martedì 10 luglio 2007

Chi dice del Chianti, chi dice dell'uva

Io non piansi. Provavo rabbia, nausea. Dio buono, che gli avevano fatto a quel povero vecchio! Che cosa avevano fatto a quella magnifica faccia abruzzese scavata nella roccia, a quei lineamenti di sofferenza e di fatica, a quella bocca risoluta, alla linea furba delle sopracciglia, alle rughe di trionfo e di sconfitta? Tutto rimosso, tutto rimosso... e al loro posto un viso liscio, senza rughe, trattato con l'ovatta, con le guance rosate. Una vergogna, un'oscenità.
Mi punse una perfidia da scrittore. Pensai: quello non è il mio vecchio, quello non è il vecchio Nick, quello e Groucho Marx, e prima lo seppelliamo, meglio è.


(La confraternita del Chianti - John Fante, 1977)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ed è giusto che il vecchio di John Fante trovi la sua pace fra le colline bevendo il buon Chianti. La morte se la decide lui, da saggio.

Grande citazione cirè.

fredo

Anonimo ha detto...

ero sull'autobus pescara-roma. fu il primo libro che mi fece piangere.
cy