martedì 6 novembre 2007

Ciao Vecchiacci

"Roma jogato bene..."
(Nils Liedolm, 1922)

"Linea allo studio, a Roberto Bortoluzzi."
(Roberto Bortoluzzi, 1921)

"Credo che la libertà sia uno dei beni che gli uomini dovrebbero apprezzare di più. La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà."
(Enzo Biagi, 1920)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

cazzo pure Biagi...e che cazzo!

montelli

mkmonti ha detto...

addio a enzo biagi,grande del giornalismo italiano con montanelli.....

Sor Vichi ha detto...

E Montelli sempre pasciuto e roseo...
Eh, eh.. toccati va'! (In senso scaramantico..)

P.S.
Andiamoci piano con la canonica agiografia postuma: su quel porco di Montanelli avrei da dire due o tre cosette..

Anonimo ha detto...

dille, dille!!
il censore

Sor Vichi ha detto...

Butto lì spunti: il matrimonio (o, meglio dire, l'accoppiamento) in terra d'Africa, l'eroica "resistenza" durante il ventennio.
Parliamone, parliamone..

Anonimo ha detto...

LA RISPOSTA ALL'EDITTO BULGARO
di Enzo Biagi

"Non è un gran giorno per l'Italia: per quello che succede in casa e per quello che si dice fuori. A Milano lo sapete, un piccolo aereo da turismo è andato a sbattere contro il Pirellone, orgoglio dell'architettura italiana e uno dei simboli della città. E il pensiero corre subito alle torri di New York. Disgrazia. Ma c'è, anche, chi all'estero parla di crimine. Da Sofia il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non trova di meglio che segnalare tre biechi individui, in ordine alfabetico: Biagi, Luttazzi, Santoro che, cito tra virgolette: "Hanno fatto un uso della televisione pubblica - pagata con i soldi di tutti - criminoso. Credo sia un preciso dovere della nuova dirigenza Rai di non permettere più che questo avvenga". Chiuse le virgolette.

Quale sarebbe il reato? Stupro, assassino, rapina, furto, incitamento alla delinquenza, falso e diffamazione? Denunci.

Poi il presidente Berlusconi, siccome non prevede nei tre biechi personaggi pentimento o redenzione - pur non avendo niente di personale - lascerebbe intendere, se interpretiamo bene, che dovrebbero togliere il disturbo.

Signor presidente Berlusconi dia disposizione di procedere, perché la mia età e il senso di rispetto che ho per me stesso, mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri. Sono ancora convinto che in questa nostra Repubblica ci sia spazio per la libertà di stampa. E ci sia, perfino, in questa azienda che, essendo proprio di tutti, come lei dice, vorrà sentire tutte le opinioni. Perché questo, signor presidente, è il principio della democrazia. Sta scritto, dia un'occhiata, nella Costituzione.

In America, ne avrà sentito parlare, Richard Nixon dovette lasciare la Casa Bianca per un'operazione chiamata Watergate, condotta da giovani cronisti alle dipendenze di quel grande e libero editore che era la signora Katharine Graham proprietario della Washington Post. Questa, tra l'altro, viene presentata come televisione di Stato, anche se qualcuno tende a farla di governo, ma è il pubblico che giudica. Nove volte su dieci, controllare, "Il Fatto" è la trasmissione più vista della Rai.

Lavoro qui dal 1961 e sono affezionato a questa azienda. Ed è la prima volta che un presidente del Consiglio decide il palinsesto, cioè i programmi, e chiede che due giornalisti, Biagi e Santoro, dovrebbero entrare nella categoria dei disoccupati. L'idea poi di cacciare il comico Luttazzi è più da impresario, quale lei è del resto, che da statista.

Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata de "Il Fatto". Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti.

Signor presidente Berlusconi, non tocca a lei licenziarmi. Penso che qualcuno mi accuserà di un uso personale del mio programma che, del resto, faccio da anni, ma per raccontare una storia che va al di là della mia trascurabile persona e che coinvolge un problema fondamentale: quello della libertà di espressione."

Anonimo ha detto...

penso che questa risposta sia una delle poche cose che ho letto di Biagi, a parte li editoriali dell'espresso. Grande risposta,davvero, grande classe. Non lo conoscevo e non lo conosco bene come giornalistaa Enzo Biagi, per niente come scrittore non avendo mai letto un suo libro. Ho visto molte poche volte il suo "Fatto", incompatibilità d'orari, a quell'ora, 20 e 30 circa, in genere stavo ancora a farmi un bicchiere, e dei programmi precedenti ricordo solo il titolo.
Quindi che dire, se non che ha voluto che gli mettessero una spilla di "Giustizia e Libertà" sul petto, e che fosse ricordato come partigiano. Per chi mi conosce un po' sa che mi sarebbe bastato questo per capire chi fosse Enzo Biagi.
Gallit

Anonimo ha detto...

caro sorvichi,
ad averne ancora di porci come montanelli! dio bono!
può non piacerti quel che faceva e scriveva (che poi vorrei vedere chi fu nella sua vita talmente coerente da non essere considerato un coglione), ma lo faceva e lo scriveva!
quando scoprii la rubrica "lettere a montanelli" cominciai a comprare il corriere tutti i giorni, non condividevo sempre le sue opinioni, condividevo e tuttora condivido la forza e la capacità di spiegare e difendere tali opinioni. caratteristica che aveva anche il buon nonno enzo, moderato nei toni, sempre fermo nelle opinioni. fu il primo grande giornalista che io lessi, ero piccolo e mia madre comprava tv sorrisi e canzoni, lui aveva lì una rubrica, che da sola valeva il coraggio di aprire quella rivista.
e di quelle firme che mi portano ad acquistare una rivista soltanto per la curiosità di leggerle.
a me queste cose mancano.

rbbll