mercoledì 24 febbraio 2010

Previsioni

"In esclusiva per Repubblica.it le immagini del naturalista americano che ha allevato il "gigante" che vive con lui dalla nascita. L'incredibile storia di un uomo e di un animale."

A parte che il faccione che spunta nella foto numero 13 è davvero ottimo, quando il caro orso Brutus dilanierà a morsi il naturalista Casey, non venitemi a dire che non vi avevo avvertito.

venerdì 19 febbraio 2010

Mi serve un polverizzatore Thompson (9)

Premessa:

[…]
- Cirello: “Dovrei prima sapere che cazzo è la bacheca.”
- Montelli : “La bacheca che tieni appesa in casa…dove tutti scrivono le cose e poi tu rispondi. Una cazzo di bacheca.”
- Cirello : “Tu hai una bacheca appesa in casa?”
- Montelli: “Certo, chi non ha una bacheca!!”
- Cirello: “Io per esempio.”
- Montelli : “La mia è accanto al polverizzatore thompson.”
- Cirello: “Ottimo! Cazzo, è un botto che non scrivo un polverizzatore.”
- Montelli: “Appunto."


- Non si può che cominciare con la notizia dell’anno, ossia la presa di posizione netta e decisa della lega calcio contro le bestemmie in campo, esattamente 81 anni dopo la firma dei patti lateranensi (11 febbraio 1929, che fosse già prevista una clausola “calcistica”?).
“La logica
- ha spiegato il presidente federale Giancarlo Abete (4,5) - è quella di migliorare i livelli comportamentali”. Ora, a parte che "livelli comportamentali" mi ricorda una cosa tipo il metodo Ludovico, punirei a questo punto anche chi sputa per terra che, da che mondo e mondo (ma vallo a dire ai cinesi) è da maleducati.
In ogni caso, mi piacerebbe sapere come faranno a capire un bel porco lanciato in diretta da - giusto qualche esempio - Morimoto (Catania, giapponese), Prutsch Jurgen (Livorno, austriaco), Anssi Jaakkola (Siena, finlandese), Muntari, Mariga, Krhin, Eto’o (Inter, rispettivamente ghanese, keniano, sloveno e camerunense). Interpreti e traduttori di bestemmie, certo: dev’essere finalmente arrivata, dopo 15 anni, l’ora del famoso nuovo milione di posti di lavoro.
Che lo spirito di Germano Mosconi (8 per la naturalezza) vegli su di noi.

- Esultano i registi di Sky (voto 5=, non ce la faccio più a vedere primi piani e tagli stretti, vorrei godermi lo sviluppo dell’azione, grazie), gli unici ad avere a disposizione 6453 telecamere: finalmente, dopo i dirigenti e gli arbitri (ma almeno questi ultimi corrono in mezzo al campo), anche loro potranno condizionare il campionato in maniera sostanziale.

- E poi, così per dire, visto che me lo comunica direttamente il sito ufficiale - alla voce “prima squadra" - segnalo una grandissima novità: i campioni d’Italia in carica (voto 8, a ‘sto giro sono forti sul serio) hanno in rosa 5 italiani (su 25) tra cui 2 portieri (Toldo e Orlandoni). Ah giusto, è per questo che si chiama Internazionale, vero, Valdo e Montelli?

- Allora me le tiro fuori da solo: ma davvero vogliamo andare a giocarci il mondiale con una difesa a 4 formata da (sinistra verso destra) Grosso, Cannavaro, Chiellini, Zambrotta con Legrottaglie prima riserva?

- "Non credo ci sia dubbio sul fatto che chi sbaglia e commette dei reati - ha detto il premier, in una intervista nel suo studio di palazzo Grazioli - non può pretendere di restare in nessun movimento politico".
Ok, va bene che lui (ho finito i voti) non si può processare - per legittimo impedimento, s’intende - però potrebbe almeno adoperarsi per cacciare dal movimento politico di cui sopra almeno il suo fondatore, l’eroe Marcello Dell’Utri, condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa (in attesa dell’appello) dopo, tra le altre cose, aver patteggiato due anni e tre mesi per false fatture e frode fiscale; oppure l’ex Ministro della Difesa Cesare Previti, condannato in via definitiva a 6 anni (solo pochi giorni a Rebibbia per effetto della legge ex-Cirielli) per corruzione in atti giudiziari nel processo IMI-SIR.
Poi sì, dovessimo mandare a cacare tutti, rimarrebbero da eleggere Paperino e Ciccio di Nonna Papera (10 alle torte fumanti). In ogni caso, nella squadra vedrei bene Paperoga (9 allo sfiammo), che so, alle politiche giovanili.

- A proposito di Paperoga, ad Avezzano, per la prima volta in Italia, il giudice Elisabetta Pierazzi ha autorizzato la somministrazione di marijuana in un caso di sclerosi multipla:
"La decisione assunta è funzionale a trattare gravi patologie, in quanto altri medicinali usati dal paziente non sono risultati idonei. Il medicinale non viene prodotto in Italia. Viene importato di volta in volta in piccole quantità. Quindi deve essere somministrato a pagamento, con costi elevatissimi".
Nella speranza mai sopita di non dover star male per poterla piantare in giardino, incasso con gioia.

- “No a questi parcheggi da pippe” (scritta sul muro di fronte alla biblioteca del pigneto)

- “Laziale tornatene al paese” (sul muro di fianco)

- Al solito, non male la puntata di Presa Diretta sui tagli alla scuola pubblica. Da segnalare, tra le altre cose, il contributo di 1200 euro che la regione Lombardia (daje Formigo’!) dà a chiunque voglia iscriversi ad una scuola privata. Poi, ad esempio, la direttrice della Leone XIII comunica come la retta annuale si aggiri intorno agli 8000 euro. Ah beh, e gli altri 6800 euro come li pago? Anzi, chi può pagarli? Insomma, come si dice dalle parti mie, “A lu mare va l'acque'”.

- Per il ciclo la matematica è un opinione:
1° addendo) Nodar Kumaritashvili, 21enne atleta georgiano di slittino, è morto dopo un incidente durante una discesa di allenamento alle Olimpiadi invernali di Vancouver.
2° addendo) Il Comitato olimpico internazionale ha studiato "scientificamente" le traiettorie seguite dall'atleta georgiano e ha concluso che ha sbagliato lui: "é uscito in ritardo dalla curva 15 e non ha compensato in modo adeguato per entrare in modo corretto alla curva 16".
3° addendo) Il giorno successivo e' stato alzato e modificato il bordo della curva in cui il georgiano e' uscito di pista.
Somma) …

- Per commentare i fatti di questi giorni (i motivi della ripassata a Federica, dico), scelgo come portavoce Marcello “Tiberio” Mastroianni, alle prese con il tentato furto de I soliti Ignoti, quello della pasta e ceci per intenderci (min 3:33): “Guarda che non ce la possiamo fare mai, rubare è un mestiere impegnativo, ci vuole gente seria, mica come voi. Voi al massimo potete andare a lavorare.”

- Il 31 dicembre scorso è morto un uomo e con lui un’altra voce della mia infanzia e della mia vita, quella di Glauco Onorato, doppiatore di Bud Spencer (e di Schwarzenegger e Charles Bronson tra gli altri) in praticamente tutti i film del dinamico duo, io però, nonostante l’amore per i borbottii di Bambino, volevo ricordarlo così, nel ruolo di Rattigan in Basil L’investigatopo (1986).

- Stamattina alle 9, a Roma, c’era una luce che pareva di essere a Helsinki. Per inciso, io a Helsinki non ci sono mai stato. Mi piacerebbe però. Boh, fate voi.

martedì 16 febbraio 2010

Delicate e forti

Apro questa pagina nel tentativo di scrivere, ma di farlo sul serio, senza farmi condizionare dalle notizie, dall’attualità inutile che troppo spesso – ho notato con disgusto – guadagna spazio da queste parti. Idiota che non sono altro, diventato vittima dell’agenda setting. Istituzionale per giunta.
Allora mi metto qui con Pete Seeger a far piangere le casse, convinto di venirne fuori con un bello sfogo o con un resoconto della mia di attualità, che può anche essere il descrivere la deformazione delle mie palle di fronte a questa pioggia ininterrotta. Ammesso che a qualcuno possa importarne.
Poi, anzi adesso, è partita Victor Jara. Così decido di smettere. E di prendere la chitarra di fianco al comodino.

Victor Jara
words by Adrian Mitchell, music by Arlo Guthrie

Victor Jara of Chile
Lived like a shooting star
He fought for the people of Chile
With his songs and his guitar
His hands were gentle, his hands were strong

Victor Jara was a peasant
He worked from a few years old
He sat upon his father's plow
And watched the earth unfold
His hands were gentle, his hands were strong

Now when the neighbors had a wedding
Or one of their children died
His mother sang all night for them
With Victor by her side
His hands were gentle, his hands were strong

He grew up to be a fighter
Against the people's wrongs
He listened to their grief and joy
And turned them into songs
His hands were gentle, his hands were strong

He sang about the copper miners
And those who worked the land
He sang about the factory workers
And they knew he was their man
His hands were gentle, his hands were strong

He campaigned for Allende
Working night and day
He sang "Take hold of your brothers hand
You know the future begins today"
His hands were gentle, his hands were strong

Then the generals seized Chile
They arrested Victor then
They caged him in a stadium
With five-thousand frightened men
His hands were gentle, his hands were strong

Victor stood in the stadium
His voice was brave and strong
And he sang for his fellow prisoners
Till the guards cut short his song
His hands were gentle, his hands were strong

They broke the bones in both his hands
They beat him on the head
They tore him with electric shocks
And then they shot him dead
His hands were gentle, his hands were strong

lunedì 15 febbraio 2010

Da qualche parte

"La briglia", dico. La tengo in alto accanto alla finestra e la guardo bene alla luce. Niente di particolare, è solo una vecchia briglia di cuoio scuro. Non è che me ne intenda di briglie, io. Ma so che una parte si mette in bocca. Quella parte si chiama morso. E' fatta d'acciaio.
Le redini passano sopra la testa fino al punto in cui il cavaliere le tiene tra le dita, vicino al collo del cavallo. Il cavaliere tira le redini di qua o di là e il cavallo gira. E' semplice.
Il morso è freddo e pesante. Se si è costretti a portare un affare del genere in mezzo ai denti, mi sa che s'impara subito il principio. Quando lo si sente tirare, si capisce che è arrivato il momento. Si capisce che bisogna andare da qualche parte.


da La briglia, in Cattedrale - Raymond Carver, 1983

venerdì 12 febbraio 2010

Nevica all'Unieuro


- Cirello (già in preda alla - mia - tipica ansia da acquirente bisognoso d'aiuto): "Chiedo scusa, posso chiederle..."
- Commessa: "Sì, prego."
- Cirello: "Mi servirebbe..."
- Commessa (mimando il gesto di un motociclista che accelera): "Madò, sei uguale a [non capisco], l'inviato de strissscia!"
- Cirello: "Sì?!?"
- Commessa: "Sìssì..., quello che [rimima l'acceleratore], che te serviva?"

Insomma, basta andare all'Unieuro (e fare una minima ricerca una volta tornati a casa) per scoprire che dopo il Dottor House e Chuck Norris, Chris Martin e Troy McClure, Andrea di Un posto al sole (ricordate il post del 25 febbraio 2008?) e il chitarrista degli Hanson (quello più alto), adesso somiglio pure a tal Vittorio Brumotti.

Poi dice che non c'ha ragione mio padre a ripetermi da anni che mi devo pettinare la mattina (o durante tutto l'arco della giornata).

giovedì 11 febbraio 2010

Siamo tutti dipendenti

E' che ci ho pensato appena letto il virgolettato di quello che in quanto "uomo delle tivù" è "per essenza l'uomo della democrazia" (parole sue, lo giuro), allora ancora una volta copio e incollo dal quotidiano di Via Marenco, pigro che non sono altro.

E comunque, se Francesca è disponibile le darei una ripassata anche io. Anzi no, vorrei prima vederla va, magari nasconde l'ormai classica sorpresa.

"Signor Premier, lei ha appena affermato che «non si può governare attaccati da pubblici dipendenti quali sono i giudici». Ora, non starò a scomodare il Montesquieu, famigerato comunista francese del Settecento, e nemmeno la Costituzione, smilzo best-seller del dopoguerra poi caduto nel dimenticatoio. Però vorrei rivelarle un segreto che apparirà bizzarro a chi, come lei, è un po’ litico e un po’ no: lo Stato e il governo non sono la stessa cosa. Sul serio: si può essere dipendenti dello Stato senza dipendere dal governo e dal suo capo.

Nell’imprenditoria privata, da cui lei proviene, sarebbe inimmaginabile. Nessuno può lavorare in un’azienda privata perseguendo interessi diversi da quelli del manager scelto dall’azionista. Nelle aziende pubbliche invece succede. E sa perché? Perché gli azionisti di uno Stato sono i cittadini. I quali scelgono il manager, cioè il premier, cioè lei, tramite libere elezioni. Ma nell’ingaggiarlo non gli delegano ogni potere. Soprattutto non gli riconoscono quello di considerare alle proprie dipendenze chiunque riceva uno stipendio pubblico. Per dire: i prefetti sono assistenti del manager e devono obbedirgli. I giudici no. I cittadini azionisti li pagano per applicare la legge a chiunque, anche al manager che gli stessi cittadini hanno assunto. E al fine di garantire la massima indipendenza a questi dipendenti molto particolari, rinunciano persino a nominarli direttamente. Follia pura, lo so. Si chiama democrazia. Il peggiore dei regimi, esclusi tutti gli altri: lo sosteneva già Churchill, un comunistaccio che le raccomando."

(Massimo Gramellini, La Stampa, 11 febbraio 2010)

giovedì 4 febbraio 2010

Lo statista

"Ma come farà a essere israeliano con gli israeliani e palestinese coi palestinesi? Ad affermare, davanti a Netanyahu, che bombardare Gaza fu «una reazione giusta» e due ore dopo, davanti ad Abu Mazen, che le vittime di Gaza sono paragonabili a quelle della Shoah? Zelig si limitava a cambiare faccia, a seconda dell’interlocutore da compiacere. Ma questo è un uomo in grado di cancellare il tempo e lo spazio. Riesce a stare con il pilota dell’aereo che sgancia le bombe e nel rifugio sotterraneo con i bombardati. In contemporanea, e dispensando a entrambi parole di comprensione. Nella sua vita precedente insegnava ai venditori di pubblicità a essere concavi coi convessi e convessi coi concavi. Una volta li sfidò a salutare cinquanta clienti, trovando un complimento per tutti. Solo stringendo la mano al cinquantesimo, un uomo brutto e sgradevole, rimase perplesso. Poi gli disse: «Ma che bella stretta di mano ha lei!».

Molti hanno letto quei manuali americani che insegnano a infinocchiare il prossimo in 47 lezioni. Ma solo lui ha il fegato di applicarne il precetto fondamentale: credere sempre a quel che dici, anche quando è il contrario di quel che hai appena detto. Una tecnica che evidentemente funziona persino con le vecchie volpi mediorientali. Come farà? Vorrei tanto chiederglielo, se non fosse che lui nel frattempo si è già spostato nella basilica della Natività, a Betlemme, dove sta raccontando ai frati una barzelletta sulla Madonna che avrebbe preferito una femminuccia. A quel punto mi arrendo."


(Massimo Gramellini, La Stampa, 4 febbraio 2010)

martedì 2 febbraio 2010

Occhio

Visto che il Tg1 non ne parla neanche dopo il servizio su

"COME CAMBIA LA GRANDE CUCINA ITALIANA IN TEMPI DIFFICILI PER L'ECONOMIA? LO SI E' CAPITO A IDENTITA' GOLOSE, CONGRESSO DI CUCINA D'AUTORE A MILANO"

vorrei segnalare che oggi è la seconda giornata di deposizione di Massimo Ciancimino (processo contro Mori e Obinu per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra), figlio del ben più noto Vito.

Ora, so per certo che fra i lettori di queste pagine ben pochi si informano con il Minzuculpop (rubo da Zucconi), però non si sa mai.

Insomma, teniamo d'occhio Ciancimino jr che un tantino da dire ce l'ha.
In galera non ci andranno più ormai, a me basta solo che la gente capisca, anche se mi rendo conto che la fede in sè - o il fanatismo se preferite - è pura ignoranza.