venerdì 12 gennaio 2007

Malinconia

E' un bel fatto che tutte le volte che siedo in un angolo
d'una tampa a sorbire il grappino, ci sia il pederasta
o i bambini che strillano o il disoccupato
o una bella ragazza che passa di fuori,
tutti a rompermi il filo del fumo. "E' così giovanotto,
ce lo dico davvero, lavoro a Lucento".
Ma la voce, la voce angosciata del vecchio
quarantenne - non so - che mi ha stretto la mano
nottetempo nel freddo e poi mi ha accompagnato
fino a casa, quel tono da vecchia cornetta,
non lo scordo, neanche se muoio.
Non diceva del vino, parlava con me
perchè avevo studiato e fumavo la pipa.
"E chi fuma la pipa" esclamava tremando
"non può essere falso!" Approvai con la testa.


(Il vino triste, da Poesie del disamore, Cesare Pavese, 1951)

2 commenti:

Gallit! ha detto...

“il mio paese sono quattro baracche e un gran fango, ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino. Siccome - ripeto - sono ambizioso, volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti 'Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là'". C.PAVESE.

Pavese giustificherebbe il mio parlare di Sarzana, anche per questo lo amo.

Anonimo ha detto...

"Anni verranno, pelosi come i gatti,
dovrò disfarmi di questa infinita fanciullezza.
La ricorderò
poco o nulla capirò".
A.Pazienza