lunedì 31 dicembre 2012

Il capodanno per antonomasia

Non so, forse è troppo tardi per dirlo, ma magari riuscirò a svoltare il capodanno a quelli che - "nella fascia di età tra i 28 e i 45 anni" - non ancora hanno sciolto le riserve.
E insomma, prendete suv, jet privati, biplani personali e buttatevi a far baldoria nel posto in cui tutti vorrebbero essere, perché il

"Capodanno a Cortina è per antonomasia uno dei momenti più glamour ed entusiasmanti che si possano vivere.

Sarà per lo scenario naturale assolutamente incomparabile, sarà per i Cortina People che ogni anno si danno appuntamento nella Perla delle Dolomiti, sarà per quell'indescrivibile Joie de Vivre che ti avvolge e ti conquista ogni volta che arrivi in Corso Italia, ma festeggiare l'arrivo del Nuovo Anno a Cortina... e dintorni! è davvero tutta un'altra cosa!"

Ok, mi rendo conto che siamo agli sgoccioli e probabilmente troverete esauriti sia il Cashmere Club di via Largo delle Poste (un Cashmere Club in via Largo delle Poste...aaaah! ci vorrebbe un'invasione di nonne armate di borsette) che il Vip club in Corso d'Italia, allora non posso far altro che consigliarvi vivamente il Gala Dinner Party & Burlesque Show dello Chalet al Lago, giunto ormai alla tredicesima edizione con mise en place seduta e servita con cinque portate. Il tutto in compagnia dello show di Vesper Julie e della musica di DJ Paul Bryan.

Ah, dimenticavo il Dress Code: Abito Scuro.

E poi ditemi che non vi voglio bene.

sabato 15 dicembre 2012

Ma tu pensa

- "Parlami."
- "Lo sto facendo."
- "Sì, intendevo, non fermarti."
  (scambio di sms)

Io ci faccio molto caso. Alle coincidenze, dico. O chiamatele come vi pare. Arrivano da chiunque: amori irrisolti, mai pensati o bramati, amici di una vita o conoscenze occasionali. Persino l'ipod pare pensarci, quando in modalità casuale ti regala il pezzo che volevi sentire in quel momento, mentre pedalavi su quella strada, esattamente di fronte quell'albero, quella fontana da cui cominciò tutto. O semplicemente continuò. Prima di finire.
Altre volte sono messaggi, telefonate, mail che arrivano alle spalle, con un sorriso o una pugnalata, proprio mentre scrivevi di e per quella persona, cantavi e suonavi quella strofa. O guardavi quel film, quella scena che avevate gustato insieme anni fa. E che già allora pareva un déjà vu. Però chissà, non sarà così per tutti, mi dico, allora spesso tengo tutto per me, perché dai, non è per niente detto che gli altri si facciano le tue stesse pippe mentali, come spesso hai capito sulla tua pelle, a seguito di una risposta mai arrivata o di un'altra senza senso, gelida come i piedi d'inverno, che addiritura non ricorda, che ha cancellato quel momento che tu porti tatuato sul fegato. Succede anche che arrivi prima lei, perché ovviamente è spesso di una lei che si tratta. Così, giusto per ricordarti la chimica delle affinità elettive, e perseguire quel sottile gusto che da il continuare a mentirsi, ben conscio che gli eletti sono in realtà altri. E le affinità, infine, pure.
In ogni caso, sono ben lontano da smettere, perché son convinto che

Tutti abbiamo sentito questo genere di cose. La lettera che arriva mentre la tazza di tè cade a terra. La chitarra che attacca con la prima nota mentre l'ultimo respiro si spegne. Non le attribuisco a Dio né alla forza dei sentimenti. Forse al caso. O forse il caso è solo un altro modo per convincerci che siamo preziosi. 

(Questo bacio vada al mondo intero - Colum McCann, 2009)

venerdì 7 dicembre 2012

Ci stan le ragazzine che te la danno

- Giuliano Ferrara: "Capiremo presto che Grillo è uno che fa del cabaret e non è uno statista."
- Enrico Mentana: "In altri casi c'è voluto più tempo."

Dopo aver dopato psicologicamente i suoi ragazzi, il Presidente del Milan ha deciso in solita e piena autonomia di rimettersi una maglietta da titolare, subito dopo aver annunciato di eclissarsi in panchina e dopo ancora, ufficialmente, di appendere le scarpette al chiodo.
Tutto questo nonostante il parere contrario espresso nel ritiro precampionato persino da tutti i suoi compagni di squadra, che poi, per non essere da meno e per non tradire la nostra fiducia più che la sua, hanno salutato con toni entusiasti l'ennesimo ripensamento.
Su tutti, mi piacerebbe segnalare la reazione di Mara Carfagna (Miss Cinema 1997, già valletta di Frizzi, Magalli e Mengacci, poi Ministro per le Pari Opportunità), in silenzio da troppo tempo ma che effettivamente non poteva far mancare parole di apprezzamento al suo testimone di nozze:
"Con Berlusconi il nostro lavoro sarebbe più facile."
E insomma, considerato tutto, ad essere sinceri non credo sia un pensiero da mettere in discussione.

Aspettando con ansia la decisione di domani (e quella di dopodomani), fa piacere che anche la borsa di Milano, con solo i titoli Mediaset in attivo, abbia finalmente dato la stessa risposta che la maggior parte degli italiani si dà dal 26 gennaio 1994.   

giovedì 6 dicembre 2012

Porgi l'altra guancia

- "E' il signore che vi manda da noi!"
- "No, passavamo di qui per caso!"
 (da Lo chiamavano Trinità - E.B. Clucher, 1970)

- "Su Badoo si scopa"
(anonimo del XXI secolo)   


Il Papa che sbarca su twitter è una di quelle notizie che potrebbe far smuovere il mio totale rifiuto per i social network.
La magnifica idea di questa Chiesa (una, santa, cattolica e apostolica) rivolta ai giovani, che vuole parlare come i giovani con gli stessi mezzi che usano i giovani (se non altro quelli che non scopano prima del matrimonio, e soprattutto, scopano solo per procreare) non è stata solo quella di aprirsi un profilo cinguettante, ma in special modo quella di lanciare l'hashtag #faiunadomandaalpapa.
Ossia la classica mazzata sulle palle, perché il mezzo in questione, al netto degli imbecilli e delle volgarità, permette a chiunque di dire qualcosa che, a guardar bene, spiega meglio di un'omelia la lontananza di questa istituzione che, togliendo le esecuzioni, l'accettazione della teoria eliocentrica e le leggi del Levitico, non è cambiata di un pelo in 2000 anni di storia.

Io, per fortuna, ho un sacco di amici vecchi che si comportano da giovani e che usano i social network non solo per scopare. O forse no.
In ogni caso, ecco una piccola selezione delle domande (tra quelle inviatemi in un gustosissimo - e non ancora terminato - carteggio elettronico) che i giovani italiani hanno rivolto al Vescovo di Roma, nonché capo del collegio dei vescovi, pastore in terra della chiesa universale e soprattutto, vicario di Cristo:

- ho questa domanda che mi tortura: ma lei, esattamente, che fa tutto il giorno?
- secondo lei possiamo considerare L'Arcangelo Gabriele un pioniere dell'inseminazione artificiale?
- ha mai pensato al fatto che Gesù è morto su una croce di legno e che suo padre era l'unico falegname in città?
- ma anche lei la mattina si sveglia con l'alzabandiera?
- Papa, hai visto che botta l'Imu? No?
- se ti mando un po' di casse d'acqua, mi rimandi indietro i boccioni di vino?
- ok l'invasione delle cavallette e la tramutazione del vino in sangue, ma la Santanchè era indispensabile?
- santo Padre, ma è lei ad essere responsabile dell'evoluzione di Terence Hill da Trinità a Don Matteo?     
- si mette mai sui condotti d'aria per imitare Marlyn Monroe?
- Benedè, dì la verità: ogni tanto ce la metti la nutella dentro l'ostia?

venerdì 30 novembre 2012

Precisazioni

Roma, esterno giorno. Sette e trenta del mattino. Nel traffico di via di Bravetta, la tassista, il titolare della Festicciola e le sue tre ore di sonno oppongono al diluvio in corso un dignitoso e meditabondo silenzio.

Da radio24, il solerte giornalista ci informa delle ultime imperdibili dichiarazioni di Carla "ho chiesto al chirurgo plastico di farmi diventare eschimese" Bruni:
- "La mia generazione non ha piu' bisogno di essere femminista. Ci sono delle pioniere che ci hanno aperto la strada. Io non sono per nulla una militante, sono piuttosto una borghese."

Tassista, precisa e definitiva come il gancio sinistro di Sugar Ray Robinson:
- "No no, s'è sbajata, voleva di' mignotta."

giovedì 22 novembre 2012

Enigmi irrisolti

Roma, interno giorno. Nei locali della Palestra Popolare non ancora inondati dai soffritti dei ballatoi di San Lorenzo, il silenzio del mattino è accarezzato solo dal rumore delle corde che fendono l'aria.

Paolo, appena rientrato dopo lo scarico dell'idropulitrice, esordisce così, dando finalmente inizio ad una nuova giornata:
"Ma secondo voi, che se dicevano Lory Del Santo ed Eric Clapton?"

mercoledì 14 novembre 2012

Blindatissimi

"Oggi è il Santo Natale. Il grande varietà religioso comincerà alle ore nove e trenta: il cappellano Charlie vi farà sapere come il mondo libero riuscirà a far fuori il comunismo con l’aiuto di Dio e di alcuni marines."

(Sergente Istruttore Hartman, da Full Metal Jacket, 1987) 

Ovviamente ne è valsa la pena. Nonostante le poche ore di sonno e i 9,2 km (quanto mi diverto con google maps) di pedalata mattutina senza colazione, complice una sveglia rimandata troppe volte. E pazienza se all'auditorium pensano di essere al Danieli e ti chiedono 2,80€ per cappuccino e cornetto al bancone.
Ore 9 in punto, luci spente e scritta bianca su sfondo nero: "a Stanley Kubrick film".
Peccato non poterla più vedere rinnovata.

domenica 11 novembre 2012

Giusto per esser chiari

Glissando signorilmente sul risultato finale, direi che il momento clou della serata si è avuto intorno alla mezz'ora della ripresa, dopo l'espulsione di mister Giovanni "non mi sento in discussione" Stroppa a seguito di un rigore sacrosanto negato a Weiss (dopo quello negato nel primo tempo, sullo 0a2, per un fallo di mano di Vidal in area):

(voce fuoricampo - con l'accento che non riuscirò mai a rendere su queste righe - perfettamente in sincronia col momentaneo silenzio di Maurizio Compagnoni, telecronista Sky)

- "Quarto uomo! Li capisc' lu pescares'? Ngul'a mammt'!!"

lunedì 5 novembre 2012

Floating with Della Valle

“La madre l’ha chiamato Clay? E io lo chiamo Clay!”
(da Il Principe cerca moglie - John Landis, 1988)

Da tiepido osservante de “la vita in differita” (corrente di pensiero nata dalle teorie del filosofo Di Giogia e dell’avvocato Eto’o), giorni orsono mi son trovato sulla tazza del cesso a leggere un quotidiano di qualche settimana fa.

Mentre espletavo le funzioni consone al luogo - e nonostante la mia totale e volontaria ignavia (per non dire menefreghismo assoluto) nel ramo abbigliamento - non ho potuto fare a meno di notare la pubblicità di un noto calzaturificio e subito dopo pensare che in definitiva, pur prediligendo pugili più ortodossi à la Ray “Sugar” Robinson e Marvin “The Marvelous” Hagler, non credo proprio che Muhammad Alì sarebbe riuscito a fluttuare come una farfalla (e poi pungere come un’ape) indossando delle Tod’s.

martedì 30 ottobre 2012

I pugni nelle mani

Da un po' di tempo, tornato a casa dopo aver accompagnato il sole in tutto il suo peregrinare diurno, non posso far a meno di pensare all'ex piattarolo (vi giuro che lo sapevo anche senza Wikipedia) Bombolo di Delitto al Blue Gay (Bruno Corbucci, 1984): "C'ho ste scarpe piene de piedi!"

martedì 23 ottobre 2012

E' troppo tardi?

Non che fossi troppo lontano da casa, in realtà. Comunque, non ricordo quante volte abbia mandato indietro gli stessi nove secondi, che sembrano iniziare, finire e ripetersi come starnuti allergici.
Così, parcheggio e chiudo da par mio la portiera di una macchina non mia pensando che forse no, forse non sarà mai troppo tardi (dal 52esimo secondo). Almeno finchè entrambe le mani continueranno a battere il tempo sul volante insieme all'ultima battuta.

There must be some mistake
I didn't mean to let them
Take away my soul.
Am I too old, is it too late?

(The show must go on - Pink Floyd, 1979)

giovedì 27 settembre 2012

Non ricordo da quale orizzonte sfumasse la luce


E l'anima d'improvviso prese il volo
ma non mi sento di sognare con loro,
no non mi riesce di sognare con loro.

(da Un malato di cuore - Fabrizio de Andrè, 1971)

Pareva Pina (Roma città aperta - Roberto Rossellini, 1945) incerta su quei tacchi bassi di una volta, disperata nell'ultima corsa della vita verso una libertà che sarà solo per Francesco, vedovo prima d'esser marito. 
Sgraziata come non può essere altrimenti, persino nel bere, come s'imparava da bambini in tv, con la voce di Claudio Capone in sottofondo.
E poi provateci voi a correre sinuosi e coordinati avendo il collo più lungo delle gambe.

Le foto della Giraffa in fuga per le strade di Imola sono agghiaccianti perché dipingono il terrore di sentirsi persi, imprimono negli occhi l'inutilità del tentativo ma disegnano chiaramente il confine che unisce l'istinto all'eroismo, la morte alla speranza. La certezza di sapere che nessun essere vivente nasce per stare in gabbia, anche se le sbarre son la prima cosa che vedi appena uscito, caduto per terra ancora umido e rincretinito da più di un metro e mezzo d'altezza. Con addosso la violenza della luce, che non pensi di poter amare così tanto in così poco tempo.
Così, guardare quelle immagini, fa tifare e tremare come i compagni che attendono in “end zone” la fine dell'impresa del soldato Tosh (Non è più tempo d'eroi - Robert Aldrich, 1970) barcollante e in solitaria a schivar bombe e proiettili giapponesi in campo aperto.

“Non serve che mi addormentiate”, mi piace pensare sia stato questo il suo ultimo pensiero,  prima di ordinar al cuore di scoppiare per andare a sognare con chi avrebbe voluto, più o meno come accade da più di trenta milioni di anni.

Ed è qui, infine, che l'abusato aforisma di Wilde trova la sua sublimazione:
“Più conosco gli uomini, più amo le bestie.”

giovedì 13 settembre 2012

Paradossi

Riccardo: "L'iphone ti da una libertà che neanche immagini. Non potrei mai starne senza."

lunedì 23 luglio 2012

In vista dei pannelli

Everyone is trying to get to the bar 
The name of the bar 
The bar is called heaven

(Heaven, in Stop making sense - Talking Heads, 1984)


Senza timore di essere smentito, elenco di seguito le due peggiori frasi che si possano sentire arrivare da dietro al bancone: "il bar sta per chiudere", ovviamente piazzata un gradino sotto a "il bar è chiuso".

Il terzo posto sceglietelo voi, non ha importanza per chi osserva attonito ancora assetato.

mercoledì 18 luglio 2012

Considerazioni estive metropolitane

Pur non essendo Phileas Fogg, qualche posto l'ho visto. E insomma, in una qualsiasi mattina estiva o di primavera, credo che Trastevere sia uno dei quartieri più belli del mondo.

lunedì 9 luglio 2012

Per Dutch

"Tutti sognano di tornare bambini, anche i peggiori fra noi. Forse i peggiori lo sognano più di tutti."
(da Il Mucchio Selvaggio - Sam Peckinpah, 1969)

Se non avete visto mai il film di cui sopra, non posso farci alcunché (a parte insultarvi), se non essere buono e sconsigliarvi di vedere questa scena.
Al limite, sparatevi quest'altra.

sabato 30 giugno 2012

Non mi uccise la morte

E' giunta alla fine la tristissima storia di Federico Aldrovandi. Con tutto quello che si portano dietro queste vicende. E le rispettive conclusioni. Col loro bel miscuglio di sfiducia, rabbia, spalle che scendono e piedi nervosi, mani che prudono e occhi sudati. E un po' di speranza, che se non ce la buttiamo dentro, si finisce strozzati dall'abbraccio della nostra inutilità e dal pensiero fisso, inchiodato come le cicatrici del sole, che l'homo sapiens, in fondo, ha fallito.

Allora cedo ancora una volta la parola alla moltitudine rappresentata da Spinoza. Coi sorrisi sempre più avari di zucchero.

lunedì 25 giugno 2012

Paperoga a centrocampo

Meglio il cucchiaio di Totti o quello di Pirlo?

(per non influenzare nessuno, vi ricordo che al rigore del pupone eravamo in doppio vantaggio, su quello dell'uomo appena sveglio, uno sotto)

venerdì 15 giugno 2012

"Giocala dietro, per Dio!"

Fondamentalmente, per vincere al giuoco del pallone, ci vorrebbe uno che faccia gol. Tipo un'attaccante, per esempio.

Proprio questo si provava umilmente a dire a Gianluigi Buffon all'indomani della sua uscita su biscotti, morti e feriti: non si dice, anche se malauguratamente si pensa, che nel calcio è normale fare due conti quando un risultato serve a entrambe le squadre. Perché ora è atrocemente facile fargli notare che non ci sarebbe una sola buona ragione, se tutti ragionassero così, per essere sicuri che quei "due conti" di cui parlava non li facciano Spagna e Croazia, magari pure con qualche sghignazzata. E appellarsi alla fama dei giocatori spagnoli "che non possono permettersi di farsi ridere dietro dal mondo con un 2-2" è purtroppo puerile, una nuova maldestra teoria: solo i calciatori tristi che non hanno vinto mai si mettono dunque d'accordo per i pareggini, quando serve? Solo loro pensano "meglio due feriti che un morto?" Solo i poveri hanno l'inconfessabile diritto a darsi una mano? Il rispetto della lealtà sportiva che impone di dare sempre il massimo è un'esclusiva dei campioni? Si misura con l'ingaggio?

Esiste invece, vogliamo ostinatamente crederlo, un'altra speranza a cui affidarsi per evitare il bis delle coliche di bile del 2004, quando svedesi e danesi fecero i due conti che produssero l'eliminazione azzurra e la loro qualificazione a braccetto. E' la semplice, retorica, invecchiata e maltrattata legge dello sport: quella che dice che chi lo pratica lo fa per confrontarsi e possibilmente per vincere, perché vincere dà fama, dà soldi, dà prestigio, dà un senso alle fatiche degli allenamenti. E vincere dà soprattutto gusto. Gli spagnoli, per esempio, che sono innamorati del loro calcio, forse sono più lontani dalla logica di morti e feriti di quanto pensiamo, anche se ora non faremo altro che ricordare loro cose come il rispetto dei valori, l'etica, la lealtà: tutte materie in cui l'Italia si è d'altra parte guadagnata una credibilità che è sotto gli occhi di tutti, con i derby truccati, i rigori concordati tra portiere e centravanti, le mazzette negli autogrill e negli spogliatoi, le calciopoli e le scommettopoli.

E allora sarebbe forse meglio fare altre cose, più sagge: stare zitti. Allenarsi. Pensare all'Irlanda e cercare di vincere almeno una benedetta partita, una che sia una. E sperare poi che la lezione di sportività, invece di darla noi con le parole, arrivi dagli altri con i fatti. L'ennesima lezione che purtroppo, però, non riusciamo mai a imparare.


Aligi Pontani

mercoledì 13 giugno 2012

Un sorriso che sa

Me ne stavo lì, al sole e con l'asciugamano sulle spalle, i piedi insabbiati ad ascoltare il friccicorio che solo i primi raggi sulla pelle sanno dare. Immobile a fissare quel sole altissimo del profondo sud, che proprio non ne vuol sapere di buttarsi a dormire tra le onde.
Così, con una birra tra le mani, ho pensato che la felicità non fosse poi così distante.

venerdì 1 giugno 2012

M'hanno preso l'anima...

Io so' De Chirico
dico in senso simbolico
c'ho un controllo diabolico
quasi artistico
del mio stato psicofisico
e se hai capito, mo' traducilo. 


(da Testardo - Daniele Silvestri) 

Per un sorriso col sole che entra, riempiendo lo zaino alla rinfusa. Ché tanto fa caldo, non c'è troppo da scegliere il tessuto. Al limite ricordarsi il costume.
Mentre la Brizzolata attende con la pazienza da leopardo, la vedo da quassù.

mercoledì 30 maggio 2012

I'm only bleeding

Tema dibattuto da anni, mi rendo conto, con saggi a rincorrere altri saggi meno saggi o forse di più (for the wise men, and the fools!) all'incirca da quel 10 giugno 1981, quando Alfredo Rampi ebbe la sfiga di cadere in un pozzo artesiano per poi morire lì dentro, 60 metri più sotto.
Così, adesso e in tutte le occasioni simili, non riesco a non pensare che l'inviato sul campo, contrito e scosso e col capello a posto e il foulard svolazzante come il fumo nel vento, si colleghi tenendo l'edificio più pericolante sullo sfondo, nella speranza che possa finalmente cadere. Rombando prima di racchiudersi nella polvere. Magari nell'edizione delle 20.
E dietro il microfono i sorrisi e le pose di chi, sguardo in camera, spinge la bicicletta come i vecchi a controllar cantieri, ignorando di aver avuto solo più culo, ma con l'idea d'intendere, bene, che il dolore degli altri è dolore a metà.  

domenica 27 maggio 2012

Bitter, not happier

This bitter earth
Well, what fruit it bears


(This Bitter Earth - Dinah Washington, 1960)


Non so che gusto abbia il Bitrex ma credo di essermene fatto un'idea leggendo queste due cosucce sull'ultimo post (titolo compreso) di Spinoza:

- “La sedicenne Melissa Bassi è stata investita in pieno dall’esplosione. E da tutto il mondo dei grandi.”
- "Annullata la Notte dei musei. Oggi è il passato a farci visita."

martedì 22 maggio 2012

Tornati

19 anni fa avevo 14 anni, ero da poco caduto la prima volta con il Sì bianco di Lefonce all'incrocio tra Via D'Avalos e Via Spaventa e non ero mai stato con una donna. L'anno prima, per natale, Mamma e Papà mi avevano regalato la Biancazzurra. Cavolo come pareva grande sotto quell'agghindato alberello sintetico, dovevo scendere da pedali e sellino per toccare terra. Giocavo ancora a pallone con un futuro campione del mondo nell'antistadio "A. Flacco" di terra graffiante, mica ci si pensava all'erba sintetica. Come ai seggiolini sugli spalti. Del Piero si era appena accasato in bianconero. Dal Padova, tu pensa. L'anno successivo avrei comprato il primo abbonamento in Curva Nord per vedere il 4a5 col Milan di Van Basten e il 5a1 da già retrocessi alla Juve del Trap. Quel 31 maggio 92, ero sintonizzato su Tele Abruzzo Regionale a sentire la cronaca di Daniele Barone. Assist di Bivi e Allegri, a segno Di Cara e Massara. Serie A. Per la seconda volta con "il profeta" Galeone, dopo il gol di Bosco al Parma di Sacchi 4 anni prima, col boato ascoltato di fronte al Bar Midas, sprovvisto di biglietto. Io, mica il bar.

Adesso di anni ne ho 33. Da 4 ho abbandonato il motorino che adesso giacerà smembrato in qualche discarica sulla Palmiro Togliatti e di donne ne sono passate abbastanza. Nessuna è rimasta, anche se un paio avrebbero voluto. Due settimane fa ho cambiato i freni alla Biancazzurra, che è ancora con me, più che mai, pur senza parafanghi e con le gomme da strada. E ogni giorno mi accompagna fino a dentro casa, in un'altra città, riposandosi sul balcone.
Pratico un altro sport da 17 anni ma gioco ancora con gli amici a calcetto, sognando di farlo a 11 come una volta, giusto per rendere di più. E per cambiare veramente gioco. In senso tattico, dico. Del Piero ha appena lasciato la Juve da capitano leggendario, alzando le braccia al cielo con indosso un'orrenda giacca giallo fluorescente. Non ho più l'abbonamento e sono andato l'ultima volta allo stadio a inizio mese (6a0 col Vicenza), non in curva, ma sempre in piedi - settore cozze&vongole - nella tribuna che confina col mare e che da lui prende il nome.
Domenica ero sul divano, in diretta su Sky da Marassi c'era ancora Daniele Barone, tu pensa. Gran carriera la sua. Caprari, Immobile, Caprari. Con Zeman a bordo campo. Di nuovo Serie A. Che bello è. Brindando col rum, emozionato sul serio. Io, mica il rum.


giovedì 10 maggio 2012

Non ci sono poteri buoni

"Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame"

(da Nella mia ora di libertà, in Storia di un impiegato - Fabrizio De Andrè, 1973)


Roma. Interno giorno. Mentre Samanta ricerca la corrente giusta tra le porte aperte per sopportare i primi caldi, il titolare della Festicciola e la sua nuova coinquilina giapponese, pranzano con la tv accesa.

(sottopancia a SkyTg24): "MANAGER GAMBIZZATO"

- Inquilina giapponese: "Gam-bi-za-toooo... è il cognome?"
- Cirello: "No, vuol dire che qualcuno ha sparato alle gambe del manager."
- IG (mimando una pistola): "Spa-la-toooo?"
- C: "Sì, sparato. Gli hanno sparato alle gambe."

(il servizio prosegue, si arriva al "documento di appoggio" dei Gruppi Armati Proletari): "CONTRO LA VIOLENZA DEI PADRONI, VIOLENZA RIVOLUZIONARIA"

- IG (perplessa): "Padloni? Chi sono i padloni?"
- C (pensando ad un sacco di cose, tipo ai figli come ricchezza): "Ne vuoi ancora?"

Il servizio finisce, in studio riprendono la parola.
Io riprendo a mangiare riso con imprecisate alghe e salsa al curry, ben sapendo di non saper stare in alcun posto.

lunedì 30 aprile 2012

Bussa alle porte

"And then it sucks, he said, suck that!" 

Da noto maestro dei pezzi strappabudella, persino in momenti felici, ogni tanto - specie col sole, c’è da dire - mi lascio andare a ritmi più consoni a piedi scanzonati. Magari mentre ammucchio i panni da una parte all’altra della stanza.

E insomma, l’allegria del periodo significa aprire la finestra, fare entrare il giallo e sparare a palla Jimmy Jazz (in London Calling – The Clash, 1979).

E sempre sia lodato Joe Strummer.

giovedì 19 aprile 2012

Non facciamo eccezione

"La ricerca di un ambiente più ospitale, di un cibo più buono, di un posto tranquillo per gli amori, spinge molte specie viventi a migrare. La specie umana non fa eccezione."



Succede che due uomini di nazionalità tunisina, clandestini, vengano imbarcati su di un volo di linea Roma - Tunisi con fascette di plastica ad ammanettargli i polsi e un nastro da pacchi passato intorno alla testa per tappargli la bocca.

Succede, anche, che uno e un solo passeggero (come la retta che passa per due punti nello spazio) noti tutto, domandi il perché e di fronte al ricorso della "normale procedura" come risposta, decida di "rubare" una foto e denunciare.

Succede, poi, che i giornali amplifichino giustamente il fatto lasciando modo ai lettori di dire la loro, in questo bel bar dove la garanzia dell'anonimato aiuta a tirar fuori i più biechi istinti animaleschi.

Dovrebbe succedere, almeno nel bar che ho in mente io, che i lettori - quantomeno - s'indignino.

Succede, invece, che la maggior parte dei commenti siano pieni di odio, disprezzo e soddisfazione per le procedure adottate.

Succede, inoltre, che qui nel mio bar, non debba essere specificato che la peraltro sconosciuta fedina penale dei due non c'entri alcunché con quanto descritto sopra.

Succede, infine, che mai avrei pensato di chiudere (a aprire) questo post con la pubblicità dell'ente turismo dell'Alto Adige.

sabato 14 aprile 2012

Considerazioni dall'interno 9

- Aspettavi me?
- Da molto tempo.

(Frank e Harmonica, C'era una volta il west - Sergio Leone, 1968)

Si parlava di destino qualche sera fa. O di fortuna. Alla quale, come da proverbio, proprio non importa di motivare una scelta. E non è che uno la può andare a cercare. O sfuggirne per pudore.

E insomma, il minuto di silenzio per Morosini al Bernabeu è stata una ficata.
Ma forse è tutto merito di Morricone. E dell'uomo con l'armonica che c'è in ognuno di noi.

Considerazioni dal New Moon

Vorrei essere un ingiaccravattato londinese solo per potermi andare a sfondare di pinte subito dopo il lavoro. Per tradizione.

martedì 3 aprile 2012

Se ribeccamo ar chioschetto

In attesa del caffè di metà pomeriggio, spulciavo il sito Corriere, dove, come vent'anni fa, trionfava in apertura la canottiera di Bossi. Bianca una volta. Grigia adesso. L'autodeterminazione dei colori, ho pensato.
Il notizione, però, era poco più giù:

"Milano. Ilaria D'Amico compra fiori in un chiosco. Guarda le foto".

Vi confesso cho ho aperto la gallery: c'era Ilaria D'amico (con addosso delle scarpe orrende) che effettivamente comprava dei fiori in un chiosco.

mercoledì 21 marzo 2012

L'infanzia del mondo

"Ecco vedi...quando mi cade qualcosa per terra, prima di inchinarmi e raccoglierla ci devo pensare un momento. Ti capita mai?"

(da Ginger e Fred - Federico Fellini, 1985)


Il pipistrello che lo divorava ha vinto. A Mosca, 25 anni fa lo aveva vinto Tonino. Ne era uscito (dall’operazione di tumore al cervello) vivo e con le capacità neuronali ancora più brillanti. Tonino lo aveva vinto, il pipistrello, ancora 5 anni fa… E poi 3 anni fa quando quello si era ripresentato, tenace e maligno. La battaglia con questo maledetto pipistrello ora l’ha vinta lui, ma vedo lo zampino di Tonino nello scegliere la data: poche ore dopo il suo 92° compleanno, festeggiato nella piazza della nativa Santarcangelo, e poche ore dopo aver visto il suo ultimo, nuovo libro: Polvere di Sole, 101 storie per riaccendere l'umanità, dato alle stampe dal suo primo editore, Bompiani.

Qualche giorno fa Tonino mi aveva detto di essere contento di aver varcato questa soglia. E stringeva al lato del letto il suo ultimo libro, diario consolante ricco di favole. Tonino se ne va con la polvere di sole. Mi ha detto che era un libro morbido al tatto. Gli ho chiesto: «Tonino, come è che voi poeti riuscite ad anticipare il futuro?». Gli ho raccontato del fenomeno atmosferico di cui avevano parlato i telegiornali. Quello per cui il Sole sta eruttando nuvole di gas che stanno raggiungendo la Terra, mettendo in allarme per le possibili conseguenze sulle telecomunicazioni….

Stava arrivando la Polvere di Sole! Un fenomeno che, secondo gli astronomi, si concretizza ogni 500 anni. Tonino quel titolo lo avevo scritto mesi prima. Così com'è che i poeti anticipano il futuro? Mi ha risposto: «Noi abbiamo sensibilità e curiosità per il mondo che ci sta intorno più che per i telegiornali. Adesso non ho più tempo, anzi non vorrei avere più tempo. Vai, e ricordati che noi poeti fiutiamo il futuro perché guardiamo i mandorli in fiore. Quando torni a Milano salutameli quei mandorli in fiore, quello spettacolo che abbellisce tutta la via Emilia nel primo giorno di primavera». E anche nella Giornata mondiale della poesia, oggi 21 marzo: il pipistrello lo ha vinto, ma il poeta ha scelto la data per dargliela vinta.

Tonino era un ottimista. Un ottimista dello spirito, non solo a parole. Nel pomeriggio avrei presentato Polvere di stelle a Santarcangelo. Gli ho chiesto: che vuoi che dica? Dì loro, specie ai sindaci, mi ha detto, che non guardino al libro come a un libro di memorie. Dì loro che più delle memoria mi stanno a cuore i loro progetti. Mi piacerebbe che la Valmarecchia diventasse una Valle dipinta. È una valle speciale (Antonio Paolucci la definisce «la valle più bella d'Italia») che ha fatto da sfondo ai dipinti di Raffaello, Leonardo da Vinci, Piero della Francesca… Vorrei che diventasse una valle a Bassa Velocità. E che invece di pensare ad altre strade veloci, si pensasse a una strada ad alta emotività. Così che a ogni curva appaiano terre coltivate di fior colorati. A una curva fiori rossi, a un’altra blu. E poi gialli. Così che si dica: Vado in Valmarecchia a far riposare gli occhi. E a ritrovare me stesso».


Salvatore Giannella (curatore di Tonino Guerra)

domenica 4 marzo 2012

Lucio e Germano. Germano e Lucio.

Eccoli qui, uniti. Chi l'avrebbe mai detto?
Allora, vista la stanchezza, rubo a piene mani il ricordo da una mail di Lucha, che spero non me ne vorrà.
Insieme a tutti quelli che hanno passato un giorno come molti altri:
a "tirar giù madonne e canticchiare Piazza Grande".

P.S.
Oggi, Roma. Esterno giorno. Via della Pace.
Due signori di fronte al giornalaio: "Vabbè che è morto, però so tre giorni che ce stanno a rompe li cojoni co Lucio Dalla!"

sabato 18 febbraio 2012

Ogni tanto

Roma. Esterno notte. I varchi elettronici del centro storico sono stati aperti da poco, a breve la Lazio prenderà una solenne scoppola in Europa League e pare ci sia in giro una non ben precisata manifestazione dell'Opus Dei.
Insomma, le macchine sono attaccate ai muri.


"Pecché pe fa sto lavoro - e io lo faccio da 24 anni - nun te poi fa rode er culo. La devi prenne sempre cor soriso sinnò come fai 'n mezzo a sto casino. 
Mo... voi siete du ommini, du ragazzi e ve lo posso dì - che c'ho pure l'età che c'ho - il segreto è fasse na trombatina ogni tanto, 'nvece de sta appresso alle bollette, le tasse e tutti l'artri cazzi che c'avemo. 
Io così c'ho cresciuto tre fiji:
uno è ingegnere aeronautico, la seconda è avvocato e l'ultima s'è appena laureata in paleoarcheologia, insomma, spolvera 'e pietre, come dice sempre mi fratello."

(Maura, tassista sui sessantacinque, in bilico tra il faccione della Sora Lella e la risata che acceca e conquista di zia Elda, di cui, purtroppo, nessuno di voi ha mai potuto godere).

lunedì 13 febbraio 2012

The forlorn rags of growing old

"I vecchi, quando accarezzano, hanno il timore di far troppo forte."
(Il sogno di Maria - Fabrizio De André, 1970)


martedì 7 febbraio 2012

Centesimi!

Ultimamente sono passato da Auchan per quelle spese da 100 euro (6 confezioni di detersivo per piatti, pacchi da 70 di carta igienica, dentifrici formato famiglie di un tempo) che faccio una volta all'anno.

Il punto è che, tra le altre cose, avevo finito il deodorante.
Così, muovendomi da par mio tra le insidie dei reparti (vecchine troppo basse per prendere l'ultimo pacchetto di stelline da minestra, padri di famiglia con carrelli surrealmente pieni di pneumatici da macchina che parcheggiano in mezzo ai corridoi alla ricerca di una siringa di silicone o di fischer della misura giusta, bambini in lacrime persi dai genitori in astinenza da litigata, signorine piacenti con immangiabili gallette di riso tra le mani, single tristissimi che vorrebbero la nonna a casa a cucinargli le lasagna invece della mortificante fettina con insalata in busta che gli toccherà ingurgitare, pacchi di pasta rotti e lasciati a morire alla base dei tuoi piedi), ho notato che lo storico compagno delle mie ascelle, il Neutro Roberts Stick da 40 ml, costa 60,75 euro al litro. E scoprire che il Lycia antiodorante, proprio lì di fianco, stesse a 102,00, non ha fatto altro che aumentare la portata delle mie solite banali e retoriche considerazioni mentre mi dirigevo verso la cassiera, pardon, l'hostess di cassa.

Del tipo che una bottiglia di Amarone Classico di Allegrini (2007) ne costa 60€ (750 ml) o che il petrolio, per il quale fondamentalmente la gente si butta le bombe in faccia, costa più o meno 80 euro al barile (che di litri ne contiene contiene circa 159), ossia una cosa come 50 centesimi al litro.

Ok, non è così semplice, mi rendo conto.

Ma tutto 'sto pippone era per dirvi che queste amenità mi hanno portato all'Albertone di Finché c'è guerra c'è speranza (Alberto Sordi, 1974):

"Le guerre non le fanno solo i fabbricanti d'armi o i commessi viaggiatori che le vendono, ma anche le persone come voi, le famiglie come voi che vogliono vogliono vogliono...e non si accontentano mai. Le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo, gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve ce fregano costano molto. Per procurarseli qualcuno bisogna depredare. Ecco perchè si fanno le guerre."


P.S. 
"Il pesce più grosso del fiume diventa tale non facendosi mai catturare."
(da Big Fish - Tim Burton, 2003)

E questa era perchè c'è un nuovo arrivato nei link a sinistra. Fateci un giro.

lunedì 23 gennaio 2012

Ci si salva con la malinconia

- Elicone: "Cesonia cara, Caligola è un sentimentale. Lo sanno tutti. E il sentimento è qualcosa che si paga. Ma ora, se permettete, vado a pranzo."

- Cesonia (in grande apprensione): "Una guardia l'ha visto passare ma tutta Roma vede Caligola dovunque. E Caligola non vede che l'ombra di Drusilla."

- Scipione: "Dimmi, Cesonia, l'amava fino a questo punto?"

- C: "Di più ragazzo mio. La desiderava."

- S: "In che modo strano lo dici."

- C: "Perché, vedi, se l'avesse solamente amata, la sua morte non avrebbe cambiato niente. Le malattie dell'anima non sono gravi. Ci si salva con la malinconia. Invece no, lui oggi sente i morsi della carne. Brucia tutto."

- S (indiscreto): "Ma desiderava anche te."

- C: "Questo non ti riguarda." (pausa) "Sì, mi desidera. E' vero. Però non m'ama."

- S (timidamente): "Non capisco."

- C (stanca): "Io sì. Vuol dire che mi domanda solo il piacere. Ma è desiderio questo? Un giorno vedrai che si può amare spesso, ma mai desiderare più di una volta."


(da Caligola - Albert Camus, 1941)