venerdì 28 marzo 2008

Potrei anche tornare credente

E' bellissimo vedere il tuo hard disk saltare. Ma è ancora più bello non avere fatto il backup dei file che serviranno a breve.
Poi disperi, disperi e disperi.
Poi ancora paghi.
E almeno quei dati tornano in vita.
Allora respiri.

venerdì 14 marzo 2008

Adios

Ne ero certo, ricominciata la cosiddetta campagna elettorale, Silvio Berlusconi prende vigore a forza di stronzate. Da buon venditore non gli interessa dire cose nuove, gli basta ripetere fino allo sfinimento (ormai sono più di due lustri) quelle che le aziende inculcano ai loro cavalli nei corsi di formazione.

Se ne parli bene o male, basta che se ne parli. E quanto è ancora più odioso con quel sorriso immediatamente successivo ad un'affermazione agghiacciante (l'ultima l'altro ieri su raidue)!

Non so come si faccia a votare un uomo del genere, uno che ammette candidamente di essere quello che di cui i suoi avversari lo accusano di essere.
Ogni giorno che passa non riesco a capacitarmene.
Tanto lui ride, è un bonaccione, uno che si è fatto da solo, certo, uno che anche l'altra sera si bullava - seppur totalmente fuori contesto - di quanto i quartieri da lui costruiti anni fa siano tuttora all'avanguardia (ci siete stai che so, a Milano 2? Beh, io sì, per questo parlo), uno che l'altra sera prometteva un contratto a tempo indeterminato (dopo i primi 12 mesi) ad almeno il 50 per cento dei nuovi lavoratori precari, uno che l'altra sera continuava a sparare percentuali incredibili, letteralmente, per ogni essere umano dotato di un minimo di capacità di rielaborazione personale delle informazioni, uno che l'altra sera...poi ho cambiato, dopo circa 5 minuti.
Silvio Berlusconi, chissà cosa diranno i miei figli leggendo di lui nei libri di Storia.

Ok, ti inculo io, per quello che possa valere:
in questi spazi non parlerò più di Silvio Berlusconi. Silvio Berlusconi. Silvio Berlusconi, il simbolo della deriva al silicone di questa nazione.

Silvio Berlusconi, "la faccia serena, la cravatta intonata alla camicia".
Via di qui.

giovedì 13 marzo 2008

Bentornati

Non so, forse non mi ci abituerò mai, ma 'sto fatto, 'sta consuetudine del cane - pardon, Samanta - che saluta sculettante tutti i rientranti nella casa, uno per uno, andandoli a scovare in ogni stanza, mi fa addormentare con le labbra più serene, tirate verso l'esterno.

martedì 11 marzo 2008

I bimbi d'Italia si chiaman Balilla

...Arivo a casa dopo la sconfitta
mi moje è sulla porta che m'aspetta:

- "Sta su se no sta male anche tu fijo
nun ce penzà ar mangià cucino io."

E a passo lento se ne va 'n cucina
è così dorce che me fa 'n po' pena

- "Aoh, vie' qua', ma come te vie' 'n mente?
Preparate che annamo ar ristorante.
La Roma ha perso; 'mbe' che è corpa tua?!
e io nella vita 'n posso cambia' idea.
Avevo detto: solo se vincemo?
E noi c'annamo pure si perdemo."

Pensavo: nun po'perde... è troppo forte
pensavo: è decisiva, Europa o morte
pensavo a tante cose che nun dico.
Ma ce l'avrà li sordi Ciarrapico
?

(da Er tifoso, in Stasera canto io - Franco Califano, 2001)

lunedì 10 marzo 2008

Non strillate

Capita spesso che la prima canzone ascoltata al risveglio rimanga in testa fino al prossimo letto.
Stamattina, dopo un tentativo quasi vincente di Francesco De Gregori (Cercando un altro Egitto, 1974):

Un uomo proprio all'angolo, vestito da poeta
vende fotografie virate seppia, ricordo della terra
prima della caduta e al posto del posto
dove va il francobollo, c'è un buco per appenderlo; "Dove?", dico io
"Intorno al collo", e adesso per la strada
la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla;
"Non c'è nessun motivo di essere nervosi"
ti dicono agitando i loro sfollagente,
e io dico "Non può essere vero" e loro dicono "Non è più vero niente".


a vincere è stato il dolce fiato di Nando Martellini (da Giocatore Mondiale, in Peerla - Elio e le Storie Tese, 1998) che nell’epoca dell’"Andiamo a Berlino Beppe" o del "Mio Dio Fabio Grosso", al minuto 3 e 35, ricorda a tutti il pudore che abbiamo perso:

Ed ora mi rendo conto di quello che provò l'amico Niccolò Carosio nel 1934 e 1938 quando disse dal microfono dell'EIAR quello che questa sera modestamente posso ripetere io. L'Italia e' Campione del mondo, Campione del mondo. Il titolo piu' grande che possa essere conquistato nello sport piu' popolare del mondo. Una vittoria limpida. Campioni del mondo, campioni del mondo.

Quando la lacrima è facile, andarla a cercare (e soprattutto trovarla) è un gioco da bambini cresciuti.

venerdì 7 marzo 2008

"Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?"

In definitiva sono uno dalla lacrima facile.
In privato non sono riuscito a trattenere il sale - e tuttora ho dei fremiti - persino alla morte di Prima Base in Sorvegliato Speciale (John Flynn, 1989) o a quella bellissima e beata e sorridente del vecchio Matto alla vista della città in ...Più forte ragazzi! (Giuseppe Colizzi, 1972).
E’ quindi con un senso di strana autocommozione che mi ritrovo spesso a leggere necrologi, pensare a cose orribili che potrebbero sconvolgere la mia esistenza e allo stesso modo guardare foto di funerali per piangere insieme a chi ha davvero un motivo per farlo.
Poco fa ero con gli occhi a Molfetta e ora già non ci sono più. Come quelle 5 persone mangiate internamente dallo zolfo. Uscite di casa con “ciao, a dopo”, “ci vediamo a cena” o qualsiasi altra bugia inconsapevole.
E non riesco a capire perché le morti sul lavoro mi rimangano dentro più di altre, forse perché la signora di falce armata in quei luoghi non dovrebbe entrarci neanche con lo sguardo. O forse perché non dovrebbe entrare mai in qualunque posto ma adesso sto chiaramente vaneggiando e mi sono perso.
O semplicemente sono piombato nel sonno come Elmer, Herman, Bert e Tom, Charley, Ella e Kate, Maggie, Edith, Lizze e Jones il suonatore.

martedì 4 marzo 2008

Women

Ordinammo una bottiglia di vino. Decidemmo di aspettare ancora un po' a mangiare. Non c'è modo migliore di bere che seduti a un tavolino con una tovaglia bianca e una bella donna.

- "Tu scopi", mi disse Liza, "con l'entusiasmo di uno che scopa per la prima volta, eppure hai un sacco di fantasia".
- "Posso scriverla giù sulla manica, questa?"
- "Certo".
- "Potrebbe venirmi buona".
- "Ma non trattarmi come un oggetto, è tutto quello che ti chiedo. Non voglio essere semplicemente un'altra delle tue donne".
Non risposi.
- "Mia sorella ti odia", disse. "Ha detto che non otterrò niente da te. Mi userai e basta".
- "Dov'è finita la tua classe, Liza? Stai parlando come una donnetta qualunque".


(Donne - Charles Bukowski, 1978)