martedì 4 gennaio 2011

La gente era ancora lì

E’ vero che la necessità di festeggiare il capodanno m’è sempre stata sulle palle, com’è vero anche che il periodo in sé m’ha sempre messo addosso una tristezza infinita, a volte persino superiore a quella del carnevale.
Il tutto elevato alla potenza da 'ste diavolo di decorazioni e luci sparse per la vie che non fanno altro che togliere senso alla notte. Al suo cielo. E a far ingelosire i lampioni. Meno male che i Babbi Natale arrampicatori, almeno da queste parti, siano stati quasi totalmente sterminati.

Detto questo, confesso che a capodanno generalmente mi diverto. Malinconicamente. Da anni. Dalle uniche due sigarette della vita (Marlboro Lights) fumate nel paleozoico dentro la discoteca Jambo di Roccaraso fino all’only for the millenium party di NYC, dalla notte in solitaria passata su Italia Uno di fronte ad un castissimo speciale playboy a quando andammo fuori controllo in casa Sgalder con l’effetto di arrivare a stento attivi alla mezzanotte per poi cercare di rimediare con un surreale gioco dei mimi prima e un dinamico nascondino dopo, dalla notte sotto al Circeo in una tenda stracolma di coperte e tempestata da pioggia e vento fino alla puffetta Claudette, solerte e gratuita rifornitrice di alcolici dentro Tipografia, dalla stella strappata alla morte su di un albero in Piazza del Campo (tuttora appesa in stanza di fianco a Trevis Bikle) ad un’improbabile quanto terribile cena messicana in zona Ostiense.

Giorni fa non è stato da meno, con un Vulcan che prima dell’inevitabile schianto ti spinge ad uscire per mettere a ferro e fuoco zona Flaiano/D’annunzio, tra risse di fronte al Lalla by Wahlalla (ebbene sì), portafoglio rubato - scena top, manco Buster Keaton - al buttafuori del Baba (l'ex Toki, per capirci...), boccia di whisky giapponese arrivata verso le 2 e terminata come da pronostico alle 228, fino alla bottiglia di tequila condivisa (l'ultima di una lunga serie) da un Manetta in formissima, deciso a far tornare il bancone a ormai sopiti splendori. Che per i non ferrati, vuol dire offrire tutto ad oltranza.

E insomma, dopo un classico Califano, l’ultimo cicchetto, intorno alle 7 (prima di un magnifico ritorno in taxi verso i colli), a sorpresa, è arrivato strillando “Ve lo troverò!”. Che auguro a tutti. A patto che - lo spero proprio - abbiate qualcosa da cercare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

visto che ci sono state incomprensioni (un bravo scrittore, a meno che non voglia, non dovrebbe crearne), preciso che nel furto del portafoglio ero presente come mero spettatore.

cy

Anonimo ha detto...

Aa! Quindi non come utilizzatore finale?!

Sor ma valà

Anonimo ha detto...

quello che lei dice è assolutamente contrario alla realtà!