mercoledì 30 maggio 2012

I'm only bleeding

Tema dibattuto da anni, mi rendo conto, con saggi a rincorrere altri saggi meno saggi o forse di più (for the wise men, and the fools!) all'incirca da quel 10 giugno 1981, quando Alfredo Rampi ebbe la sfiga di cadere in un pozzo artesiano per poi morire lì dentro, 60 metri più sotto.
Così, adesso e in tutte le occasioni simili, non riesco a non pensare che l'inviato sul campo, contrito e scosso e col capello a posto e il foulard svolazzante come il fumo nel vento, si colleghi tenendo l'edificio più pericolante sullo sfondo, nella speranza che possa finalmente cadere. Rombando prima di racchiudersi nella polvere. Magari nell'edizione delle 20.
E dietro il microfono i sorrisi e le pose di chi, sguardo in camera, spinge la bicicletta come i vecchi a controllar cantieri, ignorando di aver avuto solo più culo, ma con l'idea d'intendere, bene, che il dolore degli altri è dolore a metà.  

domenica 27 maggio 2012

Bitter, not happier

This bitter earth
Well, what fruit it bears


(This Bitter Earth - Dinah Washington, 1960)


Non so che gusto abbia il Bitrex ma credo di essermene fatto un'idea leggendo queste due cosucce sull'ultimo post (titolo compreso) di Spinoza:

- “La sedicenne Melissa Bassi è stata investita in pieno dall’esplosione. E da tutto il mondo dei grandi.”
- "Annullata la Notte dei musei. Oggi è il passato a farci visita."

martedì 22 maggio 2012

Tornati

19 anni fa avevo 14 anni, ero da poco caduto la prima volta con il Sì bianco di Lefonce all'incrocio tra Via D'Avalos e Via Spaventa e non ero mai stato con una donna. L'anno prima, per natale, Mamma e Papà mi avevano regalato la Biancazzurra. Cavolo come pareva grande sotto quell'agghindato alberello sintetico, dovevo scendere da pedali e sellino per toccare terra. Giocavo ancora a pallone con un futuro campione del mondo nell'antistadio "A. Flacco" di terra graffiante, mica ci si pensava all'erba sintetica. Come ai seggiolini sugli spalti. Del Piero si era appena accasato in bianconero. Dal Padova, tu pensa. L'anno successivo avrei comprato il primo abbonamento in Curva Nord per vedere il 4a5 col Milan di Van Basten e il 5a1 da già retrocessi alla Juve del Trap. Quel 31 maggio 92, ero sintonizzato su Tele Abruzzo Regionale a sentire la cronaca di Daniele Barone. Assist di Bivi e Allegri, a segno Di Cara e Massara. Serie A. Per la seconda volta con "il profeta" Galeone, dopo il gol di Bosco al Parma di Sacchi 4 anni prima, col boato ascoltato di fronte al Bar Midas, sprovvisto di biglietto. Io, mica il bar.

Adesso di anni ne ho 33. Da 4 ho abbandonato il motorino che adesso giacerà smembrato in qualche discarica sulla Palmiro Togliatti e di donne ne sono passate abbastanza. Nessuna è rimasta, anche se un paio avrebbero voluto. Due settimane fa ho cambiato i freni alla Biancazzurra, che è ancora con me, più che mai, pur senza parafanghi e con le gomme da strada. E ogni giorno mi accompagna fino a dentro casa, in un'altra città, riposandosi sul balcone.
Pratico un altro sport da 17 anni ma gioco ancora con gli amici a calcetto, sognando di farlo a 11 come una volta, giusto per rendere di più. E per cambiare veramente gioco. In senso tattico, dico. Del Piero ha appena lasciato la Juve da capitano leggendario, alzando le braccia al cielo con indosso un'orrenda giacca giallo fluorescente. Non ho più l'abbonamento e sono andato l'ultima volta allo stadio a inizio mese (6a0 col Vicenza), non in curva, ma sempre in piedi - settore cozze&vongole - nella tribuna che confina col mare e che da lui prende il nome.
Domenica ero sul divano, in diretta su Sky da Marassi c'era ancora Daniele Barone, tu pensa. Gran carriera la sua. Caprari, Immobile, Caprari. Con Zeman a bordo campo. Di nuovo Serie A. Che bello è. Brindando col rum, emozionato sul serio. Io, mica il rum.


giovedì 10 maggio 2012

Non ci sono poteri buoni

"Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame"

(da Nella mia ora di libertà, in Storia di un impiegato - Fabrizio De Andrè, 1973)


Roma. Interno giorno. Mentre Samanta ricerca la corrente giusta tra le porte aperte per sopportare i primi caldi, il titolare della Festicciola e la sua nuova coinquilina giapponese, pranzano con la tv accesa.

(sottopancia a SkyTg24): "MANAGER GAMBIZZATO"

- Inquilina giapponese: "Gam-bi-za-toooo... è il cognome?"
- Cirello: "No, vuol dire che qualcuno ha sparato alle gambe del manager."
- IG (mimando una pistola): "Spa-la-toooo?"
- C: "Sì, sparato. Gli hanno sparato alle gambe."

(il servizio prosegue, si arriva al "documento di appoggio" dei Gruppi Armati Proletari): "CONTRO LA VIOLENZA DEI PADRONI, VIOLENZA RIVOLUZIONARIA"

- IG (perplessa): "Padloni? Chi sono i padloni?"
- C (pensando ad un sacco di cose, tipo ai figli come ricchezza): "Ne vuoi ancora?"

Il servizio finisce, in studio riprendono la parola.
Io riprendo a mangiare riso con imprecisate alghe e salsa al curry, ben sapendo di non saper stare in alcun posto.