sabato 29 maggio 2010

Dennis

- "La sua mente è lucidissima, ma la sua anima è matta."
(da Apocalypse Now - Francis Ford Coppola, 1979)

- "Voglio scopare tutto quello che si muove."
(da Velluto Blu - David Lynch, 1986)

- GEORGE: "Lo sai… Una volta questo era proprio un gran bel paese… e non riesco a capire quello che gli è successo…"
- BILLY: "Beh, è che tutti hanno paura, ecco quello che è successo. Noi non possiamo neanche andare in uno di quegli alberghetti da due soldi… voglio dire proprio di quelli da due soldi capisci…credono che si vada li a scannarli o qualcosa. Hanno paura!"
- G: "Sì, ma non hanno paura di voi. Hanno paura di quello che voi rappresentate."
- B: "Ma quando! Per loro noi siamo solo della gente che ha bisogno di tagliarsi i capelli."
- G: "No! Quello che rappresentate per loro è la libertà."
- B: "Che c’è di male nella libertà, la libertà è tutto!"
- G: "Già… sì, è vero, la libertà è tutto d’accordo, ma parlare di libertà ed essere liberi sono due cose diverse. Voglio dire che è difficile essere liberi quando ti comprano e ti vendono al mercato. E bada a non dire mai a nessuno che non è libero perché allora quello si darà un gran da fare a uccidere e massacrare per dimostrarti che lo è. Ah certo, ti parlano e ti parlano e ti riparlano di questa famosa libertà individuale, ma quando vedono un individuo veramente libero allora hanno paura."
- B: "Eh! La paura però non li fa scappare!"
- G: "No, ma li rende pericolosi."

(da Easy Rider - Dennis Hopper, 1969)

A dormire

C'è una luce che non si spiega. Bene così.

lunedì 24 maggio 2010

It suddenly took flight

Complice la prima uscita in infradito (proprio poco prima della - ultima? – pioggia), rinvigorito dai piedi neri, avevo deciso di mettere a posto stanza, a cominciare dalla scrivania, un luogo al limite tra l’assediato Distretto 13 di Carpenter, lo stomaco di un qualsiasi studente dopo la propria festa di laurea e My name is Mud dei Primus.

Al primo minuto, sulla fascia destra, dietro un’anonima bottiglia di Montepulciano (vuota, se c’è bisogno di dirlo) ho trovato un appunto, virgolettato, preso al volo su di un foglio strappato ma ancora vergine.

Ora, la storia è effettivamente vecchiotta, però voglio raccontarla comunque, anche perché ne ignoravo la sceneggiatura: quella di Fernanda Pivano che chiede a Pavese la differenza tra letteratura inglese e americana, con Pavese che le presta Spoon River come risposta.

Succcede poi che Nanda, sulla via del ritorno, apra il libro a caso. E capita che bastino due righe:

mentre la baciavo con l’anima sulle labbra,
l’anima d’improvviso mi fuggì.


Erano i versi finali di Francis Turner.
Il mio appunto.

La bimba avvolta dal cappotto era cresciuta.
La mia scrivania invece, è tuttora lontana dal capirci qualcosa.

lunedì 17 maggio 2010

Portatemi Dio

In radio è stato un omaggio lungo una mattinata, durato per me (costretto in macchina) un'oretta e mezza, il mastodontico tempo - con il traffico delle 8 di mattina (ma come cazzo fanno a farlo ogni giorno?) - necessario per arrivare dal pigneto in zona villa Pamphilj passando per il Gianicolo.
Ad un certo punto, con la degenerazione chiaramente ad un passo, in radio dico, si è iniziato a immaginare cosa farebbe dio alle prese con le situazioni di tutti i giorni, tipo "dio in fila alle poste" o "dio al salumiere che si fa preparare una rosetta col salame milano".

Arrivati a "dio in mezzo al traffico di Roma", il saggio dj ha deciso di mettere un pezzo.
Allora chissà se il buon James avrà finalmente acchiappato sto diavolo di arcobaleno.

Ronnie James Dio (Portsmouth, 1942 - Houston, 2010)

lunedì 10 maggio 2010

Un papillon di seta blu

Ogni tanto fa bene dimenticarsi i cd a casa, così in macchina non puoi far altro che accendere la radio per evitare il silenzio al sapore di monossido.

Ieri è partita questa, dal nulla, o più probabilmente dalle acque che scorrevano sotto. Insieme agli umori che galleggiano dolcemente lasciandosi cullare.

Una meraviglia.

lunedì 3 maggio 2010

Genio!

Non so quanti di voi siano fanatici di Boris, in ogni caso non è mai troppo tardi per diventarlo (tutte le puntate si trovano in streaming). Fanatici, dico.

La prima volta in cui ho ascoltato questo monologo, ero - con altri intellettuali - al Circolo degli Artisti (per i non romani, è semplicemente un locale), durante la serata evento in cui sono state proiettate, nel delirio da corrida, le ultime due puntate della serie. Ma nonostante il tifo da stadio, è tutto parso subito piuttosto chiaro.

Allora ecco qui quello che considero il testamento della serie, in forma di svelamento, di confessione spassionata e rassegnata di ciò che è nato dal passato (visto che tempo fa, nei commenti di queste pagine, si parlava di berlusconismo) e del presente. E di quello che continua a maturare da esso.

C’è lo dice uno degli sceneggiatori (in chiaro omaggio ad Igor di Frankenstein Junior - Mel Brooks, 1974), che in mezzo al resto ci vomita ancora una volta addosso il motivo per il quale cose del genere non verranno mai trasmesse dalle televisioni cosiddette generaliste in perenne Sindrome di Stoccolma, ostaggio di elise di rivombrose e padri pii 27 - la vendetta.
Le stesse che si ostinano da anni (basta guardare gli orari di messa in onda) a considerare I Simpson (e simili) cartoni animati per bambini.

Il testo è qui sotto (giusto perché lo scritto, a volte, dà forza e evidenzia le immagini, non viceversa), il video, invece, è di qua.

[…]
SCENEGGIATORE - "Vedi Renè, in rete considerano Occhi del Cuore acqua passata. Senza sapere esattamente cosa vogliono, blaterano sempre di futuro. E Occhi del Cuore è il passato."

RENE' FERRETTI (il regista) - "Cioè?"

S - "Renato, svegliati! Serve un qualche cazzo di futuro!"

RF - "No, guarda, ci sono già cascato nel futuro, eh!?! Non mi fido del futuro."

S - "Ma non il futuro di Medical Dimension - che è una gran cazzata - io parlo della locura Renè. La locura! La pazzia, che cazzo Renè! La cerveza…la tradizione… o merda, come la chiami tu…ma con una bella spruzzata di pazzia.
Il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillettes. In una parola: Platinette.

Perché Platinette, hai capito, ci assolve da tutti i nostri mali, da tutte le nostre malefatte: sono cattolico ma sono giovane e vitale perché mi divertono le minchiate del sabato sera, è vero o no? Ci fa sentire la coscienza a posto Platinette! Questa è l’italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c’è la morte!

E’ questo che devi fare tu, Occhi del Cuore sì, ma con le sue pappardelle, con le sue tirate contro la droga, contro l’aborto ma con una strana, colorata, luccicante frociaggine. Smaliziata e allegra come una cazzo di lambada! E’ la locura Renè, è la cazzo di locura, se l’acchiappi hai vinto!"


RF - "Ci sto. Non so che cazzo stai dicendo ma ci sto."