venerdì 16 ottobre 2009

Un calendario per Matteoli


C'è il sole e l'aria punge, allora, prima di uscire vorrei segnalare che il ministro Matteoli, a Skytg24, ha dichiarato che i lavori per la costruzione del ponte inizieranno il 23 dicembre 2009. Mercoledì.

Ora, non ci vuole un genio per ricordarsi che il 25 si canta "tanti auguri Gesù Cristo", il 24 si parte con i preparativi, il 26 sarà sabato e il 27 - a meno che qualcosa non mi sfugga - sarà domenica, giorno in cui persino il figo in barba sfatta e capelli lunghi, si è riposato. Perlomeno la mattina.

Poi ci sarà il 31, San Silvestro, il tipico ultimo giorno dell'anno che, oltre a mani, dita mozzate e qualche morto, porta inevitabilmente all'inizio dell'anno nuovo, capodanno appunto. 1° gennaio.

Così si arriva al 2 gennaio 2010, un sabato che al solito precederà la domenica, in programma, salvo comunicazioni dell'ultimora, il 3 gennaio.
La befana, pardon, l'epifania del Signore, arriverà il 6 che è un mercoledì, in rosso (festa comandata si diceva una volta) sia sul calendario di frate indovino che su quello di Mara Carfagna.

Insomma, se tutto fila liscio, l'11 gennaio si incomincerà quantomeno a dire agli abitanti delle due sponde che dovranno lasciare le loro case. E mi sembra un buon modo per iniziare l'anno e dare un calcio alla crisi.
Sento già i brindisi da laggiù, con i bicchieri nelle mani di chi comanda sul serio.

Insomma, chi ben comincia è a metà dell'opera, anzi, della grande opera.

Ringraziando per la segnalazione Altintop, il terzo bronzo di Riace (che quei mari li solca che manco Achab), invito tutti i lettori ad andare a vedere quella meraviglia, prima che una colata di cemento escluda il nostro sguardo. Non si sa mai, magari lo tireranno sù per davvero.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

eppure restiamo ammirati a osservare le utopie realizzate dagli altri:
http://it.wikipedia.org/wiki/%C3%96resundsbron

joecanasta ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

In greco antico "pontos" era una delle parole per indicare il mare e nel nostro Mediterraneo il mare è sempre stato l'unico ponte che ci ha unito e mischiato, che ci ha fatto diventare ciò che siamo, ciò che parliamo, ciò che mangiamo.

ogni luogo ha le sue utopie (e, molto meno romanticamente, le sue geologie)e forse il nostro mare deve ridiventare utopico invece di essere pieno di clandestini annegati, di bidoni di rifiuti tossici e di cemento.

forse per questo, potrebbere essere utile pensare allo stretto di Messina come un luogo che unisce due mari e non solo come un luogo che separa due terre.


...poi è pure vero che dopo tutti i pisolini,le chiacchierate e le ubriacature di limoncello fatte su quella verandina, forse sono un pò fazioso....(grazie cirè per la foto, quasi mi stavo a sentire male).

Tom

Anonimo ha detto...

capito come solca quei mari ragazzi? che vi dicevo?

Anonimo ha detto...

Pescara capolista! e andiamo!

Anonimo ha detto...

fino al novantesimoooo fino al novantesimoooooooo peccara gooooooooooo, peccara gooooooooooooo!!

c'era il rigore?

Anonimo ha detto...

netto! un altro per fallo di mano ci è stato negato nel finale.o portiereeeeeeeeeeee

Anonimo ha detto...

A parte il mio odio viscerale per il cemento che cresce sempre più velocemente, vorrei sottolineare l'ovvio, cioè che la realizzazione, o meglio l'inizio della, del ponte rientra perfettamente nei piani di un governo guidato da un partito (Forza Italia, ora parte del PDL) nato da accordi con la mafia siciliana. Il Ponte è una promessa agli amici degli amici. Si tratta di una mossa mafiosa, che fotte cittadini e ambiente e costituisce uno sgarro al buon senso: in Sicilia la rete ferroviaria è quasi inesistente.
fredo

Anonimo ha detto...

qualcuno apra un blog sul peccara per noantri!

rbl in versione ultrà

Anonimo ha detto...

Andate, andate a giuocare al pallone! L'atletica è la regina degli sports!!!

Sor Fonelli

Anonimo ha detto...

REGGIO CALABRIA - L'hanno presentata come la prima pietra del Ponte sullo Stretto. In realtà si tratta dello spostamento del binario che collega Cannitello a Villa San Giovanni, previsto (anche se non in questa forma), indipendentemente dal Ponte.

La ferrovia, secondo lo stralcio, sarà traslata a monte dell'attuale sede con una curva di un chilometro e 700 metri. Un intervento inserito tra le "opere compensative", concordate nel 2006 con la Giunta comunale di Villa, e accettato dall'ente locale in quanto "autonomo rispetto la realizzazione o meno dell'attraversamento stabile dello Stretto" e comunque "utile a prescindere da essa". Insomma, quei lavori si sarebbero comunque fatti, anche se in origine il progetto era stato approvato anche da Provincia e Regione, in quanto "programma integrale" e non lo "stralcio" di cui si parla da alcune settimane.

Allo stato, dunque, è possibile parlare solo della realizzazione di un intervento, inserito in un complesso di opere di compensazione, rispetto ad un progetto (quello del Ponte) che non esiste ancora nella sua stesura definitiva. Tanto più che, per come pensato, la sua singola realizzazione non sarebbe migliorativa, ma peggiorativa del sistema infrastrutturale locale. Si tratta infatti di sostituire un rettilineo ferroviario con una curva, nella quale i treni sarebbero costretti a frenare prima dell'ingresso in stazione. Senza considerare che -in caso di costruzione della grande opera - andrebbe realizzata un'altra linea ferroviaria "in quota" da innestare al Ponte.

"In ogni caso, la prima pietra annunciata costa 30 milioni di euro, quasi 18 milioni a chilometro" spiega il professor Alberto Ziparo, Università di Firenze, coordinatore dei gruppi che studiano l'impatto ambientale della Grande Opera.

Anonimo ha detto...

Attualmente, come scrive oggi il Quotidiano della Calabria, il progetto è di Rfi (Rete ferroviaria Italiana), ma in quanto appartenente "al più grande programma Ponte, sia pure come opera collaterale e propedeutica", sarà passato alla Stretto di Messina/Anas, che aprirà i cantieri "propedeutici", in questo momento al nulla.

Nei fatti, l'annuncio del premier Berlusconi e del ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, sono l'ennesimo annuncio. Infatti sul capitolo Ponte mancano sia i soldi che il progetto esecutivo - come scrive Antonello Caporale - essendo l'iter procedurale nella fase di approvazione del progetto preliminare-definitivo.

In questo momento il progetto Ponte è ancora bloccato. E solo una volta ultimato il percorso burocratico del progetto preliminare-definitivo, si dovrebbe procedere con la progettazione esecutiva. Su quest'ultima però gravano le pesantissime critiche alla costruibilità avanzate dagli stessi tecnici e consulenti della Stretto di Messina (oggi quasi tutti "ex") e del Ministero.

Le contestazioni riguardano ad esempio "il posizionamento di pilastro e contrafforte di parte calabrese". Il professor Remo Calzona, ex consulente della Stretto di Messina, oltre che del Ministero, ha ammesso che per proseguire nella progettazione, si dovette "totalmente ignorare" la circostanza che il pilastro (proprio quello per il cui ingombro si sposta il binario di Cannitello) e il contrafforte di parte calabra sono situati "sulla fase più critica della faglia sismica più attiva esistente nello Stretto, la numero 50".

Le indagini successive hanno confermato che questa circostanza è pregiudizievole per la progettazione esecutiva. Calzona ed altri tecnici sostengono per questo che il Ponte va traslato di almeno 500 metri rispetto al sito attuale.

E non finisce qui. perché il dato, che costituisce un nodo tecnico ineludibile su cui prima o poi ci si dovrà confrontare, è lo scivolamento degli stati superficiali e di media profondità dei terreni del versante calabrese verso lo Stretto. Per ovviare allo slittamento bisognerebbe, secondo i tecnici, "inchiodare" pilone e contrafforti fino ad una profondità di oltre 2000 metri, con strutture che però potrebbero andare in crisi per altri motivi. Alcuni ex consulenti tecnici sostengono poi che il progetto della struttura principale (fune portante - pendini - trave - cassone - reticolare) prevede materiali (peraltro i migliori disponibili oggi in commercio) incompatibili con le prestazioni di portanza e resistenza richieste al manufatto, in presenza delle condizioni ambientali dello Stretto.

Lo stesso Calzona ha dimostrato nel suo saggio "La ricerca non ha fine", che il progetto attuale presenta una "trentina di punti di potenziale crisi a rottura, di cui almeno la metà insormontabili allo stato". Conclusioni contestate dalla Stretto di Messina e dal Ministero.

Resta aperta anche la questione dei finanziamenti. Il Cipe/Infrastrutture del 6 marzo e il Cipe/Anticrisi del 29 luglio scorsi, non hanno poi erogato gli 1,3 miliardi annunciati dal Governo per il Ponte. Ambedue i provvedimenti per le risorse dell'opera si chiudevano con l'espressione: "viste le compatibilità di bilancio". Il Governo dunque non ha ancora messo un euro per il Ponte. E anche i riferimenti del ministro Matteoli agli investitori privati, "project financing", sembrano registrare alcune crepe.

Le due relative istruttorie formali effettuate nel giugno-luglio 2005 e nel gennaio- febbraio 2006 sono ambedue andate a vuoto ("zero investitors"). Così pure l'istruttoria informale dei mesi scorsi. E persino i 100 milioni di euro annunciati da Lombardo, per le "prime opere collaterali siciliane", per adesso non ci sono. Tant'è che il presidente della Regione Siciliana è in difficoltà, viste le reali drammatiche necessità di quel territorio.

© Riproduzione riservata (19 ottobre 2009)