mercoledì 7 ottobre 2009

Diciamo che sono d'accordo

- "La stampa francese ha dedicato molti articoli, molto spazio alle vicende personali e alla vita privata di Silvio Berlusconi: guardando da qui, dalla Francia, che idea si è fatta?"

- "Credo che la vita privata debba rimanere tale, salvo quando, come in questo caso, non diventa pubblica e non mette a rischio il funzionamento delle istituzioni pubbliche, altrimenti tutto diventa dispersivo e sposta il dibattito politico su un terreno di voyerismo e in questo caso lo deploro.

Se la vita privata mette a rischio l'esercizio del potere, le decisioni che vengono prese o la dignità stessa del potere, diventa per forza di cose una faccenda pubblica ma se rimane nella sfera prettamente privata allora no. E questo è vero per Berlusconi che ha sconfinato nel campo pubblico, quindi è normale che ci sia un dibattito nel modo in cui la sua vita è stata rivelata.

Penso che la cosa importante sia il tipo di politica che fa Berlusconi e che valori incarna: trovo che i valori che incarna siano dei controvalori, non sono valori morali né di dignità, non sono valori di onestà, non sono valori di condivisione né di solidarietà ma di esibizionismo contrari alla serenità e alla dignità della politica.

Ovviamente si possono amare e apprezzare questo tipo di comportamenti ma io credo che la politica meriti cose più serie e pacate."


Ségolène Royal (intervista a SKY TG24, 7 ottobre 2009)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Cirello, non so tu ma il sottoscritto in queste ore trepida come un infante la viglia del Santo Natale. Pendo dalle toghe della Consulta!

Sor e i suoi personali babbi natali

Anonimo ha detto...

Intanto c'è il fantasma di Bossi che si dice "pronto a trascinare il popolo", esattamente quelle che prevede Moretti, anni orsono nelle tue pagine.

Poi potremmo anche ricordare che due dei togati erano a mangiare a casa dell'imputato qualche tempo fa ma cosa vuoi che importi adesso, attendiamo una sentenza che appare scontata ad una persona "normale", anche se sappiamo entrambi che non è così. Nel senso che qui, di "normale", sembra esserci ben poco.

cy

Anonimo ha detto...

Ma infatti! Sui commensali abituali mi pare quantomeno inelegante qualsivoglia allusione! Che poi, in una grande democrazia come la nostra, ognuno va sul palco - pardon, a cena - con chi gli pare! Lapsus freudiano: sarà che sulla strada del lavoro campeggia un cartello wanted col faccione del "nostro" sindaco?!

Sor la faccia usata dal buon senso

Anonimo ha detto...

P.S.
Errata corrige: squisito padrone di casa il giudice Mazzella e gradito convitato Lui. Mi permetto di fare le tue veci (quelle con la "f" non mi permetterei mai) solo perché, di 'sti tempi, in caso di Regina Coeli non avrei beni al sole onde portarti cioccolata e torrone a Natale. (Tipografo Lo Turco docet)

uno stuperfatto ha detto...

Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, in una nota afferma: "Ogni giorno sono stupefatto dalla determinazione, dal coraggio e dalla forza morale che il Presidente del Consiglio esprime di fronte a quello che di sconcertante accade da quasi 20 anni in questo sventurato Paese. Dobbiamo sapere tutti che senza di lui, senza la testimonianza quasi eroica e certamente commovente che offre al servizio della libertà, della democrazia e dello sviluppo dell'Italia, saremmo tutti privati della possibilità di guardare al futuro con un minimo di speranza".

Anonimo ha detto...

Che il poeta Bondi guardi con speranza al futuro grazie a Silvio non fatico a crederlo. "Il nostro futuro si chiama Rossi! Rossiii!!!"

Uno stupefacente

Anonimo ha detto...

La dittatura fascista nacque legalmente alla promulgazione delle Leggi Speciali per la Difesa dello Stato nel 1926. Crearono per questo un Tribunale Speciale, una magistratura parallela e dipendente dal potere. Dipendente dal potere appunto.
Quindi tutti i perseguitati politici con cui ho parlato, qualcuno ancora vive, Cirello può testimoniare, mi hanno raccontato che nelle carceri, al confino, parlando di un futuro Stato, auspicavano una magistratura autonoma dal potere esecutivo, e a difesa di una Costituzione nuova ed equa. Sono passati sessanta, e per chi ha fatto galera e confino dal 1926 più di ottanta anni, ma penso che un giorno come quello odierno sia effetto delle loro scelte, e sofferenze.
Dio salvi la Repubblica fondata sul lavoro,
nonostante io continui a preferire l'ozio,
Gallit.