martedì 23 gennaio 2007

A winter's tale

L'inverno è una delle quattro stagioni dell'anno.

L'inverno astronomico ha inizio il giorno del solstizio d'inverno e termina nel giorno dell'equinozio di primavera. Si tratta del periodo dell'anno in cui si ha la minima esposizione al sole e si raggiungono le temperature più basse.

1. Il solstizio d'inverno è, nell'emisfero Nord, il 21 dicembre, o il 22 (21 o 22 giugno nell'emisfero Sud). La data del solstizio d'inverno coincide col dì più corto dell'anno e con la notte più lunga. Il Sole raggiunge la sua minima declinazione ed è allo zenit al tropico del Capricorno.

2. Nell'emisfero settentrionale, l'equinozio di marzo (che cade il 20 o 21 Marzo) è l'equinozio di primavera. Gli equinozi (a settembre c'è quello d'autunno) sono i due giorni di ogni anno in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata. Per definire esattamente la lunghezza del giorno, l'alba comincia quando il sole ha superato di metà l'orizzonte e il tramonto finisce quando il sole è di metà sotto l'orizzonte. Usando questa definizione, la lunghezza del giorno è esattamente 12 ore. Agli equinozi, il sole sorge all'esatto est e tramonta all'esatto ovest.


L'inverno meteorologico comprende invece per convenzione i mesi di dicembre, gennaio e febbraio nell'emisfero boreale, quelli di giugno, luglio e agosto in quello australe.

A dicembre e gennaio c'è andata bene, adesso - soprattutto se le quattro ruote non sono nelle vostre corde e le due ruote deficiano di parabrezza - tirate fuori guanti, sciarpa e cappello (e se avete voglia chiamate pure "quattro stronzi strafatti di crack con un paio di pinze e una buona saldatrice", Marcellus Wallace nella cantina di Zed, Pulp Fiction - Quentin Tarantino, 1994), febbraio attende al varco guardandoci in cagnesco.
O forse in gattesco.
E qui la mia mente malata pensa a Pari e Dispari (Sergio Corbucci, 1978) dove il dinamico duo riusciva a parlare sia il gabbianesco che il delfinesco. Ma questa, evidentemente, è un'altra storia.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

vai cirè, impara l'arte e giocatela a carte!

Gallit! ha detto...

Ebbene, non ci sono più le mezze stagioni, ma mi sa che non cistanno neanche più le stagioni. Il detto a breve sarà da rivedere.
In ogni caso ieri come al solito mi sono svegliato abbastanza presto, verso mezzogiorno e mezza, e allegramente dopo essermi bagnato il viso con acqua fredda, ho deciso di uscire di casa e desinare con una bella tazza di cappuccino (80 cents) nel bar a fianco a casa (classico baretto di fronte ad una scuola, il Liceo Classico "Immanuel Kant", gestito da donna di mezza età evidentemente meridionale, coadiuvata dalla giovane nipote).
Dopo aver sorseggiato il cappuccio leggendo il "Corriere dello Sport" (pagina del mercato di riparazione, "E' una grande B"), sono uscito verso casa. Tra un boffo e l'altro alla mia sigaretta velocemente rollata mi sono accorto che il mandorlo che esce dalle mura scolastiche è in fiore. Ma non due o tre rami, è proprio tutto in fiore. Bianco e felice crede che sia già primavera. Speriamo che non geli, se non tra non molto si pentirà della sua anticipata esultanza. Ho comunque raccolto qualche fiore che poi ho depositato nel vaso delle stelle di natale, non ancora appasite.

vaccamobile ha detto...

secondo uno studio commissionato dall'onu redatto dalle analisi e ricerche di 2500 scienziati e durato più di 4 anni, il fututro sarà ben più caldo di questo strano inverno:
se politicamente non verranno prese decisioni radicali (del tipo che non si prende più la macchina in nessun posto del mondo) nel giro brevissimo di 6 anni si innescheranno processi ambientali a livello planetario tali che non saranno più reversibili per almeno 150-200 anni. i primi sintomi si vedranno dal 2040. il 2 febbraio questo rapporto sarà reso ufficialmente noto al consiglio delle nazioni unite e da quel giorno comincerà il conto alla rovescia.....
pensateci 2040 volte prima di mettere al mondo una creatura...

Anonimo ha detto...

scarabarasciartaaaaaaaaaaaa

Anonimo ha detto...

bè....era ora che il cielo si sporcasse di cupe nubi per calarsi nel ruolo che ora gli tocca!...anche se credo che nessuno disdegnasse questo sole insolito seguito da caldo anomalo...pensa caro cirello che domenica ero in campagna a mangiare "arrustell' e pane onto".... in canottiera!!!tra mandorli e ciliegi, seuta sulla nuda terra mi guardavo il succulente stecchino abbracciato dalla tenera e bollente ciccia,nell'altra mano una 0,33 di peroni (in realtà ci andava un bel bicchieruccio di vinello scarlatto....ma la biretta faceva piu' estate!),mentre, estasiata, l'aria mi accarezzava con guanti primaverili mentre il sole mi baciava con burrocacao estivo....ti puoi immaginare....clima etilico che mi ha stesa!...ho riaperto gli occhi a sole calante....completamente rinco e brividosa da un'aria giullaresca.....

Anonimo ha detto...

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell'airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri
certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore
vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più il posto dove stai
vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono lì
tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

F.De Andrè


..chiudo gli occhi, sollevo la nuca,
li riapro al cielo, livido, basso, e comincio a guardarle...come lumache camminano lente, lasciando bavee plumbee....il loro strisciare streccia dolcemente i miei pensieri