martedì 22 maggio 2012

Tornati

19 anni fa avevo 14 anni, ero da poco caduto la prima volta con il Sì bianco di Lefonce all'incrocio tra Via D'Avalos e Via Spaventa e non ero mai stato con una donna. L'anno prima, per natale, Mamma e Papà mi avevano regalato la Biancazzurra. Cavolo come pareva grande sotto quell'agghindato alberello sintetico, dovevo scendere da pedali e sellino per toccare terra. Giocavo ancora a pallone con un futuro campione del mondo nell'antistadio "A. Flacco" di terra graffiante, mica ci si pensava all'erba sintetica. Come ai seggiolini sugli spalti. Del Piero si era appena accasato in bianconero. Dal Padova, tu pensa. L'anno successivo avrei comprato il primo abbonamento in Curva Nord per vedere il 4a5 col Milan di Van Basten e il 5a1 da già retrocessi alla Juve del Trap. Quel 31 maggio 92, ero sintonizzato su Tele Abruzzo Regionale a sentire la cronaca di Daniele Barone. Assist di Bivi e Allegri, a segno Di Cara e Massara. Serie A. Per la seconda volta con "il profeta" Galeone, dopo il gol di Bosco al Parma di Sacchi 4 anni prima, col boato ascoltato di fronte al Bar Midas, sprovvisto di biglietto. Io, mica il bar.

Adesso di anni ne ho 33. Da 4 ho abbandonato il motorino che adesso giacerà smembrato in qualche discarica sulla Palmiro Togliatti e di donne ne sono passate abbastanza. Nessuna è rimasta, anche se un paio avrebbero voluto. Due settimane fa ho cambiato i freni alla Biancazzurra, che è ancora con me, più che mai, pur senza parafanghi e con le gomme da strada. E ogni giorno mi accompagna fino a dentro casa, in un'altra città, riposandosi sul balcone.
Pratico un altro sport da 17 anni ma gioco ancora con gli amici a calcetto, sognando di farlo a 11 come una volta, giusto per rendere di più. E per cambiare veramente gioco. In senso tattico, dico. Del Piero ha appena lasciato la Juve da capitano leggendario, alzando le braccia al cielo con indosso un'orrenda giacca giallo fluorescente. Non ho più l'abbonamento e sono andato l'ultima volta allo stadio a inizio mese (6a0 col Vicenza), non in curva, ma sempre in piedi - settore cozze&vongole - nella tribuna che confina col mare e che da lui prende il nome.
Domenica ero sul divano, in diretta su Sky da Marassi c'era ancora Daniele Barone, tu pensa. Gran carriera la sua. Caprari, Immobile, Caprari. Con Zeman a bordo campo. Di nuovo Serie A. Che bello è. Brindando col rum, emozionato sul serio. Io, mica il rum.


8 commenti:

lucha ha detto...

lo aspettavo, questo post. Non nel senso che me lo aspettavo, ma nel senso che aspettavo proprio di poterlo leggere.
Zeman dovrebbe essere un nome da dare a un figlio.

Anonimo ha detto...

Rallegramenti calcistici. Aggiungo solo che altresì avrei gradito un link della Palmiro Togliatti: dove, come dice un Pier Paolo, in ogni macchina che passa io cerco te.

Sor da par suo già pago di aver vagato per l'Appia come un cane senza padrone

Anonimo ha detto...

dovresti fare un giro con la street cam di google.

cy
che andrà a bere un drink in happy our non appena finirà il brain storming con il back manager.
per no parlare di domani che c'ho un meeting (roba di full immersion) a parlare dei competitor.

Anonimo ha detto...

hour, ovviamente.

Anonimo ha detto...

L'importante è che non si tratti di "aperitivi cenati", caro Cirello.

Sor esterofobo post litteram

Anonimo ha detto...

mi preferisci dunque l'aperitivo cenato o quello alla milanese...?

cy

Anonimo ha detto...

Alla milanese, ergo roba di "apericena"?

Sor che ammazza il sabato

Anonimo ha detto...

a questo punto bisongerebbe capire le differenze (se ce ne sono) tra

- aperitivo cenato
- apericena
- aperitivo alla milanese
- cena in piedi