onesti, a fare pulizia al loro interno.”

Paolo Borsellino

La citazione è presa dalla lettera pubblicata su Addiopizzo.
Grazie Fredo e Grigorion.


Apprendo dalla lettera aperta di Antonio Di Pietro a Romano Prodi come la legge italiana (articolo 15, comma 4-bis, della legge 19 marzo 1990, n°55) vieti di ricoprire un incarico istituzionale ai condannati con interdizione perpetua dai pubblici uffici, anche in primo grado.
Suppongo, vista la fonte, che tutto questo sia vero. Allora, che facciamo? Denunciamo Cuffaro?

Vorrei documentarmi di più ma c'è un sole molto dolce a massaggiare la schiena. E poi c'è Grace Silk (Crown of Creation - Jefferson Airplane, 1968) che non smette mai di stordirmi.
"Magari un altra volta", diceva al "ragazzo" il colonnello Douglas Mortimer.

lunedì 21 gennaio 2008

Seratone

Come vi preannunciavo nel post del 16 ottobre, l'annuale edizione del "Gran Premio Internazionale della Tv" (volgarmente conosciuta come "La serata dei Telegatti", domani sera su Canale5) è stata sublime. Per far capire il calibro dell'evento mi limito a comunicarvi i vincitori per la sezione cinema:
miglior film è stato indicato Notte prima degli esami - oggi diretto da Fausto Brizzi, che ha superato Il mio miglior nemico e Ti amo in tutte le lingue del mondo, mentre il premio per il miglior attore (per la gioia del figlio Brando) è andato a Christian De Sica, preferito a Neri Marcorè e a Silvio Muccino.

Saluti a tutti dal vostro Maurizio Seimandi.

domenica 20 gennaio 2008

Le matte risate

Qui ormai sembra far tutto parte della rubrica "Risate a denti stretti" de La Settimana Enigmistica: è tutto dannatamente uguale, a partire dal fatto che non ci sia niente da ridere.

Cuffaro è stato condannato (1° grado) a cinque anni per favoreggiamento, è questo è un fatto. Il secondo fatto è che il condannato si presenti al lavoro - il giorno dopo la sentenza - con un bel vassoietto di cannoli da offrire agli amici.
Esponenti politici di spicco (eufemismo) si dichiarano solidali sostenendo come gli italiani "esprimano già con i numeri dei sondaggi che siamo in piena patologia e che c'è da fare un risanamento di tutto l'ambito giudiziario molto in profondità".

Cuffaro ha favorito i singoli, non la mafia. Che quei singoli siano stati condannati per associazione mafiosa sembra non importare nessuno. Come non interessa ad alcuno che Michele Aiello, reuccio della sanità siciliana ritenuto prestanome di Provenzano sia stato condannato a 14 anni e che Domenico Miceli, altro amico dell'uomo in coppola per spot, stia già scontando 8 anni (sentenza del 2006) per concorso esterno in associazione mafiosa.

Insomma, sembra proprio non interessare che (per dirla con le parole di Francesco Messineo, Procuratore capo di Palermo) "nel capo d'imputazione sia contestato il fatto oggettivo di aver aiutato qualcuno, a sua volta imputato per mafia, ad eludere le investigazioni".

Ma sì, spariamoci 'sto cannolo.
Silvio e Giulio festeggiavano le prescrizioni come fossero assoluzioni, Salvatore le condanne con i cannoli.
Ok, aspettiamo l'appello. La presunzione di innocenza, va bene, ma quella di colpevolezza no?

venerdì 18 gennaio 2008

L'ultima mossa


Personalmente lo ricorderò sempre con questa frase:

"Non c'è una donna che io non possa battere dandole due cavalli di vantaggio."

Robert James Fischer, scacchista (Chicago 1943 – Reykjavik 2008).



Bobby Fischer è morto martedì scorso a Reykjavik, il luogo che (nel 1972) lo aveva consegnato alla storia della scacchiera e non solo, dopo l’epica, vittoriosa - 12,5 a 8,5 - sfida contro il campione del mondo in carica, Boris Spasskij, diventando così l’unico statunitense della storia a detenere il titolo.

Agli addetti ai lavori bastò quella partita, quella vittoria nata una ventina d'anni prima, quando il giovane Robert imparò a giocare leggendo il libretto di istruzioni di una scacchiera, per riconoscere Bobby Fischer come il più grande giocatore di scacchi di sempre.

Nel 1975, al momento di rimettere il titolo in palio contro Anatoly Karpov, Fischer sceglie di non giocare (incorrendo così nella squalifica della Federazione Scacchistica Internazionale).
E di sparire.

Il ritorno, datato settembre 1992, è in grande stile: nella Jugoslavia insanguinata dal conflitto etnico va in scena la “Partita della pace”, “La Rivincita del XX secolo” o "La Rivincita" e basta.
Di fronte a lui, ovviamente, c’è ancora Boris Spasskij.

E' in Jugoslavia (sotto embargo ONU) che Fischer decide di andare oltre gli scacchi, o forse di non separarsene mai: in una conferenza stampa prima dell'incontro, sputa sul foglio di divieto emesso dal dipartimento di Stato (per i cittadini americani era proibito intraprendere qualunque tipo di attività nel territorio di quel paese), guadagnandosi la qualifica di “persona non grata” prima, e un’incriminazione per violazione dell’embargo con relativo mandato d’arresto (15 dicembre 1992) subito dopo.

La partita si svolge in due fasi, a Sveti Stefan (Montenegro) e Belgrado. Bobby vince ancora. E sparisce. Di nuovo.

Fischer torna d’attualità nel 2004 quando viene arrestato a Tokyo per passaporto irregolare. Oppostosi all’estradizione negli USA (rischiava una condanna a 10 anni) rimane nelle carceri giapponesi per otto mesi, prima che l’Althing, il parlamento islandese, gli riconosca la cittadinanza per ragioni umanitarie, accusando i governi giapponese e statunitense di averlo sottoposto ad ingiusti trattamenti.

A niente erano servite le istanze del “Comitato per la liberazione di Bobby Fischer” e la magnifica lettera che Boris Spasskij, l’avversario che mai lo abbandonò, spedì al presidente Bush, lettera di cui copioincollo il finale, non senza la canonica pelle d’oca e la logica degli occhi lucidi, perchè lo sport è questo, è quello dei bambini, grazie al quale potremmo vivere tutti meglio, incazzati e sorridenti e piangenti al punto giusto. E magari con una lunga barba bianca:

"Non voglio difendere o giustificare Bobby Fischer. Lui è fatto così. Vorrei chiederle soltanto una cosa: la grazia, la clemenza. Ma se per caso non è possibile, vorrei chiederle questo: la prego, corregga l'errore che ha commesso François Mitterrand nel 1992 (Spasskij ha acquisito la nazionalità francese). Bobby ed io ci siamo macchiati dello stesso crimine. Applichi quindi le sanzioni anche contro di me: mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera."

Boris Spasskij, decimo campione del mondo di scacchi


Nel dicembre 2006 un altro episodio da leggenda: su di un canale della televisione islandese stanno diffondendo una trasmissione sugli scacchi. Due grandi maestri si stanno sfidando in diretta con cadenza di 30 minuti a testa. Ad un certo punto il giocatore con il nero sbaglia e perde. I due avversari cominciano allora ad analizzare la posizione per trovare quale sia la continuazione corretta quando giunge una telefonata allo studio televisivo.
La voce, in diretta, è di Bobby Fischer: "vorrei segnalare che la continuazione vincente per il nero è la seguente".
I due grandi maestri si affrettano a controllare:
chapeau.

giovedì 17 gennaio 2008

E' partito l'Udeur!

Avrei voluto esimermi ma il buon Gaddo (quello della tribù dei Talloni Tonanti) ha avuto la solerzia di far girare la perla che segue. Non verifico la fonte perché non sono un giornalista.

"Credo che anche questo è l'amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo."

lunedì 14 gennaio 2008

Il suono del

JB: - "Good Night."
APPLAUSI

Dopo 10 minuti e 2 secondi, la magnifica The Way Young Lovers Do di Jeff Buckley (da Live at Sin-é, 1993) chiude il cd.

Il sole entra, incontra il naso di Samanta dormiente sul letto per poi rimbalzare nel verde dietro di lei. La finestra è chiusa da poco. Sono rimaste solo le scatole con i vestiti da sistemare.

Nel frattempo - accompagnata dal fido segugio Lillo - in ciabatta (o meglio, pantofola, leggermente rialzata da terra e con la suola semi rigida) rossa d'ordinanza e tanta voglia di parlare di quello che succede nel condominio, o nel mondo se preferite, è comparsa una delle vicine di pianerottolo, la signora Maddalena, prima porta alla destra dell'ascensore.
Vittima esordiente dell'inondazione vocale - non proprio in accento padano - è stato l'inquilino della stanza Giuseppe Garibaldi (la mia, per la cronaca, è la stanza Gianni Morandi, quella di fianco alla stanza Gino Paoli), salvato in zona Cesarini dal pressing alto della signora Carletti, eccezionalmente in trasferta dal quinto piano.

Jeff Buckley era già sommerso dalle acque del Wolf River dicevo, allora tra maglioni dismessi e magliette trasmesse, mi è tornato in mente Benigni nel finale de La voce della luna (Federico Fellini, 1990), eternamente attuale:

"Eppure io credo che se ci fosse un po' più di silenzio, se tutti facessimo un po' di silenzio, forse qualcosa potremmo capire."

Un'altra scatola.

sabato 5 gennaio 2008

Oltre il confine


Parte Me and Bobby Mcgee nella versione di Kris Kristofferson. Fuori diluvia. L’ultima pioggia che vedrò da dietro i vetri di questa finestra. Si cambia, ci si sposta. Ancora. La notte passata è stata l’ultima tra queste mura. Domani il tetto sarà diverso.

Va da sé che per un nostalgico, oggettuofobo rincoglionito come me, il trasloco è un’occasione di quelle che si ricordano oltre ogni ragionevole motivo.
Il materasso è impacchettato, sigillato alle mie spalle, quasi a voler conservare tutti gli odori e le sagome passate per portarle dall’altra parte, anche Pallina sembra spaesata, nascosta dai suoi soffici aculei.
Si buttano parecchie cose utili per conservarne di inutili. E' la storia della mia vita d'altronde.

(Onda su onda - Bruno Lauzi, 1974)

E poi le foto. Una galassia di foto di chi c’è ancora e di occhi andati via per sempre, nasi che hanno deciso improvvisamente di non volerne sapere più niente di te neanche per iscritto insieme a bocche che non spariranno mai.
Come il Lokomotiv, qui nato e ora sparso per il globo in un'eterna tournée.

(Going to California- Led Zeppelin, 1971)

Non riesco a scrivere. Dovrei fare un cut-up per rendere al meglio il movimento dei neuroni. Ma poi non si capirebbe nulla. O forse sì. Ecco, c’è Samanta che mi abbraccia, è incredibile come intuisca anche se più probabilmente ha solo “voglia di far la pipì”. Come tutte le donne del resto.

(Hey, that’s no way to say goodbye - Leonard Cohen, 1967)

Mi rendo conto che la colonna sonora scelta non aiuta ad uscire da questa turbolenza emotiva ma è giusto così, la musica serve ad alimentare, mettere legna, reprimere e attizzare desideri, riempire buchi, aprire le ali e nonostante tutto precipitare.

(Fake plastic trees - Radiohead, 1995)

E poi sti cazzo di libri - pesanti fino alla sfinimento – che sfogli ad uno a uno prima di inscatolarli, rileggendo le dediche e le date e le sottolineature per capire che in fondo non capirai mai nulla di tutto quello che si dovrebbe capire in anticipo. E la cosa bella di tutto questo è che ti va bene così. Vuoi che sia così.

(La fregata - Renato Zero, 1982)

Si passa a Berlino Ovest. Pigneto per essere Pigneto stavolta. Finalmente con sotto casa un giornalaio, un bar, un negozio di dischi, le giostre, il silenzio, la sala, una stanza decente con dentro ancora quel diavolo di basso del terrorista ligure yankee, il Fanfulla a 126 passi, in attesa col motore stracaldo nonostante il folle divieto di vendita alcolici dopo le ore 2 (“I signori soci sono pregati di farsene una ragione”, così dice il cartello sopra il bancone). Ma tutto questo forse, anzi sicuramente, merita un post a parte.

(Capofortuna - Rino Gaetano, 1978)

SOPRAELEVATA=MORTE
Non siamo morti fortunatamente. Anzi siamo più vivi che mai, pronti a spremerci proprio lì dove Pasolini prendeva le sue facce.

Ecco, parte Reginella (Roberto Murolo), non poteva esserci conclusione più degna.
Distrattamente pensi a me. La sintesi di tutto.
Giù il sipario.
Ci vediamo qui allora. Proprio alle spalle del campo di calcetto.
Sarò dietro la porta blu.