mercoledì 31 ottobre 2007

Basta poco

Me ne stavo tutto solo dentro la mia scatoletta di lamiere, in mezzo a tante altre scatolette nel delirio mattutino del GRAnde raccordo anulare (senza manco poter fare l'amore nelle soste) maledicendo la mia situazione e allo stesso tempo rallegrandomi del fatto che non mi toccasse subirla giornalmente come una marea di cittadini che ogni mattina si svegliano ore prima del dovuto per arrivare in tempo al lavoro.
Rincoglionito e soprattutto incazzato dal canonico poco sonno, mi soffermo sul di dietro di chi in quel momento mi precedeva: un camion con un solo rimorchio targato Napoli, carico a vista di frutta fresca, come peraltro recitava la scritta manuale sul telo plasticoso ("Frutta fresca W Napoli!").
In basso un'altra scritta, applicata con caratteri adesivi rossi, grandi ciascuno più o meno come il miglior amico di Rocco Siffredi:

"Anche nelle difficoltà io rido e canto."

Mi sporgo sulla destra, allungo la mano, prendo il cd e lo inserisco nel lettore, traccia numero 9: Tuppe Tuppe (da Bona sira a quista casa... - Gli Ucci, 1999), straziandola a squarciagola.

E tuppi tuppi la porticella
c'è la mia bella che mi sta a sentir,

e la prima è piccolina
è piccolina per fare l'amore,

e la seconda è riccia e bionda
è riccia e bionda per fare l'amore...


Ero pronto ad una nuova, sorridente giornata. Sparatemi pure, vado avanti lo stesso.

domenica 28 ottobre 2007

Il dottor Smeeeeeeeeeeeeee

Va bene, può essere pure che il venditore di tappeti non ne sapesse nulla.

Cioè, quei due sono stati condannati in via definitiva per corruzione in atti giudiziari al solo scopo di favorirlo, senza che lui fosse a conoscenza di alcunchè. Può essere. Anche se a me ricorda la dinamica di quello che ti fa capire in tutti modi cosa vorrebbe trovare sotto l'albero e poi finge la sorpresa una volta aperto il pacco. Può essere.
E poi si lamenta della lunghezza del processo, anzi, della persecuzione (o per dirla in termini più sobri, del linciaggio), senza considerare che il processo poteva giungere a conclusione molto prima: sarebbe bastato, primo, che il venditore non continuasse a rinviare innumerevoli udienze a causa di altrettanto innumerevoli "impegni istituzionali", secondo, che il venditore stesso non avesse fatto approvare a tempo di record il “Lodo Maccanico” (una legge che sospende i processi a carico delle cinque più alte cariche dello Stato per l’intera durata del loro mandato, e anche in caso di mandati successivi), proprio alla vigilia della requisitoria, delle arringhe e della sentenza, e a 40 mesi dall’inizio del dibattimento.
E poi ci sarebbe anche la questione dell'altro capo d'accusa, relativo al falso in bilancio, stralciato dal processo perchè il venditore depenalizza il reato stesso.
Sì, in definitiva può essere che un venditore non sappia cosa si nasconda sotto i suoi tappeti.

martedì 23 ottobre 2007

Basta l'1,4%

"In nessun Paese come nell'Italia dell'ultimo quinquennio si è assistito ad un così intenso, spregiudicato ed arrogante attacco alla libertà e all'autonomia della giurisdizione. Attacco che si è verificato sia direttamente, con la tendenza a burocratizzare la figura e il ruolo del magistrato, sia indirettamente, attraverso numerose leggi finalizzate alla tutela di interessi personali che hanno stravolto e lacerato il concetto stesso di legalità (...). Riacquistato l'indispensabile clima di libertà, autonomia ed indipendenza - senza il quale né la magistratura né l'avvocatura possono operare proficuamente - il primo obiettivo da realizzare è una giustizia efficace e tempestiva."

(Dal programma elettorale dell'Unione "Per il bene dell'Italia", aprile 2006)

Gente di Milano

"Ragazzi scusate, la lounge sta per chiudere."

lunedì 22 ottobre 2007

Considerazioni lunediane

Quelli li odio di più, non lo so, ma è così: odio i Lunedì.
(in Lunedì, da C'è chi dice no - Vasco Rossi, 1987)

- C'è una grandissima quantità di esseri umani che non ha idea di come si guidi una macchina.
- I Sanpietrini sono belli. Basta non essere al manubrio di uno Scarabeo anteguerra: Walter, por favor, ricomprami le viti!
- I giapponesi ignorano l'utilizzo delle strisce pedonali. In compenso amano fissare l'omino verde/rosso dei semafori.
- Sarà che uno abita sulla Prenestina, ma in centro ti accorgi subito che c'è sempre un sacco di gnocca (figuratevi il giovedì..).
- La fregatura delle librerie è che quando ci entri non riesci ad uscirne a mani vuote. Vi svelo il trucco comunque: uscite con i soli soldi necessari per un cappuccino.
- Fa un cazzo di freddo.
- I guanti felpati sono una delle migliori invenzioni dell'uomo.
- A parità di altre miliardi di condizioni, una temperatura mite, per non dire elevata, aumenta di gran lunga il benessere dell'essere umano.
- Gli asfaltatori (intesi come tutta la cricca di persone che lavorano per sistemare le strade), si fanno un culo come Porto Sant'Elpidio.
- Remo Girone è un tipo parecchio affascinante.
- La musica suonata dal vivo vince. Quasi a prescindere da chi suoni.
- I piedi tuttora ghiacciati.
- A Marlon Bra', assalta il Palazzo e facci accendere 'sti fottuti termosifoni.

sabato 20 ottobre 2007

Età

Secondo la leggenda celtica:

tre volte l'età di un cane è quella di un cavallo;
tre volte l'età di un cavallo è quella di un uomo;
tre volte l'età di un uomo è quella di un cervo;
tre volte l'età di un cervo è quella di un'aquila.

giovedì 18 ottobre 2007

Il Partito Veltrocratico

Dalla rubrica di Vittorio Zucconi sul sito de La Repubblica:

Una sera a casa mia a Mosca, sul Kutuzovsky Prospekt n.14, dove lo attiravo (si riferisce a Giancarlo Pajetta) con i tortellini di mia moglie dopo i lugubri congressi del Pcus per strappargli qualche informazione, mi interruppe dicendomi: "Zucconi, tu non hai capito un cazzo. Oggi per stare nel Pci è facoltativo anche essere comunisti". Era il 1981.

mercoledì 17 ottobre 2007

Il Camoscio d'Abruzzo

Cazzo, l'ho saputo solo adesso. Amaro Taccone per tutti allora.
Vai tranquillo Vito, ora è tutta discesa.

martedì 16 ottobre 2007

Sognando tappeti rossi

Il corsivo che seguirà qui sotto è preso fedelmente dal meraviglioso sito del TgCom, diretto, vorrei ricordarlo, dall'ex Lotta Continua Paolo Liguori, opinionista di punta di Controcampo (se decidete di farci un salto, mi raccomando, non perdete la sezione gossip, potreste conoscere "Sylvie, la bella signora Van Der Vaart").
Ora, a me non interessa sapere se i lettori di Tv Sorrisi e Canzoni possano pensare a qualcosa di interessante né quale progetto possa essere considerato tale da una giuria del genere.
No, la cosa che più mi preme e sapere quanta gente invierà la propria idea con il solo sogno di camminare sulla "passerella tra i flash dei fotografi".

"La tristezza poi ci avvolse come miele", poetava Guccini (da Incontro, in Radici, 1972).

Dalla prossima edizione, fissata per gennaio, i Telegatti si arricchiranno di un nuovo premio. E' quello dedicato al "miglior programma che non c'è". A partecipare all'iniziativa sono chiamati i lettori di Sorrisi e Canzoni. I titolari delle cinque migliori idee saranno invitati a far parte della giuria che stilerà l'elenco delle nomination (giuria di cui fanno parte, tra gli altri, Maurizio Costanzo, Clemente Mimun e Alfonso Signorini).

Durante i lavori della commissione giudicatrice, fissati per il prossimo 6 novembre, sarà poi assegnato a uno dei cinque progetti prescelti il Telegatto al "miglior programma che non c'è".
L'ideatore del progetto selezionato farà così la sua passerella tra i flash dei fotografi e presenzierà alla cena di gala che seguirà lo spettacolo in compagnia di tutte le star che hanno preso parte alla serata. Il termine ultimo per partecipare è fissato per le 24 della notte tra il 29 e il 30 ottobre.

sabato 13 ottobre 2007

Nomenclatura golfistica

Doppio Bogey....................+2
Bogey................................+1
Par.....................................0
Birdie................................-1
Eagle.................................-2
Albatross, Doppio Eagle.....-3

mercoledì 10 ottobre 2007

Questione di bellezza

“E' una frase rivelatrice della cultura e della mentalità di questo governo, che vede nell'imposizione fiscale una sorta di misura salvifica rispetto al peccato commesso da chi guadagna con il suo lavoro o la sua impresa",

questa il commento di Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, alla frase di Padoa Schioppa sulle bellezza insita nelle tasse.

Ora, consapevoli del fatto che parlare di bellezza significhi parlare della storia delle “teorie del bello” e quindi di quella che nel 1753 è stata chiamata (il termine fu introdotto dal filosofo tedesco Alexander Baumgarten) estetica (partendo da Platone per arrivare alle teorie delle avanguardie storiche dei primi decenni del Novecento e ai filosofi contemporanei come Croce o Heiddeger), mi sembra chiaro che sarebbe bastato ascoltare nella sua totalità la frase del ministro

”Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire insieme al pagamento di beni indispensabili come salute, ambiente, pensioni.”

per capire che la bellezza (della tassa) fosse da ricercarsi non nella materialità ma nella sua identità concettuale.
Dico, era tanto difficile? In quanti davvero hanno il coraggio di non essere d’accordo con quello schioppato di Tommaso?

Ricordo una storia nel mondo di Paperopoli intitolata, se non sbaglio, Qui, Quo, Qua e il rifiuto dei rifiuti.

il morale a terra delle nostre Giovani Marmotte era causato dalla scarsa sensibilità dei paperolesi verso l’inquinamento, la sporcizia e l’incuria ("Perchè hai buttato la carta per terra?", "Anche il mio papà lo fa") in cui versava la città. Zio Paperone, sempre benvoluto dal sindaco in quanto maggior contribuente, ha un’idea: una bella lotteria patrocinata dal comune con un super premio in palio.
Il cittadino avrà diritto a tot numero di biglietti a seconda del suo grado di civiltà (uno per non buttare carte per terra, due per la raccolta differenziata, tre per il giusto smaltimento dell’olio usato e così via).
Va da sé che i paperolesi iniziano una furibonda battaglia a suon di buone azioni per accaparrarsi il maggior numero di biglietti, con il risultato di ritrovarsi di fronte ad una Paperopoli mai così tirata a lucido.
Tempo dopo, in una piazza centrale gremita, il sindaco cede l’onore dell’estrazione al prode Zione, che di botto, zittisce tutti:

”Non ci sarà nessuna estrazione!"

La folla inizia a mugugnare prossima alla rivoluzione, ma Zio Paperone riesce ad essere più chiaro di Padoa Schioppa o forse, più semplicemente, sono gli interlocutori ad avere più sale in zucca (nei fumetti può succedere):

Il premio è di tutti, il premio è la città, pulita come non si era mai visto. Ed è tutto merito dei cittadini. E’ bastato che ognuno facesse il suo dovere, che ognuno desse il suo piccolo contributo per trovarsi di fronte a qualcosa di bello. Appunto.
Siamo nel mondo della fantasia, certo, ma io ci credo da sempre: è vero che la sabbia è fatta da tanti minuscoli granelli com’è vero che se tutti provassimo a fare gli stessi sacrifici, l’entità del sacrificio stesso, sarebbe molto più lieve per tutti.
Insomma, per dirla con Gaber:

Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.

(da Qualcuno era comunista in E pensare che c'era il pensiero - Giorgio Gaber & Sandro Luporini, 1995)

martedì 9 ottobre 2007

Light in August

Alle nove e mezzo apparve mistress McEachern.
Era vestita di nero con un cappellino a cuffia in testa, una donna piccola piccola che entrò timidamente, un po’ curva, la faccia abbattuta. Sembrava di quindici anni più vecchia del suo ruvido e vigoroso marito. Non entrò del tutto.
Si fece sulla porta e resto là un momento con la sua cuffia e il suo vestito d’un nero rugginoso benché spazzolato di frequente, con un ombrello e un ventaglio in foglia di palma, e con qualcosa di strano negli occhi come se, nel suo vedere e udire, tutto vedesse e udisse attraverso una più immediata forma di uomo una più immediata voce d’uomo lei non essendo che il medium del vigoroso e spietato marito. Egli forse la sentì. Ma non la guardò ne le parlò. Ed ella si volse, andò via.


(Luce d’agosto - William Faulkner, 1932)

giovedì 4 ottobre 2007

Vendo tristezza filmica

Una delle fortune donate dal pacchetto di Sky Cinema, è quella di farti vedere una galassia, un infinito abisso di porcherie.
Certo, spesso l’amor proprio e un sano spirito d’intellettualismo spicciolo riescono a farti premere il pulsante magico e mettere a tacere il tutto a favore di una tranquilla chiacchierata ai piedi d'un bicchiere di Limoncello (Eugenia rules). Ma non sempre accade.
L’altra sera, io e miei compagni di divano (meglio conosciuti come “I Divanoidi”), ci siamo imbattuti nell’ultima mezzora di Notte prima degli esami (Fausto Brizzi, 2006), e il fatto che tutti voi sappiate di cosa sto parlando contribuisce alla mia generale sfiducia nell’umanità.

Il problema, quando si vedono questi film, è che il riso prende il sopravvento su tante altre cose, ma soprattutto su di una maestosa colata di tristezza o sullo scomparso senso del ridicolo e del pudore, saggi consiglieri del cambio di canale (come puntalmente accade con Maria De Filippi e mostri simili).

Ci si continua a guardare in faccia dicendosi cose ormai ammuffite nella stanchezza: “Ma non si vergognano?”, “Ma si può?”, “Ah sì, quindi adesso lei esce e trova lui poggiato all’ascensore…” (cosa che puntualmente si verifica un secondo dopo), “Ma no dai! Non è per niente verosimile!!”, “Ma tu Tommi, in quell’occasione, avresti detto porca paletta?” (e Tom: “No, avrei strillato por…”, “Ok Tommi, abbiamo capito, certo”).

- C’è il belloccio di turno con la parlata alla Silvio Muccino (ah be', allora...), tal Nicolas Vaporidis, il cui nome andrebbe benissimo per il lancio pubblicitario di un nuovo prodotto da stiro, ma per un attore proprio no. Tanto non ci diventi come Marlon Brando. Al massimo vedo per lui un radioso futuro come terzino destro della Grecia. Ma che sto dicendo, di sicuro è una pippa pure a pallone.
- C’è Cristina Capotondi, che da quando incontrò il Maxibon anni orsono, sarà cresciuta sì e no di due mesi nella paura di invecchiare troppo e non poter più interpretare ruoli adolescenziali.
- C’è Giorgio Faletti, molto meglio (e dico tutto) nei panni di Vito Catozzo piuttosto che di Suor Daliso al Drive in.
- E poi un una marea di volti che dovrebbero interpretare diciottenni ma si vede con gli occhi pesti che c’hanno almeno 27 anni a testa.

Ma la cosa più evidente resta una e una sola: io e tanta altra gente che fa e vuole fare tutt’altro di mestiere, be’, recitiamo molto meglio. Chiamo a testimoniare ore e ore di VHS.

Poi uno fa una ricerchina volante e scopre che il film in questione è stato, con 12.144.699 €, il 10° incasso assoluto della stagione cinematografica 2005/2006 (in Italia ovviamente, sul podio Il Codice Da Vinci, Natale a Miami e Madagascar), surclassando tra gli altri: Volver (Pedro Alvodovar), La sposa cadavere (Tim Burton), Inside Man (Spike Lee) e Match Point (Woody Allen).

Ora, io considero da tempo il cinema come un surplus della mia vita, nel senso che quando decido di andare in faccia al grande schermo, lo faccio perché spero di vedere un capolavoro o comunque un qualcosa di estremamente vivo, qualcosa che bolle. Sociologicamente parlando, diciamo che ho smesso di andare al cinema per svago (e attenzione, considero quest’affermazione tutt’altro che triste, angosciosa o quant’altro).
Certo, questo non accade tutte le volte che metto piede in sala (l’ultima volta, vado a memoria, credo sia capitato con Una storia vera - David Lynch, 1999 - oddio, così tanto tempo fa?), ma in ogni occasione apro gli occhi con la consapevolezza di poter assistere ad una gran giocata.
Insomma, non ci vado sapendo di dover rispondere: “Il cinema ieri sera? Sì…carino.”, quando invece ci starebbe ora e sempre il commento del ragionier Ugo al cospetto di Ejzenstejn.

martedì 2 ottobre 2007

Chi me lo gira 'sto film?

Il soggetto è già pronto.
Io lo darei a Coppola (visto che gli hanno appena fregato il computer con tutti i dati del suo prossimo film dentro), per un ritorno in grande stile. Dai Francis, dai non disperare! Dai che ce la fai! Dai, Dai!

E' soprannominata "La regina del Pacifico", ed è una delle figure più importanti del narcotraffico messicano, legata al capo colombiano Diego Montoya, alias Don Diego. E, come lui, è finita in carcere: Sandra Avila Beltràn (niente male tra l'altro...) è stata arrestata a Città del Messico mentre era alla guida del suo Suv. Con lei è finito in manette anche il suo compagno, il narcotrafficante colombiano Juan Diegro "El Tigre" Espinosa, ricercato anche negli Usa. Avila, 45 anni, aveva contribuito, negli anni Novanta, alla costituzione del Cartello Sinaloa, sulla costa messicana del Pacifico, grazie alle sue amicizie con alcuni dei più ricercati boss della droga. Viveva a Città del Messico sotto il falso nome di Daniela Garcìa Chàvez.

lunedì 1 ottobre 2007

Effetto di reazione prodotto da un messaggio su chi lo ha emesso

Lo so. Questo post potrebbe innescare un qualcosa di cui si è già parlato, ma credo che in questo caso si raggiungano vette di reale ermetismo contemporaneo:

"Non c'è feedback"

(Scritta su di un muro in quel di Corso Umberto, Acireale, 25 settembre 2007)